Teatro alla Scala: Myung-Whun Chung è il nuovo direttore
E' Myung-Whun Chung il nuovo Direttore del Teatro della Scala di Milano, il suo incarico fino al 2030. Ecco chi è il sud coreano direttore d'orchestra

Myung-Whun Chung sarà il nuovo direttore musicale della Scala, un passaggio di testimone che promette continuità ma anche nuove sfumature.
In un momento in cui il mondo della musica classica appare in costante trasformazione, la notizia dell’arrivo di Myung-Whun Chung alla direzione musicale del Teatro alla Scala di Milano non è soltanto un cambio di guardia.
È un segnale. Un segnale che parla di fiducia, di visione a lungo termine e, senza ombra di dubbio, di un profondo rispetto per una figura che ha già scritto pagine importanti della storia musicale del nostro tempo.
Ecco chi è Myung-Whun Chung nuovo direttore del Teatro della Scala
Chung prenderà ufficialmente il posto di Riccardo Chailly alla fine del 2026, con un mandato che lo accompagnerà fino al febbraio del 2030, in parallelo alla guida di Fortunato Ortombina, che ha fortemente voluto questa nomina e l’ha proposta al Consiglio di amministrazione della Fondazione.
E non è un caso, anzi. Chung e la Scala si conoscono bene, molto bene. Il suo debutto sul podio del teatro milanese risale al 1989, un’epoca che sembra lontanissima ma che, musicalmente parlando, ha lasciato un segno indelebile. Da allora, il direttore sudcoreano ha diretto ben nove titoli d’opera e, dato ancor più impressionante, 141 concerti. Numeri che parlano da soli, ma che non dicono tutto. Perché Chung alla Scala non è stato un semplice ospite, è stato un protagonista silenzioso ma costante. Uno di quei musicisti che lavorano con metodo, profondità e un rispetto assoluto per la partitura e per l’orchestra.
Infatti, non è un caso se nel marzo del 2023 la Filarmonica della Scala lo ha nominato direttore emerito, riconoscendo in lui una figura di riferimento, capace di unire rigore tecnico e sensibilità artistica come pochi. Il suo stile è noto: elegante, misurato, spesso introspettivo. Ma anche capace di improvvise accensioni emotive che, quando arrivano, colpiscono dritto al cuore. Non sarà Chailly, e nemmeno dovrà esserlo. La Scala non cerca cloni, ma identità forti. E quella di Chung, pur nella sua discrezione, è tra le più solide nel panorama internazionale.
Certo, il passaggio avverrà in un momento delicato. Chailly ha guidato il teatro con una direzione artistica importante, firmando produzioni memorabili e tenendo saldo il timone anche nei momenti più complicati, pandemia inclusa. Ma il fatto che il nuovo incarico di Chung coincida con quello di Ortombina fa pensare a una volontà chiara: costruire una linea comune, coerente, dove direzione musicale e sovrintendenza possano dialogare senza frizioni, nel rispetto reciproco. Ed è forse questa la chiave vera di tutto: un teatro d’opera come la Scala non è solo un tempio musicale, è una macchina complessa, dove le persone contano quanto i programmi.
E allora sì, c’è attesa. Ma c’è anche fiducia. Chung non è l’uomo del colpo di teatro, non ha mai cercato il clamore mediatico. Però ha un curriculum che parla da solo, una credibilità costruita in decenni di lavoro e un rapporto con l’Italia che è sempre stato autentico. Il suo ritorno stabile alla Scala suona quasi come una restituzione, come se fosse il momento giusto per raccogliere tutto ciò che nel tempo è stato seminato. E se il futuro della musica classica ha ancora bisogno di radici forti per affrontare le sfide che verranno, Myung-Whun Chung è esattamente quel tipo di figura di cui c’è bisogno.