Nuove scosse ai Campi Flegrei: cosa rivelano gli esperti

Nelle giornate del 13 e 14 Maggio 2025, l’area dei Campi Flegrei, situata a ovest di Napoli, è stata colpita da una sequenza sismica significativa. Il terremoto più forte ha raggiunto magnitudo 4.4 il 13 Maggio, seguito da altre scosse minori, tra cui una di magnitudo 3.1 il giorno successivo. Questi eventi hanno generato preoccupazione […] Nuove scosse ai Campi Flegrei: cosa rivelano gli esperti

May 14, 2025 - 16:22
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Nuove scosse ai Campi Flegrei: cosa rivelano gli esperti
Nelle giornate del 13 e 14 Maggio 2025, l’area dei Campi Flegrei, situata a ovest di Napoli, è stata colpita da una sequenza sismica significativa. Il terremoto più forte ha raggiunto magnitudo 4.4 il 13 Maggio, seguito da altre scosse minori, tra cui una di magnitudo 3.1 il giorno successivo. Questi eventi hanno generato preoccupazione tra i residenti, portando alla temporanea evacuazione di scuole e università, oltre a controlli di sicurezza sugli edifici. Secondo quanto riportato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), questa sequenza è parte di un fenomeno bradisismico attivo da anni, strettamente legato alla dinamica della caldera flegrea. Il bradisismo: il cuore del fenomeno Il bradisismo è un fenomeno geologico che comporta sollevamenti o abbassamenti lenti del suolo, dovuti alla pressione esercitata dai fluidi (gas e acqua) nel sottosuolo. Dal 2005, i Campi Flegrei hanno registrato un costante innalzamento del terreno, che ha raggiunto circa 140 centimetri nella zona di Pozzuoli (dati INGV: link). La deformazione si è accentuata a partire dal 2023, con un incremento sia della frequenza che dell’intensità dei terremoti. Gli eventi sismici si concentrano prevalentemente a profondità inferiori ai 3 chilometri, con epicentri localizzati sotto l’area Solfatara–Pisciarelli e a nord di Pozzuoli, confermando la tendenza di una pressione interna in aumento, ma senza evidenze di magma in risalita (fonte: INGV Osservatorio Vesuviano). Cosa dicono i vulcanologi: nessun segnale di eruzione imminente Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani dell’INGV, ha dichiarato che non ci sono indicatori concreti di un’imminente eruzione: “Non osserviamo magma nei primi chilometri della crosta terrestre”. Lo scenario attuale è paragonabile, ma meno critico, rispetto alla crisi degli anni ’80, quando si verificarono intensi fenomeni di bradisismo senza che si arrivasse a un’eruzione (studio: De Natale et al., 2006). Anche il presidente dell’INGV, Fabio Florindo, ha sottolineato che la sismicità è coerente con la deformazione del suolo, ma non è sufficiente a prevedere un’esplosione vulcanica a breve termine. Il movimento dei fluidi genera fratture e terremoti, ma non implica automaticamente un’attività magmatica in superficie. Rischi e gestione della sicurezza: l’impegno delle istituzioni Le aree più colpite – Pozzuoli, Bacoli e alcuni quartieri occidentali di Napoli – sono oggetto di monitoraggio continuo da parte della Protezione Civile e delle autorità locali. Il ministro Nello Musumeci ha evidenziato la pericolosità intrinseca della caldera flegrea, classificata come uno dei vulcani più pericolosi al mondo (fonte: Global Volcanism Program – Smithsonian Institution). Secondo Musumeci, mettere in sicurezza tutte le strutture edilizie richiederà almeno 15-20 anni, considerando l’ampiezza e la densità abitativa dell’area. È stata inoltrata una richiesta per lo stato di emergenza nazionale, al fine di ottenere fondi straordinari per l’assistenza e gli interventi infrastrutturali urgenti. Una sorveglianza costante per un equilibrio fragile La situazione ai Campi Flegrei rappresenta un delicato equilibrio tra un’attività geologica in evoluzione e una delle aree metropolitane più densamente popolate d’Europa. Il sistema di sorveglianza vulcanica operato dall’INGV include rete GPS, sismometri, termocamere e analisi chimiche dei gas, strumenti fondamentali per prevedere evoluzioni pericolose e attivare i necessari piani di evacuazione, come delineato nel Piano di Emergenza Campi Flegrei del Dipartimento della Protezione Civile (consultabile qui). Approfondimenti scientifici Per chi volesse esplorare ulteriormente le basi scientifiche del fenomeno, sono disponibili importanti pubblicazioni accademiche, tra cui:
  • De Natale et al., 2006 – “The Campi Flegrei caldera unrest: Discriminating magma intrusion from hydrothermal activity”
  • Chiodini et al., 2016 – “Long-term variations of the Campi Flegrei hydrothermal system”
  • Troise et al., 2019 – “Renewed volcanic unrest at Campi Flegrei caldera: What can science do?”
Queste ricerche chiariscono come l’attività idrotermale, più che quella magmatica, sia finora la principale causa della crisi sismica in corso.

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