Capcom Fighting Collection 2 Recensione: certe fiamme non si spengono mai

Abbiamo un po’ perso il conto della quantità di collezioni antologiche Capcom abbia pubblicato nel corso degli ultimi anni: parliamo di raccolte di grandi glorie degli anni ’80 e ’90, riproposte in maniera ripulita e coesa secondo criteri di vario tipo. Una costante quasi scontata è che siano sempre presenti dei picchiaduro a incontri, in […] L'articolo Capcom Fighting Collection 2 Recensione: certe fiamme non si spengono mai proviene da Vgmag.it.

May 14, 2025 - 16:50
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Capcom Fighting Collection 2 Recensione: certe fiamme non si spengono mai
Capcom Fighting Collection 2

Abbiamo un po’ perso il conto della quantità di collezioni antologiche Capcom abbia pubblicato nel corso degli ultimi anni: parliamo di raccolte di grandi glorie degli anni ’80 e ’90, riproposte in maniera ripulita e coesa secondo criteri di vario tipo. Una costante quasi scontata è che siano sempre presenti dei picchiaduro a incontri, in particolare almeno un gioco relativo al franchise di Street Fighter: la cosa vale anche per la nuovissima Capcom Fighting Collection 2, che arriva dopo il primo volume (uscito nel 2022) e la Marvel vs. Capcom Fighting Collection Arcade Classics dell’autunno scorso.

Capcom Fighting Collection 2
Ryu vs Kyo Kusanagi

Capcom Fighting Collection 2: grandi classici tutti da riscoprire

PC, PlayStation, Xbox e Nintendo Switch ricevono l’onore di fare spazio a questa collezione, e al di là dei discorsi generici che si possono portare avanti relativi a questo tipo di operazioni, Capcom Fighting Collection 2 risulta imperdibile già solo a partire dai titoli in essa contenuti. Parliamo di otto grandi giochi:

  • Capcom vs SNK Millennium Fight 2000 Pro
  • Capcom vs SNK 2 Mark of the Millennium 2001
  • Capcom Fighting Evolution
  • Plasma Sword: Nightmare of Bilstein
  • Power Stone
  • Power Stone 2
  • Project Justice
  • Street Fighter Alpha 3 Upper

Tutti, chiaramente, appartengono al genere dei picchiaduro versus, ma in questo caso si tratta di titoli meno “banali” di quanto visto in precedenza: sono videogiochi che hanno segnato il genere ma, al contempo, relativamente poco noti rispetto a Street Fighter “numerati” o a dei Marvel VS Capcom. Stiamo parlando di opere uscite allo zenith del genere, tra la seconda metà degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, prima della relativa crisi e fase di ridimensionamento che ha visto SNK arrancare, Capcom rallentare e lanciarsi definitivamente verso la grafica poligonale e l’affermarsi di altri sistemi di gioco (anche in virtù del successo di Tekken). Quattro dei titoli sono bidimensionali, quattro, invece, poligonali, e per di più con sistemi di comando assai diversi tra loro e originali nel contesto.

Il loro recupero è qualcosa di importante, da un punto di vista storico: si tratta di titoli che non erano presenti in altre compilation recenti e praticamente impossibili da giocare su sistemi moderni, oltretutto nelle loro incarnazioni più bilanciate e performanti, presenti in maniera integrale e nelle due versioni occidentale/giapponese. E che giochi, gente! I due Capcom vs SNK valgono da soli tutto il pacchetto, con la loro enorme giocabilità, le soluzioni intelligenti e originali di gameplay, la meraviglia artistica che li caratterizza. Si può poi virare sul classico, con lo Street Fighter Alpha più completo, o sul bizzarro e sperimentale Fighting Evolution. Ad ogni modo, vi esortiamo a dare più attenzione possibile ai titoli 3D presenti, praticamente alieni alle meccaniche odierne: tra le arene di Power Stone (e le sue scatenate battaglie a quattro giocatori), le vicissitudini epico-scolastiche di Justice Gauken e le avventure intergalattiche di Plasma Sword avrete davvero di che sperimentare e scoprire.

La schermata di selezione dei personaggi del poco conosciuto (ma iconico) Fighting Evolution presenta un roster decisamente eterogeneo.

Gameplay variegati… ora anche più accessibili

A livello di gameplay, occorre notare che si tratta, praticamente e al di là di training mode aggiuntivi, sfide e varie ed eventuali, di versioni arcade o pseudo tali, ma riproposte con tutti i crismi e le potenzialità odierne, online compreso con tanto di Rollback netcode, implementato per ogni gioco (qualcosa che all’epoca dell’uscita era semplicemente un sogno). In rete si può competere per punteggio, con ladder classificate, in amichevoli ma anche in match customizzati tramite specifiche lobby.

Ma come si presentano, nel 2025, giochi che hanno tra il quarto di secolo e i 35 anni sul groppone? In questo caso, decisamente bene. Certo, i titoli poligonali risultano grezzi e mostrano il fianco rispetto a quelli 2D, che all’epoca era al massimo dello splendore della pixel art: tuttavia si nota tutta l’espressività che gli artisti di Capcom riuscivano a imprimere pur nella spigolosità e nelle texture acerbe.
Quel che conta davvero, tuttavia, è la giocabilità e la tecnica, e quella è sempre incondizionata e sopraffina, anche nelle sue soluzioni meno bilanciate e sperimentali. Forse c’è un motivo per cui, in effetti, le tre saghe poligonali presenti si sono fermate al secondo episodio: ispirate, divertenti ma figlie di un’epoca a cui poi non è stata corrisposta ulteriore possibilità di raffinare certe formule, pur mutuandole in altri contesti. Un eventuale ritorno con nuovi episodi sarebbe sicuramente benvoluto, e la risposta di interesse in questa antologia potrebbe spingere Capcom nella giusta direzione, chissà.

 

Sono presenti anche alcune chicche, pur non originali nella loro concezione, in quanto mutuate da precedenti antologie: diverse selezioni di filtri e bordi schermo (un po’ noiosi da provare e settare, in verità, dovendo in certi casi entrare e uscire dalle specifiche opzioni per provare il risultato), ricchi juke box, bellissime gallery, alcune challenge specifiche e le bellissime fascette originali dei cabinati, che sono letteralmente la storia del genere. In un’epoca in cui ci si allenava direttamente ai cabinati e non c’era (o era decisamente limitato rispetto a oggi) l’accesso alle informazioni in rete, quegli sheet con le mosse assumevano un ruolo quasi mistico.
Parlando di quality of life, sono disponibili i salvataggi mid-game (per quanto con slot assurdamente limitati) e i comandi “moderni” che permettono di eseguire le mosse speciali con l’ausilio di un solo tasto, dando la possibilità di approcciarsi ai giochi anche ai neofiti, che altrimenti potrebbero avere qualche seria difficoltà iniziale, visto che all’epoca i sistemi di controllo erano “duri e puri”. Questo, assieme alla possibilità di regolare vari modificatori di difficoltà, consente di impratichirsi (e divertirsi) fin da subito, per poi volendo assaltare i training mode e diventare esperti.


Capcom Fighting Collection 2 è in grado di smontare le più comuni obiezioni tradizionalmente lanciate verso questo genere di operazioni, spesso considerate meramente commerciali. È vero, non è un’antologia “completa” e alcune opzioni potevano essere tarate meglio, dato che sono semplicemente mutuate dalle precedenti iterazioni. Tuttavia, abbiamo ora la possibilità di rigiocare al meglio otto giochi che hanno fatto la storia del genere (e che in almeno la metà dei casi sono capolavori) e sono altrimenti praticamente introvabili, con opzioni in più tra cui un online dotato di rollback netcode. A queste condizioni, gli appassionati del genere non hanno scuse, mentre i neofiti sono comunque incoraggiati a scoprire questa fase cruciale dell’evoluzione dei picchiaduro. Grazie Capcom, e alla prossima!


 

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