
Nel
Nord Italia, maggio rappresenta un mese ad
altissimo rischio temporalesco. Le cause sono da ricercare nella combinazione tra:
- orografia complessa, con rilievi alpini e prealpini;
- forte umidità nei bassi strati atmosferici;
- irruzioni fresche atlantiche che si scontrano con masse d’aria più calde e stagnanti.
Questo mix determina l’attivazione di
celle temporalesche isolate, ma spesso molto
organizzate e persistenti. Le
aree pedemontane del
Piemonte, della
Lombardia e del
Veneto sono le più colpite, con picchi di precipitazioni che possono superare anche i
70 mm in meno di un’ora. Un singolo temporale può scaricare in poche decine di minuti l’equivalente di
un’intera settimana di pioggia.
Milano, Bergamo, Torino: città vulnerabili Le città come
Milano,
Bergamo,
Monza e
Torino sono tra le più soggette a
allagamenti improvvisi. Il fenomeno si accentua a causa dell’
elevata urbanizzazione, della
scarsa permeabilità del suolo e di sistemi fognari che non riescono a smaltire piogge così intense. Durante un tipico pomeriggio di maggio, dopo una mattinata serena e soleggiata, può sopraggiungere un temporale violento, accompagnato da
forti raffiche di vento,
grandine e
blackout elettrici.
ARPA Lombardia e
ARPA Piemonte, nei loro bollettini storici, evidenziano come maggio rappresenti uno dei mesi statisticamente più critici per la formazione di
fenomeni convettivi severi, con un numero crescente di
eventi estremi documentati negli ultimi 20 anni.
Centro Italia: instabilità pomeridiana nelle aree interne Nel
Centro Italia, il mese di maggio porta una crescente instabilità, in particolare nelle
zone interne collinari e montane, dove la
convezione termica si attiva con maggiore facilità. Le correnti ascensionali, che nascono per effetto del riscaldamento del terreno, si sviluppano lungo i
pendii appenninici, innescando
temporali orografici.
Umbria, Toscana interna, Abruzzo: convezione e temporali improvvisi In
Umbria, lungo le colline del
Perugino e del
Ternano, i temporali sono spesso
fortemente localizzati, ma di intensità impressionante. L’
assenza di ventilazione e la
stagnazione dell’umidità contribuiscono alla formazione di
cumulonembi molto attivi, con potenziale grandinigeno. La stessa dinamica si osserva nella
Toscana interna, tra
Arezzo,
Siena e
Grosseto, dove i
temporali di calore nascono nel primo pomeriggio e spesso si scaricano su piccole porzioni di territorio con violenza inaudita. Le
valli strette come quella del
Casentino o della
Val di Chiana tendono a canalizzare i flussi, amplificando i contrasti termici. In
Abruzzo, le province di
L’Aquila e
Teramo, affacciate su un Appennino ancora innevato in quota, vivono un maggio complesso: le
correnti fredde discendenti dalle montagne si scontrano con l’aria più calda proveniente dall’Adriatico e favoriscono
temporali con grandinate e
alluvioni improvvise.
Le alluvioni lampo: le città più esposte Tra i fenomeni più temuti del meteo di maggio troviamo le
flash floods, le
alluvioni lampo. Il rischio maggiore si presenta in
contesti urbani ad alta densità abitativa e con infrastrutture inadeguate al nuovo scenario climatico.
Bologna, Firenze, Roma: fragilità strutturali e rischi idraulici Bologna, ad esempio, presenta
numerosi sottopassi soggetti a rapidi allagamenti. La città è attraversata da una fitta rete di
canali tombati, un retaggio storico che si trasforma in un problema serio in presenza di
piogge estreme concentrate in poco tempo. A
Firenze, in particolare nelle zone di
Novoli,
Isolotto e lungo le
rive dell’Arno, gli allagamenti si verificano in corrispondenza di piogge superiori ai
30 mm/h, soglia che nel mese di maggio viene frequentemente superata. Le autorità locali hanno predisposto un sistema di
alert meteo, ma la reattività resta un punto critico.
Roma, infine, rappresenta un caso emblematico. La capitale, con la sua estensione e urbanizzazione incontrollata, soffre particolarmente durante i temporali intensi di maggio. Quartieri come
Prenestino,
Tiburtino,
Ostiense e
Ponte Milvio vengono regolarmente colpiti da
nubifragi che bloccano il traffico, danneggiano negozi e abitazioni, e paralizzano la rete metropolitana.
Copernicus, nel report “Flash Flood Risk in Urban Areas of Southern Europe” (2024), segnala proprio
Roma e
Milano tra le dieci città europee più esposte a questo tipo di evento meteo estremo, a causa di un mix tra
impermeabilizzazione del suolo,
assenza di vasche di laminazione e
pianificazione idraulica obsoleta.
Quando arrivano i peggiori fenomeni: le ore e i giorni a rischio Nel mese di maggio, la fascia oraria
più a rischio per lo sviluppo di
temporali intensi è quella
compresa tra le 14:00 e le 18:00, specialmente nelle giornate in cui al mattino domina il
bel tempo e le
temperature superano i 22°C. Statisticamente, le giornate di
giovedì e
sabato sono risultate le più esposte ai fenomeni convettivi nel mese di maggio, secondo un’analisi trentennale dei dati di
ECMWF e
EUMETSAT, che evidenzia come il riscaldamento graduale della settimana favorisca un accumulo energetico che esplode nei giorni centrali o finali.
Uno scenario che cambia: più eventi brevi, più violenti Ciò che rende
maggio sempre più imprevedibile non è solo la frequenza dei fenomeni, ma la loro
intensità. I
modelli climatici indicano che, a causa dell’aumento delle temperature medie globali, i temporali tenderanno a
concentrare la loro energia in episodi sempre più brevi ma estremamente
violenti, aumentando esponenzialmente il rischio di
danni e
impatti idraulici locali. Il
rapporto annuale di Copernicus Climate Data Store conferma che i temporali convettivi intensi, un tempo concentrati nei mesi estivi, si stanno
anticipando a maggio. Questo rappresenta un campanello d’allarme per la pianificazione urbana e la protezione civile, che dovranno sempre più fare i conti con fenomeni meteo estremi
fuori stagione.
Nord Italia: la zona più colpita dai temporali primaverili