Intervista a Roberto Bolle: la danza come strumento di bellezza, educazione e poesia. “I talent? Strumenti validi”.
Il 29 aprile andrà in onda su Rai 1 Danza con Me. Abbiamo incontrato il suo ideatore Roberto Bolle, tra i ballerini più amati di sempre.

Roberto Bolle sta per tornare in prima serata su Rai 1 con Viva la Danza, un programma evento finalizzato a celebrare la danza nella sua Giornata Mondiale, che si tiene – come ogni anno – il 29 aprile. Condotta da Serena Rossi, la puntata vede la partecipazione di molti altri ospiti come Gianna Nannini, Claudio Santamaria, Jacopo Veneziani, Geppi Cucciari, Il Cirque Du Soleil. Il format – interamente pensato da Bolle per l’occasione e prodotto da Rai Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Ballandi e Artedanza srl – prevede la messa in onda di un grande gala strutturato con la presenza di grandi interpreti della danza italiana e mondiale. TvBlog ha incontrato Roberto Bolle in occasione della conferenza stampa di Viva la Danza 2025, tenutasi il 28 aprile presso la sede del Ministero della Cultura a Roma.
Con Viva la Danza è riuscito a portare il mondo della danza classica e contemporanea nelle case di milioni di italiani. Quali prospettive intravede per il futuro televisivo della cultura? Ritiene che i palinsesti generalisti possano investire sempre più stabilmente nella divulgazione artistica?
C’è sempre stato un grande supporto in tal senso, da parte della Rai e del Ministero della Cultura, e ci sono state negli anni delle sinergie speciali. Quest’anno ci sono stati accordi con Palazzo Barberini a Roma o con il Palazzo Ducale a Venezia. Questi sono tutti dei luoghi straordinari e che rappresentano sicuramente un modo alto e grandioso per celebrare la Giornata Mondiale della Danza. Secondo me, negli anni, aver portato la danza in prima serata ha contribuito ad avvicinare il grande pubblico a questa arte e a portarla nelle case di milioni di italiani. Se si potrebbe fare di più? Sicuramente si, ma è anche vero che ci sono i canali tematici, che non mancano mai nella prima serata di una rete ammiraglia. Avere una serata all’insegna della danza non è scontato, anche perché negli altri paesi è difficile che venga trasmesso uno speciale incentrato interamente sulla danza.
I talent show oggi rappresentano una delle principali vetrine per i giovani artisti. Ritiene siano strumenti validi di crescita professionale o rischiano di illudere i ragazzi rispetto ai sacrifici e alla disciplina richiesti da una carriera nei teatri?
Io ritengo che siano strumenti molto validi e che permettano di diffondere la danza, di far vedere la bellezza e lo studio che c’è dietro, ma anche la normalità appartenente a questa arte. Per i ragazzi vedere i loro coetanei che ballano in tv rende tutto molto normale. In passato c’erano pregiudizi che oggi non ci sono: grazie alla televisione, si abbattono delle barriere e si fa vedere un percorso formativo fatto anche di difficoltà. C’è chiaramente anche la consapevolezza che in pochi mesi non si costruisca una carriera. Partecipare ai talent può essere soprattutto un punto di partenza. Questo è senz’altro un modo di accendere i riflettori anche su altri tipi di danza, anche perché in tv non si parla solo di classico ma anche di balli latino-americani e così via. La tv che porta qualsiasi forma di danza in prima serata ha – secondo me – moltissimi lati positivi.
La sua carriera è diventata un modello per generazioni di danzatori e appassionati. Come ha affrontato e gestito la pressione derivante dall’essere un punto di riferimento internazionale? Quanto pesa la responsabilità di portare avanti un nome così autorevole nel panorama artistico mondiale?
C’è sicuramente una grande responsabilità ma io cerco di gestirla sempre con consapevolezza. So che il mio è un grande privilegio, quello di portare migliaia di persone a vedere spettacoli come quello di Viva la Danza ma anche di mostrare alla gente la mia arte. Che sia in teatro o in televisione, sono felice di portare con me un bagaglio di esperienze che ho accumulato nel corso della mia carriera.
Quello che ho costruito in tutti questi anni lo porto al pubblico e lo faccio sempre cercando di dare il massimo della qualità, dell’impegno e della dedizione. Credo che questo si veda da quello che porto in tv e in teatro; il pubblico lo riconosce e negli anni avverto sempre di più la gratitudine della gente. È molto bello quando le persone ti ringraziano per le emozioni che ricevi e per quello che costruisci, per la qualità del percorso che riesci a fare.
Lei ha d’altronde il merito di portare la bellezza nelle case degli italiani, ed è quello di cui abbiamo bisogno in questo periodo storico.
Non mi tiro mai indietro quando c’è qualche progetto in cui credo e che possa portare valore aggiunto. I valori di questa arte sono appunto la bellezza, la magia, la poesia ma anche la gentilezza e l’educazione. Valori importanti – questi – che hanno il potere di entrare dalla porta principale delle case delle persone, e sconfiggere tutto il resto.
Ha qualche consiglio da dare a chi vuole intraprendere questo tipo di carriera?
Consiglio di seguire la danza se è la propria passione, anche se non si hanno le qualità per diventare un grande ballerino. La danza può far star bene, può dare una grande consapevolezza e conoscenza del proprio corpo. Ballare significa sentire il movimento con la musica, e questa è una grande fonte di benessere che permette di raggiungere la consapevolezza di sé, di attenzione e di cura nei confronti del proprio corpo ma soprattutto della propria anima.