Sharewood cresce e punta a nuove sinergie con le adv
Superare lo scoglio che separa una startup da un’azienda capace di camminare con le proprie gambe non è mai un passaggio scontato. Dopo alcuni round di investimenti, grande impegno e una fase di assestamento post-pandemia, oggi Sharewood è pronta a una nuova corsa: quella di posizionarsi come operatore dedicato al turismo sostenibile e consapevole. Una ... L'articolo Sharewood cresce e punta a nuove sinergie con le adv proviene da GuidaViaggi.

Superare lo scoglio che separa una startup da un’azienda capace di camminare con le proprie gambe non è mai un passaggio scontato. Dopo alcuni round di investimenti, grande impegno e una fase di assestamento post-pandemia, oggi Sharewood è pronta a una nuova corsa: quella di posizionarsi come operatore dedicato al turismo sostenibile e consapevole.
Una proposta di valore
La startup milanese è entrata oggi in una fase di pieno scaling e consolidamento, forte di un’identità sempre più definita e di un’offerta che guarda oltre il semplice concetto di vacanza.
Il 2025 è iniziato con un’accelerazione sorprendente: Sharewood ha registrato una crescita del +100% su base mensile nei primi tre mesi dell’anno.
Come racconta la coo Giulia Trombin “oggi Sharewood è a tutti gli effetti un tour operator con una proposta chiara: viaggi esperienziali, attivi e responsabili, pensati non solo per sorprendere, ma per rispondere a un “perché” personale, autentico. Che si tratti di viaggi di gruppo – senza limiti di età e con il supporto di guide locali esperte – oppure di itinerari privati e su misura, l’obiettivo resta quello di creare esperienze capaci di lasciare un segno nell’anima del viaggiatore e un impatto positivo nelle destinazioni attraversate”.
La rete di partner locali
“Per arrivare agli obiettivi che siamo imposti, abbiamo costruito una rete di partner locali con cui lavoriamo quotidianamente per promuovere una forma di turismo che generi valore sul territorio e impatti positivamente l’ambiente e le comunità. Questo approccio ci ha permesso di aprire nuovi canali b2b con realtà corporate, proponendo team building e retreat aziendali co-creati intorno agli obiettivi di business delle aziende” afferma la manager.
Programma per agenzie di viaggio
Quest’anno Sharewood ha lanciato un programma dedicato alle agenzie di viaggio che cercano pacchetti innovativi e desiderano attirare un nuovo target di clientela. “Con loro intendiamo costruire una vera alleanza perché, sebbene la tecnologia sia fondamentale nel nostro modello, la relazione umana e il lavoro consulenziale restano valori irrinunciabili” spiega Trombin.
Partenze garantite
Le partenze in calendario per il 2025 sono oltre 4.000, molte delle quali condivise con le agenzie partner che già lavorano con Sharewood.
Nella visione del giovane tour operator, il viaggio è un’occasione di crescita personale. “È da questa premessa che nasce la nostra nuova linea di viaggi trasformativi, come quello nella Riviera Maya con Giada Campanella, Giovanni Bianco e Y-40, che unisce yoga, freediving e spiritualità in luoghi simbolo come i cenotes, considerati dagli antichi Maya portali tra umano e divino. Alle Maldive, proponiamo soggiorni all’insegna dell’ecoturismo e del contatto con la natura, in cui si può praticare snorkeling nei reef meno turistici, partecipare a progetti di salvaguardia delle tartarughe marine e vivere in guesthouse locali gestite da comunità sostenibili. In Marocco, invece, offriamo itinerari in sidecar alla scoperta di Marrakech e dei villaggi berberi” racconta Trombin.
In arrivo anche le spedizioni
Sharewood sta inoltre sviluppando spedizioni in Baja California per osservare le migrazioni dei cetacei, così come esperienze slow in Vietnam, Thailandia, Laos e Cambogia, dove ogni tappa prevede attività a contatto con la cultura locale, dai corsi di cucina agli incontri con i monaci buddisti.
Tra i piani anche l’Africa. In Namibia, ad esempio, proporrà safari esclusivi con trekking nel deserto, notti sotto le stelle e incontri con i villaggi Himba, autentici e non spettacolarizzati.
La trappola del greenwashing
Francesca Motta
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