Murgia Tarantina: un paesaggio tra storia, natura e meraviglia rupestre

Un viaggio nella Murgia Tarantina tra borghi rupestri, canyon spettacolari e paesaggi che raccontano storie millenarie scolpite nella pietra.

Apr 20, 2025 - 11:29
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Murgia Tarantina: un paesaggio tra storia, natura e meraviglia rupestre

La Murgia Tarantina si estende come una sinfonia silenziosa di pietra e vento nella provincia di Taranto ed è uno straordinario complesso collinare che rappresenta il proseguimento orientale dell’altopiano murgiano, spingendosi verso la valle d’Itria e fino all’arco ionico, attraversando un paesaggio che è sia antico sia sorprendentemente vivo.

A nord-ovest del capoluogo si snodano le linee dei comuni di Laterza, Ginosa e Castellaneta, mentre verso est si affacciano i profili dolci di Martina Franca, Crispiano, Montemesola e Grottaglie. Ancora più a sud, si susseguono i piccoli centri delle serre, tra cui Roccaforzata, Faggiano, San Giorgio Ionico, Carosino, Lizzano, Fragagnano, fino ad Avetrana, quasi al confine con la provincia di Lecce.

Il territorio è suddiviso in due grandi aree orografiche: da un lato le colline centro-occidentali, più alte e scoscese, dall’altro le alture più miti dell’area centrale e orientale. Martina Franca custodisce i rilievi più elevati: il Monte Sorresso raggiunge i 524 metri, seguito da Monte Trazzonara e Monte Fellone, entrambi oltre i 400 metri. Nella zona delle serre, invece, il paesaggio si fa più dolce ma non meno interessante, con colline che sfiorano i 100 metri come Monte Bagnolo, Monte Santa Sofia, Monte dei Diavoli e Monte Specchiuddo.

Le gravine, profonde spaccature carsiche nel terreno, si svelano come l’anima più autentica della Murgia: spazi scavati dal tempo nell’anima della pietra, dove la natura ha disegnato canyon spettacolari e l’uomo ha trovato rifugio fin dalla preistoria. Un ecosistema variegato e affascinante, che conserva il respiro delle civiltà rupestri, la forza dell’erosione e la bellezza selvaggia delle grotte e delle gole.

I borghi più suggestivi da visitare nella Murgia Tarantina

Tra canyon spettacolari e distese di ulivi, la Murgia Tarantina custodisce borghi che sembrano dipinti nel paesaggio.

Luoghi dove la pietra racconta storie millenarie e ogni angolo svela un tesoro nascosto. Dal fascino selvaggio delle gravine alle piazze accarezzate dal sole, scopriamo insieme alcune perle.

Palagianello, il villaggio nella roccia

Appollaiato sulla sua gravina, Palagianello è un borgo d’origine rupestre il cui centro si sviluppa come un villaggio scolpito nella roccia, articolato su più livelli fin dal Medioevo.

Al centro del paese, l’imponente Castello del XVI secolo (voluto dalla famiglia Domini Roberti) domina il paesaggio, mentre ai suoi piedi una strada tortuosa conduce alla Chiesa della Madonna delle Grazie che conserva i resti di un’antica cripta e porta con sé la memoria del crollo degli Anni Settanta, testimoniato dal restauro della facciata.

Le vie rinascimentali si aprono dalla Porta dell’Orologio e portano fino alla Chiesa di San Pietro, nel cuore di un borgo che pare sospeso nel tempo.

Mottola, la città bianca delle grotte sacre

Mottola, la città bianca delle grotte sacre
Fonte: iStock
Particolare del centro storico di Mottola

Austera e candida, Mottola è un piccolo scrigno di pietra bianca. Il quartiere Schiavonia, nucleo medievale del borgo, è interamente costruito sulla roccia, con le stradine lastricate e piazze segrete.

La Chiesa ex-Cattedrale, in stile romanico-pugliese, con il campanile del Trecento e un magnifico rosone, è uno dei tesori architettonici, ma ciò che rende Mottola davvero unica sono le sue chiese rupestri: le Grotte di Dio.

Tra queste, la Chiesa di San Nicola (soprannominata la Cappella Sistina della civiltà rupestre) mostra affreschi e stratificazioni artistiche che raccontano secoli di spiritualità e arte popolare.

Grottaglie, dove l’argilla diventa arte

Adagiata sulle pendici delle Murge, Grottaglie è famosa per l’antica tradizione della ceramica. Nel quartiere delle botteghe artigiane, la terra prende forma e colore nei laboratori scavati nella roccia, dove il fuoco dei forni continua a modellare vasi, piatti e sculture.

Ma il borgo è anche storia e bellezza architettonica: la Chiesa matrice, costruita tra XI e XII secolo, affascina con la facciata trecentesca, il portale romanico e l’altorilievo dell’Annunciazione, mentre il Castello, con le successive ristrutturazioni, racconta il passato feudale.

Oggi, i muri di Grottaglie sono anche un’esplosione di colori grazie ai murales di Paolo Carriere, che ha dato vita a una galleria urbana di personaggi dei cartoni animati.

Martina Franca, il salotto barocco tra le colline

Martina Franca, arroccata su un’altura a 400 metri, è un vero e proprio museo a cielo aperto: le stradine conducono a palazzi eleganti, chiese barocche, portoni scolpiti e scorci da cartolina.

La città conserva con orgoglio un patrimonio culturale e gastronomico che affonda le radici nella tradizione. Oltre al fascino del centro storico, è infatti celebre per i prodotti agroalimentari: salumi, formaggi, olio e vino raccontano la passione degli artigiani locali e il legame profondo con la terra.

Laterza, balcone sulle gravine d’Europa

Laterza e il canyon nel parco naturale Terra delle Gravine
Fonte: iStock
Paesaggio della città sul canyon nel parco naturale Terra delle Gravine

A strapiombo sul canyon più imponente d’Europa, Laterza domina la sua gravina con fierezza. La gola spettacolare, lunga 12 chilometri e larga fino a 500 metri, è il regno della macchia mediterranea, tra silenzi e vasti orizzonti.

È il punto di partenza ideale per andare alla scoperta dell’Oasi Lipu e affrontare il sentiero escursionistico che scende nel cuore della gola, un cammino di 7 chilometri immersi nella natura, tra pareti scoscese e la forza dell’acqua che ha scolpito le pietre per millenni.

Castellaneta, tra dune, cinema e storia

Tra mare e colline, il borgo di Castellaneta, noto per aver dato i natali a Rodolfo Valentino, il famoso attore del cinema muto, conserva nel centro storico architetture medievali, vicoli intricati e un’atmosfera autentica.

Il Duomo barocco dal soffitto ligneo, e i palazzi nobiliari come il Vescovile e il Catalano arricchiscono la visita.

Castellaneta Marina, nella pineta di Bosco Pineto, disegna un contrasto perfetto: dune, sabbia fine e mare cristallino la rendono una delle mete più amate della costa ionica.

Crispiano, la terra delle cento masserie

A Crispiano la Torre Mininni, residenza ottocentesca dall’aspetto nobiliare, domina il paesaggio con la sua elegante scalinata. Le chiese, come quella ottagonale di San Francesco d’Assisi, la Chiesa Vecchia di Santa Maria o la Madonna della Neve, coniugano arte e devozione in uno stile che fonde elementi ionici, romanici e liberty.

Nella Gravina Vallone si cela un gioiello del passato: l’Abbazia di Santa Maria di Crispiano, fondata su una cripta scavata nel tufo e impreziosita da affreschi medievali, dove ammirare una mostra permanente di presepi artigianali, un incanto per grandi e piccoli.

Il Parco della Terra delle Gravine

Nel cuore della provincia di Taranto si estende il Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, istituito nel 2005. Un mosaico di canyon, vegetazione mediterranea e antichi insediamenti che abbraccia i territori di Laterza, Ginosa, Castellaneta, Mottola, Palagianello, Palagiano, Massafra, Crispiano, Statte, Montemesola e Grottaglie.

Il parco è un viaggio nel tempo e nello spazio. Le gravine (vere e proprie gole scavate dall’acqua nei millenni) sono tanto differenti quanto ammalianti. Alcune, più piccole, conservano le tracce della presenza umana sin dal Paleolitico, altre, come quella di Laterza, impressionano per la loro vastità: 200 metri di profondità, 400 di larghezza, e un ecosistema popolato da falchi, poiane, civette e pipistrelli.

La Gravina di Ginosa avvolge il borgo con la sua forma a ferro di cavallo e le sue pareti ospitano grotte, case rupestri e chiese scavate nella roccia, che ne fanno un sito storico e naturalistico di primaria importanza. La Gravina Grande di Castellaneta, invece, si snoda tra anse e pareti verticali, e rivela un passato punteggiato da insediamenti rupestri, pitture murali e reperti archeologici.

Infine, la Gravina di Petruscio, nel territorio di Mottola, è una delle più spettacolari: lunga circa 4 chilometri, cela un villaggio rupestre che sembra una città verticale. Oltre duecento grotte artificiali disposte su più piani, collegate da cunicoli e scale nella roccia, rievocano un’antica vita pastorale, dura e ingegnosa.