Jany McPherson al Blue Note: l’anima cubana che incanta il jazz internazionale
INTERVISTA ESCLUSIVA - Questa sera al Blue Note di Milano Jany McPherson, musicista jazz cubana che si è profondamente legata al nostro paese e che negli ultimi anni ha acquisito una importanza sostanziale sul mercato internazionale tra festival e concerti

Questa sera al Blue Note di Milano Jany McPherson, musicista jazz cubana che si è profondamente legata al nostro paese e che negli ultimi anni ha acquisito una importanza sostanziale sul mercato internazionale tra festival e concerti
“Quando una canzone smette di essere mia e diventa del pubblico, succede la magia”. Basterebbero queste parole per raccontare l’essenza di Jany McPherson, pianista, cantante e compositrice cubana che sabato 19 aprile sale sul palco del Blue Note di Milano con un doppio set (ore 20.30 e 23) per presentare dal vivo A Long Way, il suo ultimo album.
Ma non solo. Dietro a Jany e al suo lungo viaggio ci sono esperienze, sfumature, gioie e piccole sofferenze che l’hanno resa una musicista davvero straordinaria e completa. Un lungo viaggio che comincia da Guantanamo, Cuba… “Per me Cuba e Guantanamo restano casa e famiglia, un posto felice dove sono stata una bambina felice e spensierata, cresciuta in una bizzarra famiglia di artisti. Mio padre musicista come molti altri zii e cugini, molti amici erano ballerini, pittori. Ricordo le prime esibizioni per strada, nel cortile. L’America per me erano le trasmissioni radiofoniche, Aretha Franklin e Michael Jackson: cercavo di imitarli…
Da Guantanamo a Milano
La filosofia di vita di quella bimba di Guantanamo non è cambiata molto: “Direi che ho mantenuto una certa curiosità e moltissima fiducia. Sono sempre stata convinta che se ti impegni, se sei onesta con te stessa anche gli altri si accorgono di questa tua onestà. E le occasioni a poco a poco si creando e pavimentano la tua strada di amicizie e opportunità. Diciamo che ho lasciato che la vita segnasse il mio corso. Io ci ho messo dedizione e impegno”.
La prossima occasione è il Blue Note, uno dei locali jazz più importanti del paese: “Sono già stata a Milano, al Piano City e fu molto emozionante. Ma la prima volta al Blue Note fu come spettatrice per un concerto di Kurt Elling. Essere questa sera lì come performer è qualcosa di straordinario che mi dà una motivazione enorme”.
A Long Way
Il suo rapporto con l’Italia è speciale. Il suo manager e agente è italiano (Gianluca Di Furia, per molti anni con Cammariere) la si vede in Italia ormai sempre più spesso. Con musicisti importanti, italiani anche loro… A Milano si esibisce con Luca Bulgarelli al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria. Un trio per rielaborare un disco molto completo e ambizioso come A Long Way… “Mi piace definirlo una sintesi di quello che sono diventata in questi anni, una sorta di raccolta di tutte le cose che ho fatto e delle mie esperienze. Ci sono brani nati in un attimo e altri che sono rimasti in gestazione per anni. Ci sono esperienze felici e altre che mi hanno costretto a cambiare, ad adattarmi”.
Forse è anche per questo che molte canzoni parlano di consapevolezza: “Non ho mai seguito i tempi canonici del mercato. Scrivo quando sono ispirata. Può capitare e può capitare che devi aspettare. E se devo aspettare aspetto. E suono, magari con altri. E prima o poi le cose capitano”.
L’Italia nel cuore
Dell’Italia le piacciono molte cose: “Il vostro è un paese così fraterno e accogliente, per certi versi siamo molto simili noi cubani e voi italiani. Ho sempre ascoltato tanta musica qui, alcune cose mi sono sempre piaciute così tanto. Non mi sorprende che tanti artisti vengano a vivere qui e si lascino ispirare. Amo Sting, Pino Daniele, apprezzo molto il percorso un po’ world che ha fatto Lorenzo-Jovanotti. Per me la chiave di tutto è la linea melodica di una canzone. Quando scrivo penso… che cosa ricorderà la gente di questa canzone? Mi chiedo se e quando la canticchieranno”.
Jany con John McLaughlin
Forse è anche per questo che i colossi si sono accorti di lei: “La chiamata di John McLaughlin è stata straordinaria, un po’ inattesa. Ne è nata una collaborazione e una profonda amicizia. L’ho voluto nel mio disco con la sua chitarra per Tu y Yo in cui cerco di gettare un ponte tra me e lui, due generazioni diverse, due stili differenti. Eppure così tante cose in comune. I più grandi sono sempre quelli con cui è più facile lavorare…”
Il jazz che educa
Jany ha una idea molto chiara della forza e della potenza della musica: “È un linguaggio universale, forse uno dei pochi che ci sono rimasti. Non amo quando si parla di musica solo come di un prodotto. Stiamo creando valore, educazione: la musica può cambiare la vita, può guarire. Serve un canale comune e serve soprattutto la libertà di essere onesti. E di arrivare al pubblico senza scorciatoie e con la lingua che conosci e che sai parlare. Io mi sono sempre approcciata al pubblico con estrema onestà. Faccio quello che so fare: e non cerco di vendere assolutamente niente…”
Jany McPherson al Blue Note
C’è molta attesa per il suo show di Milano al Blue Note. Poi Jany tornerà in Italia nei prossimi mesi. Già in calendario due appuntamenti, il 21 giugno sarà alla Casa del Jazz di Roma, mentre il 6 dicembre suonerà all’Auditorium Parco della Musica, sempre nella capitale. Due eventi che segnano una relazione sempre più solida con il nostro paese: “Ho molta voglia di suonare, e di ascoltare. Le mie orecchie sono sempre molto allenate. E sono a disposizione. Completata la prima parte del mio percorso sono pronta ad andare avanti. La lunga strada alle mie spalle e attesa da almeno altrettanta strada davanti a me…”