“Il futuro? Sogno una prima serata in tv”. Intervista a Vincenzo Schettini, il fisico che ha conquistato la tv
Vincenzo Schettini è il professore di fisica più amato della tv e si è raccontato senza filtri ai microfoni di TvBlog.

Vincenzo Schettini è un professore e un content creator che, attraverso i suoi contenuti social, ha saputo trasmettere a migliaia di italiani l’amore per la cultura e per la scienza. Anni fa ha dato vita a La Fisica Che Ci Piace. In modo anticonvenzionale, il Prof più amato della tv si è avvicinato anche al piccolo schermo, creando prodotti televisivi tutti orientati sull’importanza dell’insegnamento. Si è raccontato alle pagine di TvBlog.
Professore, lei è riuscito a tradurre un linguaggio accademico complesso, come quello della fisica, in un format accessibile, trovando il giusto equilibrio tra il rigore scientifico e una narrazione adatta al grande pubblico. Quali sono state le criticità? Sente di aver vinto questa sfida?
Non ho mai riscontrato grandi difficoltà nel mettere in atto questo cambiamento e questo mio modo di insegnare, perché l’ho sempre trovato molto naturale. Sono entrato per la prima volta in classe nel 2007 e da lì ho immediatamente trasmesso – attraverso il mio modo di comunicare – la fisica con un linguaggio accessibile, perché sono io sempre accessibile. Sono sempre stato molto diretto sia nella vita che nel mio modo di insegnare. Molto spesso, nel linguaggio scientifico, c’è invece la tendenza a rendere complesse le cose per chi non è un addetto ai lavori. Se tutti dicono “Finalmente ho capito” per me è molto bello, e mi è sempre piaciuto questo desiderio di essere diretti. Mi è anche capitato che una nonna – che non ha mai studiato fisica in vita sua – sia venuta a teatro a vedermi e mi abbia detto: “Grazie a te sto insegnando fisica ai miei nipoti“. Questa è stata per me una cosa bellissima.
Con il suo racconto scientifico e il suo modello in divulgazione innovativo, Lei ha conquistato (anche) un pubblico molto giovane. Qual è il segreto per mantenere alta l’attenzione delle nuove generazioni?
Il segreto sta nell’essere consapevoli del fatto che il modo di apprendere è molto cambiato oggi, così come i tempi di apprendimento. La scienza ha dimostrato che l’attenzione umana non può durare più di 40 minuti: in passato i ragazzi duravano circa 15-20 minuti, oggi nemmeno 10. Bisogna allora trovare il modo di intervallare, chiedere dei feedback e lasciare ai ragazzi la possibilità di intervenire durante la lezione, cercando di coinvolgerli e creando così una connessione tra noi insegnanti e alunni.
Dal web alla tv generalista. Si aspettava questa espansione? Quali sono state le difficoltà di questa transizione?
Non me l’aspettavo assolutamente, all’inizio c’è stata molto inerzia, che è parte del far partire qualcosa. “Rincorrete i vostri sogni”, ci dicono, ma i sogni sono prima di tutto progetti. Quando questo progetto è partito, non c’era la soddisfazione di vedere tanti followers o tanti like, ma c’era solo molta inerzia. In realtà a me non interessava, perché io ero felice di fare quello. Quando accendevo la mia telecamera e facevo la live, io ero contento. Quando il progetto diventa più complesso, bisogna in realtà essere capaci di gestirlo e anche lì interviene l’inerzia.
Il corpo continua a muoversi per conto suo e tutto diventa più complicato. Nell’ingenuità iniziale, mi sono fatto trasportare dal fatto che mi stavo divertendo. I miei colleghi mi chiedevano come facessi a mettermi davanti a una telecamera e a fare una live. Quando le cose le ho immaginate e le ho trasformate in progetti, ci ho creduto tanto e ci ho lavorato tanto. Dietro La Fisica che ci piace c’è infatti un lavoro incredibile, che non è per niente visibile. Questa è una vita di enormi sacrifici, dubbi e corse. Si corre sempre, ma bisogna farlo sempre con il sorriso, altrimenti si perde di vista la cosa più bella.
Perché la Rai ha puntato su di lei? Qual è la risorsa più importante che sente di avere?
La Rai mi ha immaginato come un personaggio che riesce ad essere differente dall’essere solo un professore, ma che sa essere una persona che accompagna le nuove generazioni. Non dimenticherò mai le prime conversazioni avute con i direttori di rete, che mi dicevano di essere preoccupati per i giovani. Per loro era importante che questi insegnamenti venissero dati anche attraverso la televisione. Tra le mie risorse penso che ci sia l’essere oltre il personaggio divulgativo: ho sempre pensato che il potere della tv sia l’intrattenere e il divulgare. Attraverso La Fisica dell’Amore abbiamo voluto dare un taglio educational ma lanciare allo stesso tempo dei messaggi di cui i giovani hanno bisogno. “Tu non sei solo un professore, ma sei anche intrattenitore“, mi disse il direttore di rete all’epoca. Credo che sia questo il motivo della loro stima nei miei confronti.
Il suo programma La Fisica dell’Amore ha parlato dei sentimenti umani attraverso la fisica. Scienza ed emozioni: quanto possano combaciare questi due mondi apparentemente diversi?
Questi due mondi possono combaciare attraverso le riflessioni che facciamo. Ad esempio, se dico la parola forza, ci viene in mente sia la forza di volontà ma anche la grandezza fisica che, se applicata, fa variare la velocità di un oggetto. C’è un parallelo importante che passa attraverso la riflessione: se immaginiamo la forza, questa accelera se la applichiamo a un oggetto. Allo stesso modo, anche la forza di volontà fa accelerare i nostri progetti. In fondo i paralleli sono sempre alla portata di mano. La Fisica dell’Amore porta avanti questo: la certezza della scienza e l’incertezza della vita, cercando di riflettere su entrambi gli aspetti. Quello che ci serve è riflettere, noi vogliamo riportare la gente a dialogare.
Progetti futuri? Cosa le piacerebbe portare in tv?
Mi piacerebbe puntare su delle prime serate, nelle quali portare degli elementi importanti che possano essere legati alla conoscenza e all’arte. Io sono anche un violinista e direttore di coro, e mi piacerebbe portare il legame tra arte e conoscenza. Dobbiamo far innamorare le persone alla conoscenza, in maniera intrattenitiva e portando l’elemento dell’intrattenimento attraverso un prodotto nuovo. Non ho fretta per questo, sono molto giovane rispetto a tanti altri personaggi che fanno la tv da molti anni e che possono solo che insegnarmi. Posso portare sicuramente la mia esperienza in rete anche nel piccolo schermo, anche perché sono convintissimo del fatto che la tv abbia tanto da dare, anche mediante linguaggi nuovi. Stiamo regredendo culturalmente e questi contenuti diventano oggi un obbligo, perché al momento sta diminuendo sempre di più l’amore verso la cultura.