Elio lapidario sui trapper: “Dovrebbero buttare l’autotune e tornare a scuola”
Elio a ruota libera sui trapper e la musica italiana di oggi: “Non so se sia peggio il fatto che ci sia in giro musica orrenda o il fatto che abbia un mercato” Parla Stefano Belisari, in arte Elio de Le Storie Tese, vocalist, frontman e leader della storica formazione italiana che da ormai una […] L'articolo Elio lapidario sui trapper: “Dovrebbero buttare l’autotune e tornare a scuola” proviene da LaScimmiaPensa.com.

Elio a ruota libera sui trapper e la musica italiana di oggi: “Non so se sia peggio il fatto che ci sia in giro musica orrenda o il fatto che abbia un mercato”
Parla Stefano Belisari, in arte Elio de Le Storie Tese, vocalist, frontman e leader della storica formazione italiana che da ormai una quarantina d’anni calca il palchi della penisola proponendo una commistione di comicità lirica e musica di assoluto spessore, con eclettismo e preparazione tecnica esemplari. Non si sbaglia nel dire che EELST sono probabilmente la migliore band italiana degli ultimi decenni in assoluto.
Un motivo c’è: sono tutti bravissimi musicisti. E in una nuova intervista Elio lo sottolinea, rimarcando la differenza con molti cantanti di successo di oggi: “Se leggo i commenti sotto discussioni di questo tipo, rispetto a opinioni del tutto condivisibili che invitano chi non sa cantare a imparare a farlo e chi non sa suonare a prendere qualche lezione, molti immediatamente appoggiano l’etichetta del cringe, o del boomer. Una tristezza infinita”, argomenta Elio.
“La verità è che in giro c’è molta musica orrenda, che ha un mercato. E non so se sia peggio il fatto che ci sia musica orrenda o il fatto che abbia un mercato. Ma c’è anche gente come noi, per fortuna non poca, che prova una infinita dignità nel fare quello che fa bene, nel modo migliore possibile. Se poi piace o meno come sempre e come giusto lo lasciamo decidere al pubblico. Noi sappiamo fare le cose così e non abbiamo mai pensato di voler fare qualcosa di diverso, in modo differente da questo”, sostiene Elio.
Sulla trap e sulla “musica con auto-tune” in particolare è piuttosto lapidario: “Sono anche io convinto che debbano buttare via l’auto-tune e abbracciare un vocabolario, e magari addirittura tornare anche a scuola. Personalmente trovo poche cose interessanti in questo genere di proposta. Anche se hanno successo in cinque minuti. Mentre per fare quello che abbiamo fatto noi per tutta la vita servono mesi e mesi di lavoro, tante idee e una competenza tecnica non da poco. E a realizzare un disco ci mettiamo anni”.
“In giro c’è molta brutta musica, non c’è dubbio. Brutta musica, brutte canzoni, poca ricerca e pochissima sensibilità artistica. Ma soprattutto c’è anche pochissima gente che sa cantare e suonare. A mancare è proprio la qualità di ciò che si propone al pubblico. Al quale, pare, va benissimo anche così”. E ciò detto, Elio non vede perché il subitaneo e fulminante successo dei nuovi cantanti dovrebbe mai essere invidiato da loro o dai musicisti “veri”.
“Dovrei invidiare cosa, il fatto che guadagnano tanto e lavorano relativamente poco? Per quanto mi e ci riguarda la musica è ancora ore di sala prove, discussioni, tentativi che molto spesso butti via senza ripensamenti e un estremo divertimento. La verità è che ci divertiamo ancora moltissimo a fare quello che facciamo anche se non si tratta per forza di fare un disco o di andare in tournée”. L’ultimo album in studio degli Elii, Figgatta de Blanc, risale infatti al 2016.
Nel discorso entra a gamba tesa anche il chitarrista Cesareo, che sostiene: “Per fare le cose bene occorrono un po’ di talento, parecchio studio, un notevole allenamento e non poca passione. Senza queste cose non sei obbligato a salire su un palco. La realtà è che molte regole si sono stravolte e oggi passa in evidenza chi di regole non ne vuole. L’auto-tune non è uno strumento; e non è giusto farlo passare come tale. È un software. Non è lui che si adatta a te. Sei tu che ti adatti a lui”.
Il dibattito sull’auto-tune è aperto da anni, così come lo è quello su artisti e cantanti che esplodono come fenomeni improvvisi senza una gavetta alle spalle: il risultato, chiaro, non potrà certo mai essere un brano come La Canzone Mononota. Ma gran parte del pubblico di oggi, come sostiene lo stesso Elio, pare non chiedere niente in più di questo e forse un motivo c’è e non ha solo a che fare con la musica ma anche con l’evoluzione della tecnologia, dei media e della comunicazione.
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Fonte: Today.it
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