Cosa vedere a Modena: un viaggio tra bellezza e gusto

Modena sorprende con arte, gusto e motori: scopri cosa vedere, vivere e assaporare in una città che emoziona a ogni passo.

Apr 19, 2025 - 09:13
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Cosa vedere a Modena: un viaggio tra bellezza e gusto

Modena è una città che sorprende al primo sguardo e conquista al primo assaggio. In equilibrio perfetto tra eleganza e sapori intensi, tra passato millenario e slanci futuristici, sa incantare con la maestosità del Duomo e con la semplicità irresistibile dello gnocco fritto. È un luogo dove l’arte e il gusto si rincorrono tra vicoli antichi e mercati storici, dove la passione per i motori si fonde con una tradizione culturale profonda e autentica.

Visitare Modena significa aprire una porta su bellezze che resistono al tempo. Dalle piazze Patrimonio dell’Umanità alle acetaie secolari, dai musei ai portici, ogni angolo custodisce un racconto in attesa di essere scoperto.

Tra torri, piazze e capolavori: la bellezza si svela a Modena

Le ragioni per visitare Modena lasciano un’impronta profonda. L’arte che incanta, il cibo che coccola e i motori che ruggiscono. E proprio dall’arte comincia il nostro viaggio nel cuore pulsante dell’Emilia Romagna.

Piazza Grande

Piazza Grande è la scenografia di secoli di vita pubblica e privata, di feste e mercati, di proteste e annunci ufficiali. Non a caso, nel 1997 l’UNESCO ha voluto tutelarla come Patrimonio dell’Umanità, riconoscendone non soltanto la bellezza architettonica ma anche il valore simbolico e culturale che racchiude.

Qui, infatti, svettano il Duomo, la Ghirlandina e il Palazzo Comunale, che formano un disegno potente e ricco di armonia, in cui ogni elemento restituisce una parte della storia di Modena. All’angolo del Palazzo, quasi nascosta ma carica di significato, si erge la Bonissima, statua medievale avvolta dalla leggenda, una donna semplice ma misteriosa, forse ricca e generosa, forse Matilde di Canossa, oppure simbolo di un’antica istituzione cittadina: il fascino risiede proprio in queste domande.

Ai piedi del Palazzo Comunale, un grosso masso rettangolare attira l’attenzione: è la Prera Ringadora, la pietra da cui, nel Medioevo, si arringava la folla. Oggi è muta, ma a saperla ascoltare rievoca voci di mercanti, predicatori, oratori e ribelli.

Il Duomo

Il Duomo a Modena
Fonte: iStock
Bellissimo Duomo di Modena

Quando nel 1099 Lanfranco mise mano al progetto della Cattedrale, probabilmente non immaginava che avrebbe lasciato una delle eredità più importanti della storia dell’architettura europea. Il Duomo di Modena è infatti una delle massime espressioni dell’arte romanica e un punto di riferimento per tutte le chiese che seguiranno.

Ciò che colpisce è l’armonia tra la struttura e la scultura. La facciata è un racconto scolpito nella pietra: merito del maestro Wiligelmo, che affida alle decorazioni il compito di dare voce alla spiritualità dell’uomo medievale. Mostri, alberi, viti, animali e figure bibliche si intrecciano in un forte simbolismo, che accompagna il fedele nel cammino verso la salvezza.

All’interno, la navata centrale custodisce tesori come il pulpito del 1322 e le lastre con i Rilievi della Genesi: tre scene che narrano la creazione, la colpa e la redenzione. Nella cripta, tra silenzi e penombra, riposa San Geminiano, patrono della città. Poco distante, un gruppo in terracotta di Guido Mazzoni, la Madonna della pappa, commuove con la semplicità realistica e la bellezza viva.

L’Orto Botanico

In città esiste poi un luogo inaspettato, ovvero l’Orto Botanico. Fondato nel 1758 per volontà del Duca Francesco III d’Este, è uno dei più antichi d’Italia e ancora oggi rappresenta un prezioso archivio verde della biodiversità mondiale.

Nato come giardino delle piante medicinali, si è via via arricchito grazie a esploratori, studiosi e mecenati come il Conte Cattaneo e il Generale Vaccari, che hanno donato campioni rari e affascinanti provenienti anche da Africa e Asia. Camminare tra le serre e i vialetti è un’esperienza immersiva e sorprendente, un viaggio nella scienza e nella meraviglia.

La Torre Ghirlandina

Alta, elegante, slanciata come una dama in festa: la Torre Ghirlandina è il simbolo indiscusso di Modena. Accanto al Duomo, ne condivide la storia e la funzione. Nata come campanile, ha avuto un ruolo centrale nella vita pubblica della città: le sue campane scandivano le ore, davano l’allarme, segnalavano eventi fondamentali.

Ma era anche una fortezza simbolica: al suo interno venivano custoditi i documenti più importanti del Comune, insieme a oggetti preziosi e simbolici, come la famigerata “Secchia rapita”, semplice secchio ma potente emblema di orgoglio modenese. All’interno, salendo fino alla Stanza dei Torresani, si possono ammirare capitelli scolpiti che narrano miti e leggende.

E se volete approfondire ancora di più, una tappa al Museo del Duomo e al Lapidario, in largo Porta Sant’Agostino, propone uno sguardo ancora più profondo su ciò che si nasconde sotto e dentro tali pietre millenarie.

Il Mercato Albinelli

Lo storico mercato degli Albinelli, Modena
Fonte: iStock
Lo storico mercato degli Albinelli

Varcare la soglia del Mercato Albinelli è come fare un balzo nel tempo, senza rinunciare al presente. Costruito nei primi anni del Novecento, è rimasto fedele alla sua forma originale: banchi in marmo, acqua corrente, igiene e qualità. Era una rivoluzione all’epoca, e oggi è un punto fermo per chi cerca autenticità e sapori veri.

In 1200 metri quadrati si concentrano 62 bancarelle, ognuna specializzata in una delizia. Tra frutta, formaggi, salumi e pane, si respira il profumo di una tradizione che resiste. Non mancano tavoli dove fermarsi a mangiare, per un pranzo informale ma straordinario, immersi nel cuore gastronomico di Modena.

Museo Enzo Ferrari

A Modena, il rombo dei motori non è solo un suono: è un’eco dell’anima. La passione per le auto da corsa è palpabile ovunque, ma trova la sua celebrazione più intensa nel Museo Enzo Ferrari, dedicato all’uomo che trasformò un sogno in leggenda.

Qui, in un padiglione futuristico che richiama il cofano di una Ferrari, si vive un’esperienza entusiasmante tra auto storiche, racconti biografici e installazioni audiovisive. Ogni cinquanta minuti parte uno spettacolo multimediale che ripercorre la vita di Enzo Ferrari, con immagini, suoni e atmosfere che emozionano anche chi non è un appassionato di motori.

Accanto al padiglione moderno, la casa natale di Enzo è stata restaurata e accoglie oggi il Museo dei Motori: un viaggio tecnico e affascinante tra ingranaggi e cilindri, tra officine e sogni meccanici. E per chi volesse proseguire, la visita continua a Maranello, dove batte forte il cuore della Formula 1.

La Galleria Estense

Non esiste visita a Modena che possa dirsi completa senza dedicare qualche ora alla Galleria Estense. Custodita nel Palazzo dei Musei, è una delle collezioni d’arte più importanti d’Italia, e riflette lo splendore di una delle corti rinascimentali più raffinate d’Europa.

Passeggiando tra le sale si incontrano capolavori di Piero della Francesca, Giovanni Bellini, Tiziano, Mantegna. Ma anche ceramiche, sculture, arazzi e arredi che raccontano la vita, il gusto e le ambizioni della famiglia d’Este.

Museo Civico d’Arte

Il Museo Civico d’Arte è una piccola enciclopedia visiva della storia di Modena e del mondo. Nato nel 1871, ha raccolto nel tempo donazioni, ritrovamenti e collezioni che oggi formano un patrimonio eclettico e affascinante. Reperti archeologici, opere medievali, strumenti musicali, tessuti, armi: ogni oggetto ha una storia e una voce.

Nel Palazzo dei Musei, è uno scrigno che merita tempo e attenzione, per scoprire non solo il passato di Modena, ma anche quello di tante civiltà lontane, grazie all’impegno di collezionisti illuminati come il conte Gandini e il marchese Coccapani Imperiale.

Tra sapori che scaldano il cuore e sentieri che raccontano la Storia

Modena centro storico
Fonte: iStock
Suggestivo scorcio del centro storico

C’è chi arriva a Modena per la bellezza delle sue chiese e chi per l’eleganza delle sue gallerie. Ma è quando ci si siede a tavola che la città emiliana rivela tutto il suo carattere: generoso, autentico, appassionato.

Non a caso, qui e in provincia sono nate alcune delle specialità italiane più conosciute al mondo. E non si tratta solo di tortellini (anche se questi piccoli capolavori di pasta ripiena meritano da soli il viaggio) ma anche di tortelloni, passatelli, lasagne con il ragù denso e ricco, del brodo che profuma la casa e scalda il cuore, delle tigelle che si aprono come scrigni per salumi saporiti.

Poi c’è il già citato gnocco fritto da gustare bollente, appena tolto dall’olio, magari con un velo di lardo o una fetta di prosciutto di Modena DOP. E ancora lo zampone e il cotechino, con i fagioli a completare un quadro che sa di casa, di inverni pieni e tavole lunghe.

In ogni pasto, il Parmigiano Reggiano accompagna con discrezione e forza, mentre il Lambrusco (quello autentico, DOC) aggiunge brio con le bollicine scure e il carattere deciso.

Ma se c’è un prodotto che più di tutti racchiude l’anima profonda di questa terra, è l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Un tesoro nero, denso, profumatissimo, che nasce da un lento, lentissimo processo di invecchiamento e da un sapere tramandato di generazione in generazione. Si può conoscere meglio nel sottotetto del Palazzo Comunale, tra travi antiche e luci soffuse, nell’Acetaia Comunale, dove si può compiere un viaggio sensoriale e culturale tra botti di legni diversi, profumi intensi e storie familiari. La visita guidata permette di conoscere la differenza tra l’IGP e il DOP, di capire come si ottiene quella densità quasi magica e di vedere da vicino gli strumenti e i tempi, lunghissimi, che fanno del condimento un’eccellenza assoluta.

Ancora, per chi desidera uscire dai confini cittadini e vivere l’anima verde di Modena, la Via Vandelli è un invito irresistibile. Non si tratta solo di un sentiero, ma di un vero e proprio viaggio attraverso i secoli, che unisce Modena a Massa passando per le Alpi Apuane. Furono le ambizioni del Duca di Modena a volerne la costruzione nel Settecento, affidandone la realizzazione all’architetto Domenico Vandelli da cui prese il nome.

Oggi è un percorso affascinante, da affrontare a piedi o in bicicletta, che regala panorami straordinari e il contatto con una natura ancora autentica. La prima tappa parte dal cuore stesso della città: si attraversa Piazza Roma con il Palazzo Ducale Estense, si saluta la Ghirlandina, si costeggia il percorso natura del Tiepido fino a Torre Maina. Da qui, la salita comincia e accompagna verso le prime colline, fino al Santuario di Puianello, dove termina la prima tappa, lunga 27 chilometri. Faticosa, certo, ma indimenticabile.