Balneari, slitta il decreto Indennizzi: le ragioni

Slitta di almeno una o due settimane il “Di” Day, il giorno del decreto Indennizzi per i balneari o, per meglio dire, il giorno della verità nell’annosa vicenda delle concessioni. Era fissato al 31 marzo, infatti, il termine dell’Ue, ma dal ministero dei Trasporti è arrivata la conferma della richiesta di un’ulteriore dilazione della richiesta a Bruxelles, per valutare bene il testo del decreto e, nel caso, un nuovo  passaggio con Regioni, Comuni e associazioni di categoria. Continue reading Balneari, slitta il decreto Indennizzi: le ragioni at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Mar 31, 2025 - 16:52
 0
Balneari, slitta il decreto Indennizzi: le ragioni
Balneari, slitta il decreto Indennizzi: le ragioni

Slitta di almeno una o due settimane il “Di” Day, il giorno del decreto Indennizzi per i balneari o, per meglio dire, il giorno della verità nell’annosa vicenda delle concessioni.

Era fissato al 31 marzo, infatti, il termine dell’Ue, ma dal ministero dei Trasporti è arrivata la conferma della richiesta di un’ulteriore dilazione della richiesta a Bruxelles, per valutare bene il testo del decreto e, nel caso, un nuovo  passaggio con Regioni, Comuni e associazioni di categoria.

Il provvedimento, a firma dei ministri Matteo Salvini (Mit) e Giancarlo Giorgetti (Mef), dovrà contenere precise indicazioni sulle cifre da riconoscere a chi perderà la concessione della spiaggia nelle prossime “aste”.

Alla vigilia del mancato “Di day” si sono moltiplicate le indiscrezioni sulle due ipotesi per il testo finale: da un pericoloso “strappo” – o un’avventata fuga in avanti – del vice premier Salvini, sempre più in rotta di collisione con l’Ue, a un passo indietro e quindi attenersi a quanto aveva stabilito Bruxelles, che nei giorni scorsi aveva ribadito  di non poter accettare trattamenti di favore. Li considererebbe un limite alla concorrenza e un indebito aggravio sulle spalle di chi subentra. D’altra parte, da molto tempo l’Ue sostiene che i cosiddetti beni “immateriali”, come il marchio e l’avviamento, non vengono ritenuti legittimi nel calcolo dell’indennizzo.

Tecnicamente si parla di riconoscere gli investimenti non ancora ammortizzati – cioè non ancora “scaricati” sul Fisco – e di fornire una remunerazione equa degli investimenti fatti negli ultimi cinque anni. Punti fortemente contestati dai balneari che hanno sempre ribattuto come, con gli anni di pandemia e di incertezze sulle concessioni demaniali, in pochi abbiano investito denaro nell’attività.

Di certo l’Europa è pronta ad avviare un’istruttoria d’infrazione, aprendo così un nuovo contenzioso con l’Italia in uno dei momenti meno propizi per esacerbare gli animi politici.