Pokèmon, il finale pensato da Shudo era molto crudo e oscuro
La serie animata di Pokèmon avrebbe potuto essere molto diversa da quella che conosciamo Seguiteci sempre su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp! Il franchise Pokémon, tra i più longevi e amati al mondo, ha intrattenuto generazioni di fan con le avventure di Ash Ketchum e dei suoi fidati mostriciattoli tascabili per oltre due decenni. Ma cosa […] L'articolo Pokèmon, il finale pensato da Shudo era molto crudo e oscuro proviene da LaScimmiaPensa.com.

La serie animata di Pokèmon avrebbe potuto essere molto diversa da quella che conosciamo
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Il franchise Pokémon, tra i più longevi e amati al mondo, ha intrattenuto generazioni di fan con le avventure di Ash Ketchum e dei suoi fidati mostriciattoli tascabili per oltre due decenni. Ma cosa sarebbe successo se la serie si fosse conclusa come originariamente immaginato dal suo sceneggiatore storico, Takeshi Shudo?
Le idee che Shudo sviluppò per un possibile epilogo della saga erano molto diverse dall’atmosfera leggera e ottimista che ha caratterizzato il cartone animato: tra riflessioni filosofiche, scenari post-apocalittici e rivolte dei Pokémon, i suoi concept di fine serie rivelano una visione sorprendentemente profonda e a tratti inquietante.
La prima serie animata Pokémon debuttò in Nord America l’8 settembre 1998, dopo essere stata doppiata e rieditata per il pubblico occidentale. La storia segue Ash Ketchum (doppiato da Veronica Taylor nella versione inglese), un bambino di 10 anni con un grande sogno: diventare un Maestro Pokémon. Ambientato in un mondo in cui, accanto ad animali comuni, esistono creature intelligenti con poteri straordinari – i Pokémon – l’universo della serie fonde elementi fantasy e fantascientifici.
Grazie alle tecnologie avanzate di questo mondo immaginario, i Pokémon possono essere convertiti in energia e conservati all’interno di Poké Ball, contenitori sferici grandi quanto una palla da baseball. I Pokémon vengono spesso utilizzati per combattere in duelli simili a combattimenti clandestini tra animali, sebbene il legame tra umano e Pokémon venga rappresentato come affettuoso e armonioso. Ash e il suo Pokémon simbolo, Pikachu (doppiato da Ikue Otani), sono l’esempio perfetto di questa connessione emotiva.
Takeshi Shudo, sceneggiatore capo della serie giapponese nelle sue prime quattro stagioni (dal 1997 al 2000), è stato una figura chiave nello sviluppo del franchise. Scrisse anche la sceneggiatura del film Pokémon: The First Movie (Mewtwo Strikes Back in Giappone), ritenuto da molti l’apice della saga animata.
In un post del 2009 pubblicato sul suo blog (successivamente tradotto da LavaCutContent), Shudo rifletteva sulla sua esperienza con Pokémon, rivelando che inizialmente non si aspettava che la serie durasse così a lungo. Al contrario, aveva già in mente diverse idee — alcune piuttosto cupe — su come la saga avrebbe potuto concludersi.
Secondo Shudo, una delle possibili conclusioni prevedeva la morte di Ash per vecchiaia. In un’altra visione, il mondo avrebbe assistito a una guerra tra esseri umani e Pokémon. Entrambe le ipotesi segnavano un netto cambiamento di tono rispetto al solito spirito della serie. Ecco come Shudo descrisse una delle sue idee più toccanti.
Passano mesi e anni. Ash invecchia, poi un giorno, all’improvviso, ripensa al suo passato. Ricorda con affetto la sua infanzia. Le avventure vissute con i suoi fantastici Pokémon, l’amicizia, la convivenza. Forse Ash non ha potuto vivere queste esperienze più avanti nella vita. Tuttavia, da bambino c’erano Pikachu e tanti altri Pokémon, Jessie e James, e Mewtwo… E molto altro ancora: l’anziano Ash ricorda tutto ciò che è successo durante le sue avventure da bambino.
Poi Ash avrebbe sentito la voce di sua madre che gli diceva di andare a letto, perché il suo viaggio Pokémon sarebbe iniziato la mattina seguente. Ash si sarebbe risvegliato all’età di 10 anni e avrebbe potuto rivivere la sua vita da capo. Solo che questa volta, ‘non avrebbe intrapreso un viaggio per catturare Pokémon o diventare un Maestro Pokémon, ma per scoprire il significato dell’esistenza, per scoprire come coesistere con gli altri’.”
Un finale dolce, nostalgico e quasi filosofico, che avrebbe trasformato la serie in una riflessione sull’esistenza e sulla convivenza, in un mondo apparentemente utopico alimentato da energie rinnovabili e dominato da valori collettivi. Una visione che in certi aspetti può ricordare l’universo di Star Trek.
Ma tra le visioni alternative di Shudo, ce n’era una decisamente più controversa: un finale in cui i mostriciattoli tascabili si sarebbero ribellati agli esseri umani.
I Pokémon organizzerebbero una rivolta, proprio come Spartaco nell’antica Roma. Sebbene a prima vista sembrino amici degli umani, si renderebbero conto di essere in realtà usati come schiavi, il che porterebbe a una rivolta. Pikachu diventerebbe il leader della rivolta e finirebbe per combattere con Ash. I
l Team Rocket, in possesso di molti Pokémon sinistri (tra cui Meowth, che può tradurre il linguaggio dei mostricattoli tascabili in quello umano), cercherebbe di mediare il conflitto, ma farebbe un pessimo lavoro di interpretazione e non farebbe altro che peggiorare la situazione.
Jessie, James e Meowth, i celebri membri del Team Rocket, avrebbero assunto un ruolo chiave nella mediazione del conflitto, in un contesto carico di tensione. Tuttavia, Shudo dichiarò che se avesse scritto questa storia, sarebbe stata la fine definitiva del franchise: un punto di non ritorno che avrebbe distrutto le fondamenta dell’universo Pokémon così come lo conosciamo.
La serie animata ha continuato a essere trasmessa in Giappone fino al 2023, raggiungendo un totale di 26 stagioni, accompagnate da 25 film, numerosi cortometraggi e speciali. Tuttavia, Takeshi Shudo abbandonò il franchise proprio perché le sue idee conclusive furono ritenute troppo estreme e la serie venne invece progettata per durare indefinitamente.
Le sue proposte, tuttavia, rimangono testimonianza di un’intenzione narrativa più profonda, a tratti critica, che mette in discussione i meccanismi alla base del mondo di Pokémon. Una riflessione che continua ad affascinare gli appassionati, ancora oggi.
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