Ciclovia dei Parchi della Sicilia: cinque tappe in sella tra aree protette, storia e arte

Un tuffo nel cuore più autentico dell’isola. Un itinerario che attraversa quattro aree protette: quella fluviale dell’Alcantara e quelle dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonie. Ci vogliono gambe buone, però. Perché la nuova Ciclovia dei Parchi della Sicilia si snoda per circa 270 chilometri con 5.870 metri di dislivello, lungo strade poco trafficate immerse nella L'articolo Ciclovia dei Parchi della Sicilia: cinque tappe in sella tra aree protette, storia e arte sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Mar 28, 2025 - 08:03
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Ciclovia dei Parchi della Sicilia: cinque tappe in sella tra aree protette, storia e arte

Un tuffo nel cuore più autentico dell’isola. Un itinerario che attraversa quattro aree protette: quella fluviale dell’Alcantara e quelle dell’Etna, dei Nebrodi e delle Madonie. Ci vogliono gambe buone, però. Perché la nuova Ciclovia dei Parchi della Sicilia si snoda per circa 270 chilometri con 5.870 metri di dislivello, lungo strade poco trafficate immerse nella natura, fra remote zone rurali e borghi gioiello.

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stazione ferroviaria di Giardini Naxos prima tappa della Ciclovia dei Parchi della Sicilia
La stazione ferroviaria di Giardini Naxos, da dove parte la prima tappa della Ciclovia dei Parchi della Sicilia © Fabrizia Postiglione

Ciclovia dei Parchi della Sicilia: 5 tappe in 6 giorni

Prima tappa

Cinque tappe in tutto. La prima (56,6 km, 1.250 metri di dislivello), nel Parco fluviale dell’Alcantara, parte dalla neogotica stazione ferroviaria di Giardini Naxos.

Dopo 20 chilometri ecco la normanna Francavilla di Sicilia, da cui si dipana il sentiero Le gurne dell’Alcantara, affacciato sul fiume e sui suoi laghetti tondeggianti: le gurne, appunto.

Quindi si avvista Castiglione di Sicilia, ex fortezza araba e poi città regia sveva e normanna, che sorge su un contrafforte marnoso affacciato sull’Etna e sui monti Peloritani.

A Linguaglossa, scrigno di palazzi liberty, edifici tardo-ottocenteschi e residenze barocche, la nera pietra vulcanica si alterna alla chiara arenaria e al tufo giallo. Da qui s’imbocca la Strada del Vino, che costeggia vitigni e cantine tra le frazioni di Passopisciaro e Solicchiata. Esposizione e microclima peculiari coccolano queste uve, che si nutrono delle colate laviche per arricchirsi delle proprietà organolettiche che rendono unici i vini etnei.

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Si pedala agilmente sul falsopiano e si aggrediscono ampi tornanti con pendenze soft che si arrampicano sul fianco nord dell’Etna, fino a quota mille. Poi si scende a ruota libera su Randazzo, ricca di edifici-simbolo, su tutti la bella basilica normanno-sveva di Santa Maria Assunta dai tre absidi merlati.

Biker nel parco etna sicilia
Biker impegnati su un sentiero del Parco dell’Etna © Shutterstock

Seconda tappa

Il secondo giorno si penetra nel selvaggio Parco dei Nebrodi, affrontando numerosi saliscendi che fanno accumulare ben 1.250 metri di dislivello in soli 60 chilometri.

Il paesaggio è ricco di sorgenti, laghi, cascate. Rilievi rigogliosi si alternano a vallate solcate da fiumare e ad affioramenti calcarei. Raggiunta la quota più alta (1.148 metri) appare Cesarò, appollaiata su una rupe e abbracciata da quercete e faggete, baluardo difensivo e snodo delle regie trazzere, le vie utilizzate per la transumanza. Quindi si supera San Teodoro e le rive del lago d’Ancipa per arrivare a Cerami.

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chiesa di Santa Maria di Loreto a Petralia Soprana Sicilia
Una veduta della chiesa di Santa Maria di Loreto
a Petralia Soprana

Terza tappa

Nella terza frazione (55 km, dislivello 1.240 m) si scopre il Parco delle Madonie, universo verde di flora endemica e specie rare, tra cui la ginestra di Cupani, che durante la fioritura inebria i sensi con il suo profumo mielato.

Sopra un dirupo seghettato sorge Nicosia, nota come la Città dei 24 baroni (tanti ce n’erano nel Settecento), labirinto tridimensionale di vanidduzze (viuzze), piazze, palazzi nobiliari e scalinate.

Sosta alla pasticceria Caprice per rifornirsi di energetici nocattoli, dolci tipici alle mandorle e di pizzilati, ripieni di fichi, mandorle e uvetta o marmellata di cotogne.

La discesa verso Sperlinga, la Matera di Sicilia, è piacevole. Qui c’è un bel castello medievale scavato nell’arenaria, mentre millenarie case rupestri sono state trasformate in piccoli musei che conservano antichi attrezzi agricoli e oggetti della quotidianità.

Pedalando a 850 metri di quota si respira aria fresca e pulita mentre si raggiunge il borgo gioiello di Gangi. Dove si può affrontare a piedi il susseguirsi di vicoli acciottolati per scoprire il castello trecentesco, Palazzo Sgadari, che ospita il Museo civico con la pinacoteca e la sezione etno-antropologica, e la chiesa della Badia (XIV sec.), facciata minimalista e interni sontuosi con affreschi e un bel pavimento in maiolica.

Si continua a salire sui fianchi del Cozzo Bianco (1.116 metri), le cui pendenze pedalabili (3-7%) permettono di gestire lo sforzo, ammirando lo scenario superbo. Prima di arrivare a Petralia Sottana, meta finale della tappa, si devia per Petralia Soprana. Nelle giornate nitide vale la pena scoprire le tre terrazze panoramiche: da quella di Santa Maria di Loreto si scorgono l’Etna, Enna e Caltanissetta, dal Carmine la vista spazia sulla Sicilia Occidentale e si contemplano bei tramonti, da piazza Duomo, invece, lo sguardo abbraccia Gangi.

Quando nevica il borgo è fiabesco, ma con il sole ci si può perdere fra residenze aristocratiche arabo-normanne, fontane, balconi fioriti. Un mix di stili ne caratterizza l’architettura: emblematica la barocca chiesa di Santa Maria di Loreto, che sorge sul sito di un castrum romano, poi trasformato in fortezza saracena, quindi in convento dai frati Carmelitani (XI-XII sec).

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Cassatina siciliana
Cassatina siciliana © Fabrizia Postiglione

Quarta tappa

La quarta tappa (62,2 km, dislivello 1.150 m) parte dal fianco sudest del Parco delle Madonie, poi ne risale il versante ovest disegnando un ferro di cavallo. Grazie alle diverse altitudini si alternano campi coltivati e agrumeti, pascoli e vigneti, uliveti e macchia mediterranea. E poi, inerpicandosi, foreste di frassini e noccioli, querce da sughero e boschi di rovere, agrifogli e faggi.

Oltrepassata Scilato riprende il saliscendi fino a Collesano, nota per il Museo della Targa Florio, la più antica corsa automobilistica di durata al mondo. Quindi si raggiunge Castelbuono.

Quinta (e ultima) tappa

Nella tappa finale in soli 36 km si sfiorano i mille metri di dislivello. Salendo a Pizzo Sant’Angelo si sfidano rampe cattive, con pendenze oltre il 20%, ma la discesa su Gratteri è un paradiso per le gambe. La cittadina è avvolta in un bosco che si specchia nel Tirreno e ha il dna verace della Sicilia di montagna.

Il declivio che precipita da Cozzo Sellita verso il mare apre scorci panoramici sulla magnifica Cefalù, destinazione finale della Ciclovia, dominata dalla sua Rocca, sotto la quale si aggrovigliano vicoli e piazze, tra cui quella splendida della Cattedrale, dove gustare colazioni a base di cappuccino e cannoli.

Fiancheggiato da due torri, il Duomo siculo-normanno, Patrimonio Unesco, racchiude tesori quali i mosaici bizantini dominati dalla figura del Cristo Pantocratore (1148), il fonte battesimale romanico, la croce lignea bifronte del XV secolo. Meritano anche il palazzo fortificato Osterio Magno e il Lavatoio Medioevale scavato nella roccia.

Poi ci si concede un’arancina all’Antica Focacceria Sapori Siciliani (via Gioeni 87), dal cuore di ragù che si scioglie in bocca. Una soffice mezzaluna di sabbia si allunga a ovest del nucleo antico, l’acqua azzurrissima invita. Magari anche solo a una passeggiata tonificante.

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ceramista al lavoro cefalu' sicilia
Un ceramista al lavoro nel cuore di Cefalù © Fabrizia Postiglione

Come arrivare in Sicilia

Con easyJet e Ita Airways si vola dalle principali città italiane su Catania, poi si prosegue per Giardini Naxos con i regionali di Trenitalia.

Ciclovia dei Parchi della Sicilia: info utili

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