Little Siberia: una dark-comedy tra le nevi della Finlandia – Recensione
Il tranquillo villaggio finlandese di Hurmevaara resta profondamente scosso in seguito alla caduta di un meteorite durante una notte d’inverno, con le prime stime ufficiali che danno al “sasso” piombato dal cielo un valore approssimativamente pari a un milione di euro. Naturale che l’oggetto faccia ora gola a molti ed è allora che il sindaco […]


Il tranquillo villaggio finlandese di Hurmevaara resta profondamente scosso in seguito alla caduta di un meteorite durante una notte d’inverno, con le prime stime ufficiali che danno al “sasso” piombato dal cielo un valore approssimativamente pari a un milione di euro. Naturale che l’oggetto faccia ora gola a molti ed è allora che il sindaco locale chiede a Joe, pastore della comunità e veterano di guerra, di custodirlo nel museo cittadino prima del già predisposto trasferimento a Londra.
In Little Siberia il religioso ha altresì il suo ben da fare, dopo la scoperta che la moglie è rimasta incinta. Peccato che lui, per via di una ferita di guerra in Afghanistan, non possa avere figli, con tutti i dubbi e le conseguenze del caso. Quando qualcuno cerca di rubare il meteorite la situazione si complica sempre di più e Joel non saprà di chi potersi fidare nel tentativo di svolgere il suo compito e al contempo comprendere il da farsi nella gestione del suo rapporto coniugale.
Little Siberia, recensione: i come e i perché
Le recensioni più entusiaste hanno richiamato addirittura il cinema dei fratelli Coen, con naturalmente Fargo (1996) quale principale fonte di ispirazione. Ma anche spunti che sembrano provenire da Soldi sporchi (1998) di Sam Raimi fanno capolino in questo piccolo film finlandese che è andato ad arricchire il catalogo Netflix come produzione a marchio original.
Paragoni forse un po’ pretenziosi, ma che offrono comunque un’idea di quanto lo spettatore potrà attendersi nel corso dei cento minuti di visione, con il freddo e i paesaggi innevati a fare da bianca ambientazione a una dark-comedy che mette a nudo i segreti di una piccola comunità, dove “tutti sanno tutto di tutti” soltanto sulla carta e diversi colpi di scena sono destinati a venire alla luce nella sempre più frenetica narrazione.
Credere o non credere
Una storia crime dove il protagonista è un uomo di Chiesa la cui fede è inevitabilmente messa alla prova, con i pensieri rivolti a quel Dio che sembra essere il solo interlocutore del quale potersi effettivamente fidare. Le atmosfere nordiche caratterizzano una sceneggiatura che a conti fatti non regala sorprese degne di nota, cercando di compensare una narrazione più classica del previsto con uno stile pulp leggero e accomodante, tale da giustificare il senso del racconto.
Alla base di Little Siberia vi è l’omonimo romanzo di Antti Tuomainen, scrittore di polizieschi pubblicato anche nel nostro Paese. Per ovvie ragioni nell’adattamento si è operata una profonda sintesi e a tratti si ha l’impressione che alcune figure secondarie siano state snobbate, adoperandosi più di arrivare sani e salvi alla resa dei conti finale che di curare pienamente anche il centro stesso della vicenda. Che intrattiene, ma a cui manca quel quid per potersi dire totalmente riuscita.
Conclusioni finali
La casualità, il destino o meglio ancora Dio – come pensa il protagonista, pastore locale in crisi di vocazione – muovono i fili nel piccolo villaggio finlandese teatro degli eventi di Little Siberia, dark-crime-comedy che strizza un occhio e mezzo allo stile dei Coen.
Una visione godibile ma mai incredibile, che si limita a innestare questa storia criminale in una ridotta comunità immersa in una neve sempre più fitta, dove i segreti non possono restare tali troppo a lungo e l’arrivo di un meteorite scatena una serie di gelosie e tradimenti, con il denaro quale movente perfetto per i crimini in divenire.