Viaggio nel tempo per ritrovare l’infanzia, e la magia delle “potature neuronali”

Testo tratto dalla rubrica Restart di Andrea Bariselli su DOVE di marzo 2024 Ho pensato una cosa, all’apparenza stupida. L’ho fatto vedendo cadere la neve. È evento ormai talmente raro e carico di potente meraviglia, che per questa ragione avremmo dovuto fermarci tutti e uscire di casa. Interrompere qualsiasi superficiale distrazione, correre all’aperto e sentire sul viso L'articolo Viaggio nel tempo per ritrovare l’infanzia, e la magia delle “potature neuronali” sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Mar 31, 2025 - 15:06
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Viaggio nel tempo per ritrovare l’infanzia, e la magia delle “potature neuronali”

Testo tratto dalla rubrica Restart di Andrea Bariselli su DOVE di marzo 2024

Ho pensato una cosa, all’apparenza stupida. L’ho fatto vedendo cadere la neve. È evento ormai talmente raro e carico di potente meraviglia, che per questa ragione avremmo dovuto fermarci tutti e uscire di casa. Interrompere qualsiasi superficiale distrazione, correre all’aperto e sentire sul viso la soffice carezza dei fiocchi. Ascoltare il rumore croccante dei nostri passi e godere della luce – e che luce – di questo manto bianco. Pensateci un attimo: da bambini lo avremmo fatto, perché da adulti no? Cosa si spegne a un certo punto dentro di noi?

La vita è la stessa, noi anche, ma abbiamo cambiato prospettiva. Il passare del tempo a volte ci abbrutisce, ci rende seri, talvolta tristi e sempre preoccupati. Ma di cosa? La magia della neve non sembra un motivo sufficiente per rompere questo circolo vizioso.

Sulle tracce dell’infanzia

C’è un viaggio che tutti nella vita abbiamo intrapreso, una strada che ci ha portato proprio dove siamooggi: è la nostra infanzia. Essere stati bambini in un mondo straordinario come questo, è un dono del quale spesso perdiamo memoria. La maggior parte di noi ha vissuto con la magia negli occhi per diversi anni, abbiamo visto luoghi, fenomeni e “cose” con la bocca spalancata per lo stupore.

Immaginate la prima volta che avete visto il mare, la Via Lattea, sentito il profumo di un fiore o che avete mangiato la neve. Quello dell’infanzia è il viaggio più incredibile e avventuroso che un essere umano possa fare. E succede perché abbiamo dalla nostra parte una potentissima lente di ingrandimento sulle esperienze del mondo: la curiosità, quella pura, primitiva, sincera. Il nostro cervello è una macchina che vive sulla previsione, e per poterlo fare, deve assimilare e capi re più cose possibili dell’ambiente circostante.

Ecco quindi che tutto ciò con il quale entriamo in contatto è sempre una nuova scoperta, un prodigio dietro l’altro. Ma nell’infinita mole di informazioni che assimiliamo durante questo percorso, accade a un certo punto qualcosa di incredibile.

L’incredibile potenza del cervello

Se alla nascita i neuroni sono inadeguati e disconnessi, nei primi due anni di vita cominciano a connettersi in modo estremamente rapido,
mentre recepiscono informazioni sensoriali. A questo punto, nel cervello di un infante si formano ben due milioni di nuove connessioni al secondo. Entro i due anni d’età, un bambino ha oltre centomila miliardi di sinapsi, il doppio di quante ne abbia un adulto.

Così facendo, raggiunge il suo massimo e ha molte più connessioni di quante gliene servano realmente. E qui accade l’incredibile: il fiorire di
nuove connessioni è soppiantato da una strategia che potremmo definire di “potatura neuronale”: man mano che si cresce il 50 per cento delle sinapsi verranno eliminate. La domanda cruciale, quindi, è: quali sinapsi restano e quali se ne vanno?

La Natura come maestra

Il processo per diventare ciò che siamo è caratterizzato dalla potatura delle possibilità che erano già presenti. Diventiamo quello che siamo non per ciò che cresce nel vostro cervello bensì per quanto é stato eliminato. È qui che sta la forza di questo incredibile viaggio. Durante tutta la nostra infanzia, l’ambiente in cui viviamo raffina la nostra mente, intervenendo sulla giungla delle possibilità e riplasmandola. Le nostre sinapsi stabiliscono un minor numero di connessioni, che tuttavia diventano più forti.

È per questa ragione che oggi riteniamo fondamentale crescere le nuove generazioni in un contesto che possa permettere un contatto sano e autentico con la Natura. Ma per poterlo fare, lo sforzo vero deve essere quello di fare spazio e rilanciare una cultura del bello, della meraviglia, dell’ambiente. Dobbiamo permettere a quella magia dell’infanzia di restare sempre con noi.

Basta tornare a osservare il mondo, lentamente, nel silenzio. Ritrovare la strada che si percorreva da bambini è un atto che ricorda all’uomo l’essenza della sua condizione. Essere vivi e camminare sulla terra è un miracolo, eppure la maggior parte di noi sta correndo come se esistesse un luogo migliore in cui andare. E avesse dimenticato che l’infanzia è il suolo sul quale dobbiamo camminare per tutta la vita. A noi la scelta del prossimo passo.

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