Studente del MIT crea dispositivo per fare ricerche in tutta Internet usando solo… la sua mente

Avete presente quando vi sembra che Internet vi faccia spuntare fuori le cose che state solo pensando? Ecco che cosa ha fatto questo brillante studente Questo dispositivo, chiamato “AlterEgo”, permetterebbe di interagire con Internet sfruttando semplicemente il potere “del proprio cervello” e senza dover digitare una singola lettera o parola. A idearlo è stato Arnav […] L'articolo Studente del MIT crea dispositivo per fare ricerche in tutta Internet usando solo… la sua mente proviene da LaScimmiaPensa.com.

Mar 30, 2025 - 12:54
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Studente del MIT crea dispositivo per fare ricerche in tutta Internet usando solo… la sua mente

Avete presente quando vi sembra che Internet vi faccia spuntare fuori le cose che state solo pensando? Ecco che cosa ha fatto questo brillante studente

Questo dispositivo, chiamato “AlterEgo”, permetterebbe di interagire con Internet sfruttando semplicemente il potere “del proprio cervello” e senza dover digitare una singola lettera o parola. A idearlo è stato Arnav Kapur, uno studente dei MIT – Massachussetts Institute of Technology, uno dei centri di ricerca tecnologica più prestigiosi degli Stati Uniti.

Come funziona? Presto detto: l’avveniristico dispositivo registra un segnale quando l’utente “verbalizza internamente” una particolare parola. L’informazione viene poi spedita alle macchine, che sfruttano Internet per cercare la risposta o info relative a ciò che si è pensato. Il dispositivo quindi spedisce indietro l’informazione in forma di vibrazione all’interno dell’orecchio.

In pratica, la risposta si presenta in maniera simile a quella di questa “voce interna” della persona, ma senza interferire con la sua normale percezione uditiva. Oltre a fare questo, AlterEgo dovrebbe essere in grado anche di risolvere problemi matematici e di rispondere a ogni tipo di domande. Certo, bisognerebbe provarlo per capire se è davvero così.

“Questo consente un’interazione uomo-computer che viene soggettivamente vissuta come completamente interna all’utente umano – come parlare con se stessi,” spiega il MIT Media Lab. “Permette a un utente di trasmettere e ricevere flussi di informazioni verso e da un dispositivo informatico o da qualsiasi altra persona senza alcuna azione osservabile, in discrezione, senza disconnettere l’utente dal suo ambiente, senza invadere la privacy dell’utente”.

“Un obiettivo principale di questo progetto è supportare la comunicazione per le persone con disturbi del linguaggio, comprese condizioni come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e la SM (sclerosi multipla). Oltre a ciò, il sistema ha il potenziale di integrare senza soluzione di continuità esseri umani e computer, in modo che l’informatica, Internet e l’I.A. si intreccino nella nostra vita quotidiana come un ‘secondo sé’ e potenzino la nostra cognizione e le nostre capacità”.

Che vi sembra, usereste mai un dispositivo del genere? Fateci sapere cosa pensate su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp

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