Stelle, spighe e margherite: come si classificano i Bed and Breakfast in Italia e in Europa
In Italia e in Europa, la classificazione dei Bed and Breakfast segue logiche diverse da quelle alberghiere, con sistemi regionali, certificazioni volontarie e standard locali: ecco come orientarsi

Scegliere un Bed and Breakfast, oggi, significa optare per una forma di ospitalità sempre più diffusa e apprezzata, sia per i costi generalmente più contenuti rispetto agli hotel, sia per l’atmosfera familiare e informale. Ma come si classificano i B&B in Italia e nel resto d’Europa? Esistono sistemi di valutazione simili a quelli degli alberghi, con le classiche stelle? O ogni struttura segue regole proprie?
L’assenza di un sistema di classificazione unificato rende il tema particolarmente interessante, soprattutto per chi viaggia spesso o per chi desidera avviare un’attività nel settore.
Cos’è un Bed and Breakfast in Italia
In Italia, il B&B è considerato una forma di ospitalità non professionale. La gestione è in genere familiare, con un numero limitato di camere e la colazione sempre inclusa nel soggiorno. Ogni regione stabilisce i propri requisiti, ma alcune caratteristiche comuni definiscono la categoria.
Il numero massimo di camere è di solito compreso tra tre e sei, con un numero limitato di posti letto. Il titolare deve risiedere all’interno della struttura o nello stesso edificio, e la prestazione deve avere carattere saltuario o stagionale.
La colazione, secondo quanto previsto dalla normativa italiana, deve essere somministrata direttamente dalla persona che gestisce il B&B, con prodotti confezionati o preparati secondo le norme igienico-sanitarie.
Classificazione in Italia: niente stelle, ma simboli diversi
A differenza di hotel e resort, i Bed and Breakfast in Italia non sono soggetti al sistema delle stelle. Non esiste, infatti, una classificazione ufficiale su scala nazionale per queste strutture. In alcune regioni è stato introdotto un sistema alternativo, come quello delle spighe, utilizzato anche per gli agriturismi, o altri simboli locali.
Ad esempio, in Toscana si utilizza un sistema che distingue i B&B in base ai servizi offerti, suddividendoli in “base” e “professionale”. In Lombardia, invece, la normativa prevede requisiti precisi per dimensioni, dotazioni, accessibilità e igiene, ma senza assegnazione di simboli. Il Lazio consente ai B&B di operare per tutto l’anno, ma impone l’obbligo del codice identificativo regionale.
Nonostante la varietà dei sistemi, l’obiettivo resta lo stesso: garantire al viaggiatore standard minimi di accoglienza e trasparenza nelle informazioni.
Ruolo delle Regioni: regole locali e registrazione
Ogni Regione italiana ha competenza diretta in materia di turismo e quindi definisce autonomamente le regole per l’apertura e la gestione di un B&B. Questo comporta differenze anche significative da un territorio all’altro.
Chi desidera aprire un B&B deve generalmente presentare una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al SUAP del proprio Comune, indicando dati anagrafici, caratteristiche dell’immobile, periodi di attività e requisiti igienico-sanitari.
In alcune regioni, per esempio in Sardegna o in Emilia-Romagna, è richiesto un corso di formazione obbligatorio. In altre, come in Veneto o Piemonte, esistono elenchi pubblici aggiornati con i dati delle strutture registrate, spesso accompagnati da un codice identificativo univoco.
Come funziona in Europa: nessuna regola unica
A livello europeo, la classificazione dei Bed and Breakfast non è uniforme. Ogni Paese ha introdotto sistemi propri, e in molti casi l’assenza di regolamentazione ufficiale viene colmata da marchi privati o da reti di categoria.
In Francia, ad esempio, i B&B vengono indicati con il termine “Chambres d’hôtes” e seguono regole specifiche: massimo cinque camere per un totale di 15 ospiti, colazione inclusa e residenza obbligatoria del titolare nella struttura. Non esiste una classificazione in stelle, ma è diffuso l’uso di certificazioni volontarie, come quelle di Gîtes de France, che assegnano un numero di “épis” (spighe) in base alla qualità.
Nel Regno Unito, il sistema è più strutturato. I B&B possono essere valutati da enti come VisitEngland o The AA, che assegnano da una a cinque stelle a seconda di criteri standardizzati. Le ispezioni sono volontarie, ma molto seguite, e le stelle funzionano in modo simile a quelle alberghiere.
In Germania, le strutture possono aderire a classificazioni come quella del Deutscher Tourismusverband (DTV), che assegna stelle anche ai B&B privati. In Spagna, esiste una regolamentazione per gli “alojamientos rurales”, ma ogni comunità autonoma applica criteri diversi.
Nei Paesi del Nord Europa, come Norvegia e Svezia, i B&B sono meno diffusi come formula commerciale, e spesso si integrano con altre forme di ospitalità rurale, regolamentate a livello locale.
Stelle, spighe e altri simboli: cosa significano davvero
Il sistema delle stelle, largamente utilizzato per hotel e resort, non è applicabile ai Bed and Breakfast in Italia. Si tratta di una classificazione che valuta strutture alberghiere secondo parametri oggettivi: numero di camere, presenza della reception 24h, disponibilità di ascensori, ristorante, servizi accessori.
I B&B, per la loro natura più familiare e limitata, non rientrano in questi schemi. Tuttavia, esistono simboli alternativi utilizzati per strutture extralberghiere:
- Spighe: usate soprattutto per gli agriturismi, rappresentano una classificazione da 1 a 5 in base a comfort e servizi offerti. Alcune regioni italiane le adottano anche per i B&B.
- Margherite: simbolo utilizzato per le case vacanza e gli affittacamere in alcune regioni.
- Soli: adottati da alcune reti turistiche private per valutare l’accoglienza delle strutture extralberghiere.
Questi simboli, quando presenti, offrono una guida utile al viaggiatore, ma non sono standardizzati né obbligatori.
Come riconoscere un B&B di qualità oggi
In assenza di un sistema unificato, oggi la qualità di un Bed and Breakfast si misura soprattutto attraverso le recensioni online sui principali portali di prenotazione, che forniscono valutazioni aggiornate da parte degli utenti per farsi un’idea chiara sull’esperienza di soggiorno.
Anche le certificazioni private giocano un ruolo importante: alcune regioni italiane promuovono marchi di qualità per le strutture che rispettano determinati standard (come “Ospitalità Italiana”). Esistono inoltre attestazioni legate alla sostenibilità ambientale, all’ospitalità per famiglie o per cicloturisti, all’accoglienza degli animali.
I siti ufficiali delle regioni, le piattaforme turistiche e le associazioni di categoria offrono elenchi aggiornati e strumenti di confronto, utili sia per chi viaggia sia per chi intende aprire una nuova attività.