Giorgia sulle esibizioni di Valeria Marini e Pamela Prati con La Cura Per Me

Nella penultima puntata di Domenica In, Valeria Marini e Pamela Prati si sono esibite sulle note de La Cura Per Me e i video delle loro esibizioni sono diventati virali (le clip sono già salvate per i posteri nella biblioteca dei momenti trash iconici della televisione). Queen Valery ha cantato il singolo sanremese anche nei camerini di Ne Vedremo Delle Belle: “Giorgia è l’amore mio, il mio mito! Quante volte ti ho cercatoooo! Ti amo sei la numero uno, mi hai emozionato tantissimo a Sanremo“. [meride embed="25932"]

Ma Giorgia si sarà goduta queste performance stellari? Pare proprio di sì e ne ha parlato nel podcast di Alessandro Cattelan, Supernova. La cantante ha menzionato alcuni momenti in cui ha sorriso per delle versioni alternative del suo brano e ha fatto riferimento anche a cover nei programmi tv e dietro le quinte: “In quali situazioni ho riso per versioni del mio singolo? Ultimamente ho sentito e visto varie cose. Ho sentito una parodia bellissima sui Pokémon e quindi la frase era “Non so più quante volte ho sbustato”, lamentandosi perché ormai erano senza soldi a forza di comprare pacchetti, poi l’ho vista cantare in tv e farla nei camerini di programmi che stanno per andare in onda, oppure l’ho vista fare in discoteca alla fine della serata, mi hanno mandato questo video, dove tutti sfatti proprio sudati, marci del ballo, cantavano la canzone“.

Dopo Gaia, anche i sorrisi di Giorgia, la Marini può essere più che soddisfatta.

Valeria Marini parteciperà al Come Saprei Tour di Giorgia in qualità di superospite nella tappa di Roma pic.twitter.com/iBXOxYSMFc

— Nicolò (@sononicolo_) April 6, 2025

Giorgia e le curiosità sui cambiamenti de La Cura Per Me rispetto al demo di Blanco.

“Rispetto alla versione ci Blanco ci sono stati diversi cambiamenti. Volevo finire la canzone dando uno spiraglio, desideravo togliere la responsabilità di essere la cura ad un altro, dopo tutti questi anni di lotte, volevo dire che alla fine un fa anche un po’ da solo. Poi ho lavorato sull’inciso, ho cambiato delle note, le ho allungate e fatto dei “giorgismi”,  poi ho aggiunto quello special, quell’acuto che prima non c’era.

Se quell’acuto per me rappresenta una difficoltà? Quell’acuto è tanto caro a me… dopo tanti anni a me fa stanchezza, io penso che devo arrivare lassù e dico ‘oddio’.  Però non è che appena inizio a cantare penso solo a raggiungere l’acuto, quando ragionerò così forse smetterò. Non comincio la canzone con l’attesa dell’acuto. Però gli acuti mi perseguitano. Se sbaglio mai? Non è che faccio tutte le esibizioni impeccabili. Ogni tanto c’è anche l’ansia come quando un giocatore scende in campo e pensa a come andrà la partita. Però non è che appena inizio a cantare mi concentro sull’acuto”.



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