Spagna, stretta affitti brevi dalle Baleari a Malaga

Dalle Baleari all’Andalusia. La Spagna tutta – non solo Barcellona – va avanti come un caterpillar nella sua crociata contro overtourism e affitti brevi. IL DECRETO LEGGE DELLE BALEARI Venerdì il governo regionale delle Baleari – secondo quanto riferisce Preferente – approverà un decreto legge che vieterà definitivamente la creazione di nuovi spazi destinati all’affitto turistico in appartamenti di edifici multifamiliari in tutto l’arcipelago. La misura, annunciata dalla presidente Marga Prohens già lo scorso ottobre, rientra nella una strategia volta a regolamentare il turismo nelle zone di tensione. Continue reading Spagna, stretta affitti brevi dalle Baleari a Malaga at L'Agenzia di Viaggi Magazine.

Apr 9, 2025 - 12:23
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Spagna, stretta affitti brevi dalle Baleari a Malaga
Spagna, stretta affitti brevi dalle Baleari a Malaga

Dalle Baleari all’Andalusia. La Spagna tutta – non solo Barcellona – va avanti come un caterpillar nella sua crociata contro overtourism e affitti brevi.

IL DECRETO LEGGE DELLE BALEARI

Venerdì il governo regionale delle Baleari – secondo quanto riferisce Preferente – approverà un decreto legge che vieterà definitivamente la creazione di nuovi spazi destinati all’affitto turistico in appartamenti di edifici multifamiliari in tutto l’arcipelago. La misura, annunciata dalla presidente Marga Prohens già lo scorso ottobre, rientra nella una strategia volta a regolamentare il turismo nelle zone di tensione.

Secondo il progetto di legge, a cui ha avuto accesso il Diario de Mallorca, il divieto non riguarderà le case bifamiliari o bifamiliari né le stanze in affitto nelle abitazioni in cui risiede abitualmente l’ospite.

Inoltre, verrà sbloccata la vendita di circa 90.000 vecchie strutture ricettive turistiche che si trovavano in una situazione irregolare: già cancellate e non più disponibili, in base alla precedente legge sul turismo, ora possono essere riattivate, in seguito a una richiesta dell’associazione dei datori di lavoro degli affitti per le vacanze, Habtur.

Il nuovo regolamento prevede anche la creazione di due bacini di ricettività turistica temporanea per isola: uno per l’ospitalità alberghiera e un altro per gli affitti per le vacanze. Le misure rimarranno in vigore finché ciascun consiglio insulare non determinerà la capacità ricettiva turistica del proprio territorio, eliminando la scadenza massima inizialmente fissata per il 2026.

D’altro canto, verrà istituito un sistema per l’acquisto di spazi turistici da parte di nuove strutture o per l’ampliamento di quelle esistenti. A differenza del modello precedente, in cui era necessario annullare due posti per acquisirne uno, ora è possibile acquistarli uno alla volta, senza penalità.

Il provvedimento però non sono andati giù agli albergatori. La Federazione delle imprese alberghiere di Maiorca (Fehm) ritiene che questo non sia sufficiente e chiede il divieto assoluto di affitti turistici di appartamenti, come già avviene a Palma.

INTANTO IN ANDALUSIA

Malaga già a ottobre scorso aveva vietato la creazione di nuove abitazioni turistiche in 43 zone della città e limitato le nuove licenze alle proprietà con ingresso indipendente. Ora, successivamente alla conferma di settembre della Junta de Andalucía di voler procedere alla cancellazione di 1.120 case vacanza, entro la fine del 2025, il Comune ha deciso di attivarsi e sta procedendo alla revoca e all’annullamento di ben 2.400 licenze e permessi per case turistiche.

Negli ultimi anni Malaga ha registrato un boom delle abitazioni turistiche e il problema della mancanza di case a uso residenziale è diventato sempre più pesante: basti pensare che gli 846 alloggi turistici censiti nel 2016 sono arrivati nel 2024 a 12mila, vale a dire il 1.400% in più.

Ormai invasa da case vacanze, Malaga si è unita alle tante altre città spagnole che hanno promosso misure restrittive contro l’iper presenza degli affitti brevi, come Barcellona, Madrid, Siviglia e Valencia. La netta presa di posizione del Comune di Malaga è in realtà figlia del repulisti messo in atto dal ministro del Turismo e dell’Andalusia Estera, Arturo Bernal, che ha deciso di cancellare 6.771 licenze per case a uso turistico, dopo un controllo generale sulla regolarità delle stesse promosso dall’amministrazione in coordinamento con i comuni andalusi.

Oltre Malaga, che è la provincia in cui sono state ritirate più licenze, nella black list ci sono anche Granada, con 1.090 licenze ritirate; Siviglia, con 1.032; Cadice con 888; la provincia di Cordobacon con 437;  Almería con 425; Huelva con 280; Jaén con 222.

Il ministero, prima di arrivare al ritiro dei permessi, ha emesso, l’11 ottobre 2024, un’ordinanza che autorizzava la collaborazione con i Comuni per lo scambio di informazioni sugli alloggi per uso turistico, in modo che questi potessero comunicare le violazioni rilevate e garantire che le licenze fossero conformi alle specifiche esigenze territoriali e di compatibilità urbanistica.

I REQUISITI

A oggi, per registrare una casa turistica in Andalusia, i proprietari devono chiedere di essere inseriti nel registro regionale (Vut) firmando una dichiarazione responsabile a tal fine. Tra i requisiti richiesti, come specificato da Francisco de la Torre, il sindaco di Malaga, l’accesso diretto a elettricità, acqua e telefono delle case vacanza, indipendentemente dal resto degli edifici in cui si trovano.

Per chi non è in regola, è previsto il ritiro della licenza o la cancellazione. Ciò significa che gli alloggi non potranno essere pubblicizzati sulle note piattaforme di prenotazione online poiché diventano illegali. E per chi opera illegalmente si prevedono sanzioni comprese tra 100 mila e 600 mila euro.

Però, anche se netta, la decisione del comune, che inevitabilmente innescherà una serie di ricorsi da parte dei possessori delle licenze, sembrerebbe non essere concepita tanto per affrontare il problema della mancanza di case residenziali e l’aumento degli affitti, ma piuttosto più a difesa dei residenti di quegli edifici con tanti appartamento occupati da turisti, dove l’uso dei servizi di base (acqua, elettricità) è collettivo e la spesa ricade su tutti.