Europa Spettrale, viaggio tra le meraviglie nascoste delle città abbandonate
Viaggio tra villaggi minerari e borghi abbandonati che raccontano storie di decadenza e silenzio, luoghi congelati nel tempo e avvolti da un fascino inquietante

Il nostro continente è pieno di città, ma ce ne sono alcune che nei fatti sono silenziose, dimenticate e avvolte da un fascino che quasi mette i brividi. Parliamo delle città fantasma d’Europa, un mix di decadenti rovine, ma anche vere e proprie porte aperte su epoche perdute che ancora oggi raccontano storie. Dai villaggi minerari spazzati via dalla crisi ai borghi svaniti nel nulla dopo disastri naturali o guerre, questi posti sembrano congelati nel tempo. Ecco quali sono quelle da visitare almeno una volta nella vita.
Vatheia, Grecia
Iniziamo questo viaggio nel mistero da Vatheia, in Grecia, un suggestivo villaggio situato nella penisola del Mani, in una delle zone più selvagge e isolate del Peloponneso. Come tutte le immagini più simboliche di questo affascinante Paese, anche Vatheia si specchia su un mare azzurissimo, poiché arroccato su un crinale roccioso dal quale si gode di una vista mozzafiato.
Le strade per raggiungerlo sono tortuose, ma impreziosite da uliveti, fichi d’India e paesaggi bruciati dal sole. Ma perché è oggi una città fantasma? La risposta è molto semplice: a partire dagli anni ’50-’60, la popolazione cominciò a emigrare verso Atene o all’estero, in cerca di lavoro e condizioni di vita migliori. Progressivamente il villaggio si svuotò, fino a diventare una vera e propria località fantasma.
Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi di rivalutazione turistica e restauro, anche se solo parziali. Una condizione che, volente o nolente, ha reso l’atmosfera ancora più affascinante. Ma in realtà Vatheia conquista già quando la si vede da lontano, ovvero nel momento in cui si iniziano a notare le sue torri fortificate in pietra che dominano il paesaggio.
Ma non è di certo meno interessante camminare tra le sue strade lastricate, dove pare di essere osservati dalle ombre del passato, mentre tutto intorno ci sono il silenzio (interrotto dal richiamo degli uccelli) e i panorami spettacolari sul mare e sulle montagne.
Quando la si visita, però, bisogna ricordarsi sempre di non entrare negli edifici senza tetto o con muri visibilmente instabili, e di utilizzare scarpe da trekking o chiuse con buona aderenza.

Minas de São Domingos, Portogallo
Diverse meraviglie abbandonate le annovera anche il Portogallo, e tra tutte noi abbiamo scelto di parlarvi di Minas de São Domingos. Si trova nel Comune di Mértola, regione dell’Alentejo, ed è un ex villaggio minerario dove storia industriale, degrado e silenzio si fondono in un paesaggio quasi post-apocalittico.
La sua è una storia lunghissima, perché le miniere di rame, zolfo e pirite erano già note ai Romani. L’estrazione moderna, tuttavia, iniziò nel 1854, per poi intensificarsi durante il XIX e XX secolo, raggiungendo il picco tra le due guerre mondiali. Da queste parti vivevano quindi minatori con le loro famiglie, che avevano a disposizione non solo case, ma anche scuole, chiesa e persino un cinema.
La vita, seppur non sempre facile, trascorreva felice e soddisfacente, ma solo fino al 1966, anno in cui l’esaurimento dei filoni e l’abbassamento dei prezzi rese l’attività non redditizia, al punto da arrivare alla chiusura delle miniere. Fu così che la popolazione emigrò in massa, lasciando il villaggio in stato di semi-abbandono. Attualmente da queste parti vivono poche decine di persone e molti edifici sono vuoti e in rovina.
Il visitatore che la inserisce nel suo itinerario di viaggio può quindi osservare diverse rovine industriali, come impianti, fonderie, tunnel, depositi di scorie, un curioso lago acido artificiale (Barragem do Chança) di colore rossastro-verde per l’alta concentrazione di minerali e metalli, case operaie abbandonate più o meno in piedi, un cimitero inglese e un piccolo museo della miniera.
Il silenzio è assoluto, interrotto solo dal vento e dai rumori metallici delle lamiere arrugginite: come ritrovarsi in un’area che sembra uscita da un film distopico. L’accesso è libero, ma alcune zone possono essere pericolose (rovine instabili, suolo contaminato) e per questo occorre sempre prestare moltissima attenzione.

Slapnik, Slovenia
Decisamente suggestivo è anche Slapnik, il villaggio fantasma più famoso di tutta la Slovenia. È nascosto tra le dolci colline vinicole del Goriška Brda, vicino al confine con l’Italia, e sembra uscito da un sogno malinconico anche perché circondato da vigneti, boschi e colline. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è raggiungibile solo a piedi da una strada secondaria sterrata (10-15 minuti di cammino).
Le sue casette rurali in pietra e tetti rossi vennero del tutto abbandonate negli anni ’70, a causa dello spopolamento e dell’emigrazione verso città o all’estero, al punto che ogni edificio è oggi in rovina (ma ancora in piedi). Tutto è praticamente rimasto dove è stato lasciato, come vecchi utensili, bottiglie, stufe a legna e segni tangibili della vita quotidiana, ma la vegetazione si sta piano piano riprendendo il suo posto, con piante rampicanti, alberi cresciuti nei salotti e radici nelle cucine.
Un posto silenzioso, immobile e malinconico, così tanto che non è nemmeno segnalato ufficialmente come sito turistico, nonostante nel 2016 una società austriaca abbia proposto di acquistarlo e ristrutturarlo come villaggio turistico eco-sostenibile (il progetto non è mai partito per via delle complicazioni legali e delle proprietà frammentate).
Se lo si vuole visitare, bisogna quindi essere consapevoli che no, non c’è alcun divieto formale di turismo, ma nemmeno recinzioni né messa in sicurezza. Per questo motivo, occorre prestare molto attenzione a tetti instabili, buche e animali selvatici.
La Mussara, Spagna
La Spagna è piena di villaggi fantasma: ne esistono oltre 3.000 abbandonati. Tra tutti, noi abbiamo deciso di parlarvi de La Mussara, uno dei più misteriosi e affascinanti della Catalogna. Il merito è certamente della sua posizione isolata, ma anche dell’atmosfera surreale data dalla decadenza, dall’essere a circa 900 metri di altitudine e perché circondato da foreste di pini e panorami mozzafiato.
Facile da raggiungere in auto (ma con una parte del viaggio che richiede una camminata su un sentiero sterrato), è di origine medievale ma purtroppo, a partire dal XIX secolo, a causa della povertà agricola e dell’isolamento della zona, ha iniziato a spopolarsi.
L’abbandono definitivo è avvenuto negli anni ’50 e ’60, quando la mancanza di accesso a risorse economiche e le difficoltà di comunicazione con i centri abitati più grandi hanno spinto gli abitanti a trasferirsi altrove. Oggi è un concentrato di rovine di case in pietra, ruderi affacciati sulla vallata e vicoli invasi dalla vegetazione.
Ma non è tutto, perché La Mussara è famosa per le leggende che parlano di apparizioni spettrali e fenomeni inspiegabili: molti credono che sia un luogo “maledetto”, altri il posto dove convergono linee di forza magnetica.
Come la maggior parte dei luoghi fantasma, se si desidera visitarlo si deve prestare molta attenzione perché le case e gli edifici sono in stato di abbandono e deterioramento.
Celleno Vecchio, Italia
Anche l’Italia è un vero scrigno di borghi e città fantasma, e sparsi in ogni regione. In questo caso abbiamo scelto di parlarvi di una perla della provincia di Viterbo, Celleno Vecchio, anche perché è uno dei villaggi abbandonati più suggestivi e meglio conservati del centro Italia.
Facilmente accessibile e ben segnalato, vanta origini sia etrusche che romane (anche se la maggior parte degli edifici risale al Medioevo), ma, a partire dall’Ottocento e fino al 1951, venne progressivamente abbandonato a causa dell’instabilità del terreno tufaceo su cui è posto che causava frane e crolli.
Oggi il paese della Tuscia è un perfetto esempio di borgo medievale spettrale, ma parzialmente recuperato e visitabile gratuitamente, come una sorta di museo a cielo aperto circondato da un panorama emozionante. Tra le cose più suggestive da visitare ci sono:
- Castello Orsini: massiccia costruzione fortificata, restaurata e visitabile che ospita mostre ed eventi;
- Chiesa di San Donato: in rovina, con l’abside ancora in piedi;
- Piazzetta centrale: lastricata, silenziosa, con case abbandonate che sembrano ancora abitate.
- Case crollate, archi, scale, cantine e finestre vuote: che affacciano sul vuoto della valle;
- Museo diffuso: installazioni artistiche, pannelli esplicativi e percorsi guidati.
- Natura che si riappropria degli spazi: rampicanti, radici e muschi.
Visitare Celleno Vecchio è assolutamente possibile perché è stato messo in sicurezza, ma occorre sempre prestare attenzione perché alcune strutture sono ancora in stato di parziale abbandono. Una piccola curiosità: è soprannominato “Il borgo delle tre distruzioni”, perché fu distrutto dai Saraceni, poi da Cesare Borgia e infine da una frana.