Era il quinto Beatles, e ora lascia le scene: ma non lo ricorda nessuno
La leggenda del Quinto Beatles non è poi coi così fantasiosa, Per la verità ci fu un quarto Beatles, che decise di lasciare la band immediatamente prima del suo clamoroso successo: e che per anni ha vissuto all’ombra della grande occasione sprecata Intorno ai Beatles le leggende si sprecano. La più intrigante è quella della

La leggenda del Quinto Beatles non è poi coi così fantasiosa, Per la verità ci fu un quarto Beatles, che decise di lasciare la band immediatamente prima del suo clamoroso successo: e che per anni ha vissuto all’ombra della grande occasione sprecata
Intorno ai Beatles le leggende si sprecano. La più intrigante è quella della morte di Paul McCartney che secondo voci mai confermate sarebbe avvenuta in un grave incidente stradale nel febbraio del 1967 e da allora è impersonato da quello che oggi conosciamo come Paul McCartney: un sosia.
Sulla questione si sono scritti libri e trattati. Che ovviamente i Beatles hanno sempre smentito.
Il quinto Beatles: è esistito?
C’è poi anche un quinto Beatles, un chitarrista Ken Brown, un compagno di scuola di John Lennon che uscrì quasi subito di scena dopo dopo avere litigato con l’amico dopo poche prove lasciandogli tuttavia la prima traccia della canzone Please Please Me, che sarebbe diventata il loro primo grande successo, e poi messo a tacere con un sacco di soldi dopo qualche anno.
La questione del quinto elemento è diventata talmente tanto ghiotta per gli insaziabili tabloid britannici, che i Beatles ne hanno fatto quasi un marchio di fabbrica. Tanto da affidare il ruolo del quinto ufficiale della band sia a Brian Epstein, l’agente che li impose al grande pubblico, che a George Martin il produttore che li affiancò per tutta la durata della loro leggendaria carriera.
Ecco chi è il vero quinto Beatles
In realtà il quinto Beatles esiste davvero e non è assolutamente misterioso. Anzi, ha una consolidata carriera di musicista che prosegue da oltre sessant’anni e che con i Fab Four di Liverpool ha condiviso i primi due anni di vita, quelli del Cavern e del loro trasferimento ad Amburgo.
Si chiama Pete Best ed è il batterista che suonò con i Beatles prima di Ringo Starr: oggi ha 83 anni e proprio ieri ha annunciato il suo addio definitivo alle scene.
Chi è Pete Best, il quinto Beatles
Pete Best, figura rimasta ai margini della leggenda dei Beatles, ma ben presente in tutte le biografie ufficiali della band, è stato l’uomo degli esordi, quello che aveva in qualche modo creato gli standard ritmici del gruppo prima ancora dell’arrivo di Ringo Starr, che peraltro è un suo grande amico.
Ad annunciare il suo addio alle scene è suo fratello Roag con un post sui social: “Che viaggio meraviglioso abbiamo vissuto. Ma ogni cosa ha una fine – ha scritto Roag Best – mio fratello Pete ha annunciato oggi il suo ritiro dalle apparizioni pubbliche e dalle esibizioni con la Pete Best Band. Sua figlia mi ha comunicato che si tratta di motivi personali.”
A confermare la scelta è stato lo stesso Pete, con poche parole: “Mi sono divertito un mondo. Grazie.”
Due anni di palco
Pete Best entra nei Beatles nel 1960, quando la band è ancora agli inizi e porta ancora tracce del vecchio nome, i Quarrymen. La famiglia Best gestisce il Casbah Coffee Club a Liverpool, dove John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ken Brown si esibiscono spesso. L’ingresso di Pete nel gruppo nasce da quel contesto: sua madre Mona gestisce il locale e ha un ruolo fondamentale nel far crescere la scena musicale locale.
Best viene scelto come batterista dopo un’audizione nell’agosto del 1960 e parte con il gruppo per una lunga e cruciale esperienza ad Amburgo, in Germania. Sarà il loro primo vero banco di prova, un periodo che cementa l’intesa tra i membri e contribuisce a plasmare il loro stile. Ma in qualche modo cambia anche gli standard del gruppo…
Dai club tedeschi al licenziamento improvviso
Tra il 1960 e il 1962, Pete Best è parte integrante del gruppo. Suona con loro in almeno 200 di esibizioni dal vivo e diventa una figura riconosciuta tra i primi fan. Ma con l’avvicinarsi della svolta discografica, qualcosa cambia. Quando George Martin, produttore della Parlophone, ascolta la band, esprime dubbi sulle capacità di Best: “Mi sentivo in colpa, forse sono stato io il catalizzatore che ha cambiato la sua vita”, ammetterà anni dopo il produttore che non era del tutto convinto della sua capacità.
Il compito di comunicargli l’esclusione spetta a Brian Epstein, manager della band. Pete viene licenziato e sostituito da Ringo Starr, che seguiva e ammirava i Beatles da tempo. Una ferita che lascia il segno: “Sembravamo dei duri, penavo di reggere il colpo. Ma quando tornai a casa e lo dissi a mia madre, piansi come un bambino dietro la porta di casa”, racconta Best in un’intervista all’Irish Times del 2020.
Le parole dei Beatles su Pete Best
I membri del gruppo, negli anni, forniscono versioni discordanti della vicenda. John Lennon lo definisce “un pessimo batterista”. Paul McCartney è appena più diplomatico: “Era bravo, ma un po’ limitato”. George Harrison confessa un ruolo più attivo: “Sono stato io a spingere per far entrare Ringo. Ho parlato con Paul e John finché non si sono convinti anche loro.”
Nonostante il trauma, Pete Best non cede all’astio. Nel 2024, in un’intervista al Guardian, afferma: “Non conosco ancora il vero motivo, ma non mi interessa. Sono passati più di sessant’anni. Ho vissuto la mia vita, una vita splendida. Certo, all’inizio c’è stato dolore e risentimento, ma fa parte dello spettacolo.”
Dopo i Beatles: una carriera silenziosa
Dopo l’uscita dal gruppo, Best si unisce ad altre formazioni ma progressivamente si allontana dal palco. Nel 1969 fa causa ai Beatles per diffamazione in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate in un’intervista a Playboy: la vicenda si chiude con un accordo extragiudiziale che gli rende parecchi soldi.
Nel 1988, dopo vent’anni di silenzio, torna a esibirsi fondando la Pete Best Band insieme al fratello Roag. Negli ultimi anni, il Casbah Club è stato trasformato in un Airbnb, con stanze tematiche dedicate ai membri originali della band. Un modo per preservare la memoria di un luogo simbolo.
Il quinto Beatles si ritira senza clamore
L’uscita di scena di Pete Best avviene nel silenzio generale. Nessun grande tributo, nessuna celebrazione ufficiale. Eppure, la sua figura rimane un tassello chiave nella storia dei Beatles. La sua presenza, seppur breve, ha contribuito a formare il gruppo che avrebbe cambiato per sempre la musica.
“Ho avuto una vita bellissima. Mi sono divertito, ho fatto esperienze straordinarie. Questo basta…” ha dichiarato Best.
Le sue parole chiudono con semplicità un capitolo iniziato in un club di Liverpool, molto prima che nascesse la leggenda dei Fab Four.