La nuova opera di Pritchard e Thom Yorke: una distopia tra suono e immagine

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Apr 6, 2025 - 23:06
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La nuova opera di Pritchard e Thom Yorke: una distopia tra suono e immagine

Dai solchi di un vinile affiora un messaggio dal futuro. Una trasmissione criptata prende forma, svelandosi attraverso l’icona sacra di una copertina proveniente da un mondo distopico. “Tall Tales”, nato dall’incontro tra Mark Pritchard e Thom Yorke, emerge come un frammento di un universo parallelo, dove l’elettronica analogica si piega a narrazioni che oscillano tra malinconia e disgregazione digitale.

Atteso per il 9 maggio 2025 su Warp Records, il disco rappresenta la convergenza di due menti visionarie. Pritchard, architetto sonoro e figura chiave dell’elettronica britannica, mente dietro progetti come Global Communication e Reload, costruisce paesaggi che sfiorano l’iperrealismo, mentre Thom Yorke, con il suo lirismo rarefatto, si insinua tra le trame sintetiche come un’eco lontana, rifrangendo luce e inquietudine.Il risultato è un’opera che vibra tra pulsazioni krautrock, ritmi dispari dal sapore EBM e riverberi cinematici, un gioco di tensione e rilascio in cui il suono si disgrega in segnali dispersi.

Ma “Tall Tales” non è solo musica: Jonathan Zawada, collaboratore di lunga data dei due artisti, traduce il progetto in una dimensione visiva, trasformando il suono in mondi liquidi e architetture al limite del collasso. Il lungometraggio che accompagna l’album è un mosaico di frammenti digitali, un racconto che dissolve i confini tra uomo e algoritmo, sogno e simulazione.

L’attesa è scandita dai due singoli anticipatori. “Back in the Game“, presentato durante il tour solista di Yorke, si sfalda in strati vocali processati, dove il cinismo delle lyrics si sposa a un video di inquietudini iper-digitalizzate quanto lisergicamente colorate, mentre “This Conversation Is Missing Your Voice“, vicina alle alienazioni di “Kid A” e “Amnesiac“, avanza su ritmiche spezzate e synth sospesi, un’eco di un futuro già consumato.

I videoclip di Zawada, tasselli di un’opera più ampia, fluttuano tra rituali meccanizzati e visioni allucinate, esplorando la fragilità della percezione umana.L’edizione limitata in doppio vinile celebra la fisicità del sodalizio: un booklet sospeso di 36 pagine si apre come una mappa di simboli e segnali, dove il suono si fa immagine e l’immagine si dissolve nel suono.

Alessandro Giustiniano

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