Il vero protagonista di Jujutsu Kaisen è Satoru Gojo

Ci è capitato già di parlare, in un precedente articolo, di Jujutsu Kaisen e più in generale del suo ruolo nel panorama anime contemporaneo. Una premessa è assolutamente d’obbligo: non vogliamo di certo pavoneggiarci come divoratori del genere. Ci perdonerete quindi la non eccelsa conoscenza di un universo in continua espansione e del quale la… Leggi di più »Il vero protagonista di Jujutsu Kaisen è Satoru Gojo The post Il vero protagonista di Jujutsu Kaisen è Satoru Gojo appeared first on Hall of Series.

May 9, 2025 - 19:20
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Il vero protagonista di Jujutsu Kaisen è Satoru Gojo

Ci è capitato già di parlare, in un precedente articolo, di Jujutsu Kaisen e più in generale del suo ruolo nel panorama anime contemporaneo. Una premessa è assolutamente d’obbligo: non vogliamo di certo pavoneggiarci come divoratori del genere. Ci perdonerete quindi la non eccelsa conoscenza di un universo in continua espansione e del quale la sottoscritta, nello specifico, non ha che sfiorato la superficie. Superficie decisamente mainstream oserei aggiungere. Perché dopo One Piece, Attack on Titan, Demon Slayer e Death Note all’appello delle produzioni più conosciute in Occidente mancava, appunto, Jujutsu Kaisen (tranquillo Solo Leveling, non ti ho dimenticato). Quindi con tutta la genuina incompetenza da spettatrice media, mi sono approcciata all’anime di Gege Akutami con un largo sorriso e lo zaino da metaforica viaggiatrice in spalla.

Beh, non nascondo che è stato un viaggio inizialmente tortuoso. Jujutsu Kaisen non ha nulla di originale.

Manca l’ambiguità morale, il carisma trascinante, un protagonista che non sia intollerabile per dieci minuti abbondanti. A conti fatti, non brilla per originalità o imprevedibilità. Attribuisce nuova linfa vitale a numerosi cliché dello shōnen (ve ne consigliamo sei), senza nasconderne l’evidente influenza, per esempio con Naruto. D’altronde, in un panorama narrativo ormai colmo di opere simili e con schemi consolidati, è arduo inventare qualcosa di completamente inedito. Eppure, procedendo con la visione ho potuto apprezzare come Jujutsu Kaisen, pur muovendosi su terreni già battuti, non si tiri indietro quando è il momento di sporcarsi le mani. Anche emotivamente.

A differenza di molte opere da cui trae chiaramente ispirazione, Jujutsu Kaisen (disponibile sul catalogo Cruncyroll) adotta un tono più cupo e diretto. Se il destino prevede dolore o tragedia, questa arriverà senza esitazioni. Le maledizioni, pilastro portante della trama dell’anime, sono la manifestazione concreta delle emozioni più tossiche dell’essere umano, quali odio, terrore, rimorso. In questo senso, diventano il simbolo di una verità scomoda. Il male non proviene da fuori, ma nasce all’interno, come parte integrante della natura umana. Sukuna, sovrano delle maledizioni, incarna l’apice di questa negatività, nonché di una visione del mondo cinica e crudele, in netto contrasto con la morale degli stregoni. Beh, di quasi tutti loro almeno, ma ci stiamo arrivando.

Partendo da queste premesse, Jujutsu Kaisen procede poi in maniera piuttosto lineare. Il protagonista, Yuji Itadori, è un liceale dotato di una forza fisica fuori dal comune che, per una serie di sfortunate circostante, ingerisce un potente artefatto: un dito appartenente a Ryomen Sukuna, demone leggendario. Questo gesto lo lega indissolubilmente allo spirito maledetto, trasformandolo nell’ago proverbiale della bilancia nella lotta tra bene e male. Insomma niente di eccezionalmente eccezionale.

Se non fosse per quel gran prezzo di personaggio di nome Satoru Gojo.

Gojo in una scena della seconda stagione di Jujutsu Kaisen
Credits: Cruncyroll

Fin dalla sua introduzione, Gojo viene dipinto come “l’essere umano più potente”. È invincibile, letteralmente, dotato di poteri incommensurabili che spaventano sia le maledizioni che i colleghi stregoni. Sicuro di sé, ironico, un po’ rockastr e il favorito del fandom. Solo che non è il protagonista di Jujutsu Kaisen, almeno non de facto. Eppure c’è un’attenzione narrativa non da poco, soprattutto con il proseguo della storia (e quella ancora non animata e per cui, spoiler, nessuno di noi è pronto), che ha portato Gojo ha prendersi un enorme spazio nella trama. Tanto da influenzare eventi e situazioni su larghissima scala, come accade durante l’arco di Shibuya e nel post.

Il cosiddetto “Shibuya accident” è uno dei momenti centrali e più drammatici di Jujutsu Kaisen, e segna un punto di svolta sia per la narrazione che per l’evoluzione dei personaggi. È un arco narrativo lungo, cupo e densamente stratificato, in cui gli stregoni ne escono tristemente sconfitti. L’incidente ha luogo il 31 ottobre, nella frenetica zona di Shibuya, dove viene attivata una barriera che imprigiona i civili e intrappola chiunque cerchi di uscire. Il vero obiettivo è attirare Gojo Satoru, il più potente stregone vivente, per sigilarlo.

Satoru Gojo è il pilastro su cui si regge l’equilibrio del mondo degli stregoni.

La sua tecnica illimitata e i Sei Occhi lo rendono praticamente invincibile e, per questo, sigillarlo diventa una priorità assoluta per i nemici. Quando Gojo entra nella barriera a Shibuya, si confronta con più avversari contemporaneamente in una delle battaglie più spettacolari dell’intera serie. Pur riuscendo a tenere testa ai nemici per un po’, viene infine intrappolato nel “Prigione del Regno” — un oggetto maledetto capace di contenere qualunque essere vivente. Il momento è cruciale per due motivi fondamentali. Innanzitutto, a livello di trama, rimuove Gojo dalla scacchiera e dà così inizio a un’era del caos. Il mondo perde il suo principale baluardo contro le maledizioni, e l’equilibrio tra bene e male si spezza brutalmente.

A un livello metanarrativo dimostra quanto il personaggio di Gojo non possa in alcun modo essere classificato come mero sensei. Anche se la sua ispirazione proviene direttamente dal Kakashi Hatake di Naruto, è innegabile che Gojo abbia superato qualuneu parallelismo possibile. Paradossalmente è proprio la sua assenza a sottolineare il ruolo capitale del protagonista spirituale di Jujutsu Kaisen. Senza di lui, Itadori, Megumi e gli altri devono cavarsela da soli. Il primo affronta una vera e propria crisi esistenziale, per intenderci.

Satoru Goju arriva sul campo di battaglia in Jujutsu Kaisen
Credits: Cruncyroll

Eppure, prima ancora dell’arco narrativo di Shibuya, ci aveva già pensato il film di Jujutsu Kaisen ad accendere i riflettori su Gojo e sulla complessità da manuale della sua figura.

Al centro della pellicola c’è solo apparentemente la storia di Yuta Okkotsu e della maledizione Rika, quando, in verità, il fulcro di tutto è l’amicizia tra Gojo e Geto. Dopo la missione con Riko Amanai (che temporalmente avviene prima del film, ma viene esplorato dopo nell’anime), i due migliori amici si rendono conto che il sistema che difendono è crudele. Sebbene Gojo stesso faccia parte di una delle tre famiglie più importanti del mondo degli stregoni, disprezza il stesso e chi ne è a capo. Ma, contrariamente, alla scelta drastica di Geto, decide di restare per cambiarlo dall’interno. Geto invece crolla, perde la fiducia nelle “scimmie” umane e si convince che l’unico modo per avere pace sia eliminarle del tutto. In tal modo, le maledizioni non potranno più originarsi.

Questo conflitto ideologico si cristallizza in una rottura irreparabile. Eppure, nonostante si ritrovino su fronti opposti, tra i due resta una traccia di legame emotivo, soprattutto da parte di Gojo.

«Sei il più forte perché sei Satoru Gojo o sei Satoru Gojo perché sei il più forte?». Una domanda che è la chiave di volta per decriptare l’enigma vivente che è il personaggio di Gojo. Scherzoso e gentile con i suoi studenti, altruista con i più deboli, spietato e crudele con gli avversari, severo e critico nei confronti delle alte sfere. Emotivamente inaccessibile. Tutto rivolto al futuro e ai giovani, nei quali vede la speranza di un domani migliore. In questo, si riassume il suo ruolo di guida e sensei e mai di protagonista assoluto.

Satoru Gojo è senza dubbio uno dei personaggi più potenti nell’universo degli anime di Jujutsu Kaisen, ma è proprio questa potenza a renderlo così enigmatico. Il suo smisurato ego, unito a un temperamento instabile, offusca la comprensione della sua vera natura, tanto da averlo reso insopportabile al suo stesso creatore. Io d’altro canto, così come immaginavo tantissimi di voi, penso che sia il protagonista di iure dell’anim e il suo cuore pulsante.

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