Il leggendario concerto dei Pink Floyd a Pompei arriva finalmente in un disco
La notizia che ha mandato in delirio i fan della band, un'uscita che è epocale: finalmente si potrà ascoltare la storica esibizione.

Era il 1971 e i Pink Floyd si esibirono in una location d’eccezione, gli scavi di Pompei, in Campania. Fu un evento unico, epocale, una tappa che ha segnato la storia della musica del rock, ma la band si esibì senza pubblico e proprio per questo l’uscita del disco è una svolta straordinaria. Il 2 maggio, dopo 54 anni da quel evento straordinario, è uscito l’album con la registrazione dell’evento.
“Pink Floyd Live at Pompei MCMLXXII“, è questo il nome del disco che in pochi giorni ha già registrato un record di vendite. Si tratta di un vero cimelio per gli amanti del rock, un concerto pensato per essere un documentario straordinario. Un’esibizione senza pubblico, nel silenzio di un luogo unico come gli scavi archeologici di Pompei, è stata qualcosa di magico e oggi finalmente chiunque potrà ascoltare quei suoni che hanno fatto la storia.
Il disco del concerto a Pompei dei Pink Floyd, uscito il celebre album
Fino a questo momento di quel concerto si ha avuto traccia esclusivamente con il celebre documentario – Pink Floyd, live at Pompei – che ha voluto raccontare un evento così epocale. Diretto dal regista Adrian Maben nel 1971 fu un grandissimo successo, perché era l’unica testimonianza di un’esibizione unica. Ma adesso è finalmente uscito il disco del concerto dei Pink Floyd a Pompei, una raccolta davvero sensazionale.
La musica psichedelica della band che ha fatto la storia del rock, suonata in un luogo che si è praticamente fermato nel tempo è stato per gli amanti del rock uno dei concerti forse più belli della storia della musica. L’uscita dell’album è, dunque, altrattettanto un evento straordinario. La celebre rivista Rolling Stone, infatti, ha parlato di “restituzione storica” e di “un’occasione per riscoprire i Pink Floyd proprio nel momento esatto in cui stavano per diventare immortali“.
Il merito di questo straordinario album, oltre che dell’iconica band e della loro musica, è frutto di un arduo lavoro di pulizia delle bobine audio. Uno sforzo che però n’è valso il sacrificio, regalando ai fan dei Pink Floyd quello che è destinato a essere un vero e proprio cimelio, uno di quei dischi da incorniciare alla parete. Non è un caso che la sopracitata rivista l’abbia descritto come “un atto dovuto a una delle sperienze audiovisive più influenti del rock“.
Quel documentario, infatti, fu pensato dal regista proprio per creare uno spettacolo unico. Pare che nel corso di un viaggio in Italia, Maben visitò il sito archeologico di Pompei e pensò che fosse il luogo ideale per riprendere i Pink Floyd nel corso di una loro esibizione. Per quell’occasione il parco fu chiuso per sei giorni per consentire le riprese. La band, inoltre, volle eseguire tutto il concerto dal vivo, non voleva saperne di suonare in playback e così fu necessario far arrivare in Italia tutta l’attrezzatura loro da concerto. Oggi, nel 2025, finalmente è possibile ascoltare le registrazioni di quell’esibizione epocale.