Intervista a Klemen, in gara all’Eurovision 2025 per la Slovenia

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May 10, 2025 - 02:18
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Intervista a Klemen, in gara all’Eurovision 2025 per la Slovenia

Intervista a Klemen che rappresenterà la Slovenia all’Eurovision 2025 di Basilea con il brano How Much Time Do We Have Left.

Un artista eclettico, che sul palco svizzero porterà un brano dal forte valore emozionale.

Lo abbiamo incontrato ad Amsterdam in occasione dell’Eurovision in Concert.

Intervista a Klemen, in gara all’Eurovision 2025 per la Slovenia

Klemen, iniziamo parlando della tua canzone, “How Much Time Do We Have Left”. Come è nata?
È nata mentre riflettevo su tutto ciò che ha segnato la mia vita. Non potevo ignorare quello che ha vissuto mia moglie, quello che abbiamo vissuto tutti come famiglia, quando le è stata diagnosticata una malattia che ci avevano detto essere incurabile. Ma lei ha mantenuto la testa alta, ha continuato a pensare positivo, non si è mai arresa… e alla fine ce l’ha fatta. Ora è guarita al 100%.
Credo sia una canzone che parla di speranza, del potere del pensiero positivo, di non arrendersi mai, ma anche della gratitudine per le persone che ci amano e ci sostengono. Spero possa toccare le persone in tutta Europa.

La canzone norvegese tratta un tema simile. Cosa ne pensi?
Sì, è interessante. La differenza è evidente: una canzone scritta da un diciannovenne e una da un trentanovenne – c’è una differenza di vent’anni! Ma adoro la sua canzone, davvero.
Penso anche che il pubblico dell’Eurovision tenda a preferire i brani più festosi. Tutti vogliamo scappare dai nostri problemi quotidiani e divertirci. Quindi forse una canzone che presenta un problema reale è più difficile da ascoltare. Ma ho ricevuto riscontri da chi ha vissuto esperienze simili, persone che hanno affrontato una malattia o lo hanno fatto i loro cari… mi hanno detto che la canzone li ha aiutati. E credo che questo sia l’obiettivo più grande: se anche solo una persona riesce a coglierne il significato, allora ha funzionato. La canzone inizia in modo dolce, come un bambino che gattona nel salotto… e poi, all’improvviso, qualcosa ti colpisce. È questo il senso. Quando succede qualcosa di inaspettato, le priorità cambiano. Non è facile per chi non ha vissuto certe cose connettersi subito al brano. Magari serve ascoltarlo più volte o vederlo da una prospettiva diversa.

Il tuo brano è molto toccante, ma tu sei anche un comico. Perché non hai scelto quella strada per raccontare la storia?
Negli ultimi due anni ho lavorato a un album, che uscirà dopo l’Eurovision. Dopo quello che abbiamo vissuto, ho sentito che a volte è importante raccontare qualcosa dal proprio punto di vista.
Ho passato la mia carriera a impersonare altri – sono partito come attore – poi ho formato una band, ho fatto anche cover… Ma ora è il momento di iniziare un nuovo capitolo, e condividere anche i miei sentimenti.

Conosci la musica italiana?
Oh sì, amo la musica italiana! Guardo Sanremo quasi ogni anno. Mia moglie Moises è di Isola, molto vicina al confine con l’Italia; quindi, è cresciuta con la TV italiana.
Quando ci siamo conosciuti, io abitavo dall’altra parte della Slovenia e non conoscevo molto la TV italiana. Lei mi ha fatto scoprire Fiorello! Quando l’ho visto come presentatore ho pensato: “Ecco, vorrei essere come lui”. Quando ho condotto programmi TV, l’ho sempre avuto in mente come ispirazione. L’Italia è nel mio subconscio!

Qual è la differenza tra essere conduttore e concorrente all’Eurovision?
C’è una grande differenza! Ho condotto le finali slovene 4 volte ma l’ho vissuta come un’esperienza divertente, ma poi mi hanno incoraggiato e invogliato a provarci come musicista. Ho sempre pensato che avrei partecipato con una ballad ed era la cosa più logica una volta scritta la canzone. La differenza maggiore è che, come conduttore, sentivo di avere tutto sotto controllo, anche se non era sempre così! Ma da concorrente sei solo uno tra tanti, hai tre minuti per fare tutto. Se funziona, bene. Se no, andrà meglio la prossima volta.

Che ne pensi dell’intelligenza artificiale nella musica?
Penso che per certe cose possa essere utile, ad esempio nella produzione e nel mixaggio. Ma non dobbiamo permettere che l’AI prenda il controllo su tutto, altrimenti perdiamo la nostra creatività, quella scintilla umana che rende la musica viva.

Grazie mille, Klemen. Ci vediamo a Basilea!
Grazie a voi! Ah, un’ultima cosa: avete visto il mio video in cui imito tutti i vincitori dell’Eurovision? È stato fantastico essere i Måneskin, li adoro! Amo davvero l’Italia.
…Ma non dirò nulla sull’”Espresso macchiato”, eh!

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