
Negli ultimi anni, i mari che circondano la Penisola hanno iniziato a comportarsi in modo sempre più simile a quelli tropicali. Il
riscaldamento delle acque del Mediterraneo, un tempo impensabile a queste latitudini, ha creato le condizioni ideali per la
formazione di fenomeni meteo del tutto inediti: i
medicanes, contrazione di “
Mediterranean Hurricanes“. Si tratta di
sistemi ciclonici a cuore caldo, molto simili, per struttura e comportamento, agli uragani atlantici. Pur essendo più piccoli e meno intensi rispetto ai giganti oceanici, i medicanes sono capaci di portare venti distruttivi, piogge torrenziali e onde alte diversi metri, con impatti devastanti per le zone costiere.
Acqua calda e instabilità: l’innesco dei cicloni mediterranei Perché si formi un medicane, sono necessarie alcune condizioni fondamentali: una
superficie marina molto calda (spesso sopra i 26-27 °C), un’atmosfera instabile e l’assenza di forti venti in quota, che altrimenti impedirebbero l’organizzazione del sistema ciclonico. Quando una depressione mediterranea si sposta su acque anormalmente calde, può rapidamente trasformarsi in un vortice compatto, simile a un ciclone tropicale, con un centro ben definito e un
sistema nuvoloso a spirale. L’energia proviene quasi esclusivamente dalla superficie marina, attraverso il rilascio di calore latente, come accade per gli uragani veri e propri.
Gli episodi più rilevanti degli ultimi anni Negli ultimi due decenni, il Mediterraneo ha ospitato diversi medicanes degni di nota. Uno dei più celebri è stato il
Medicane Ianos, che nel settembre 2020 ha colpito la Grecia con venti superiori ai 120 km/h e piogge torrenziali. Ma anche l’Italia ha sperimentato più volte l’effetto di questi fenomeni: in particolare la
Calabria ionica, la
Sicilia orientale e il
Salento sono le aree più vulnerabili. Nel 2021, il ciclone
Apollo ha colpito la zona di
Catania, allagando strade, causando danni ingenti e lasciando migliaia di famiglie senza elettricità. Eventi come questi non solo si stanno moltiplicando, ma tendono a intensificarsi grazie all’aumento della temperatura del mare.
Prospettive future: rischio in crescita anche per l’Italia Secondo i modelli climatici, l’
aumento costante delle temperature marine nel bacino del Mediterraneo renderà
sempre più frequente e violenta la formazione di medicanes. Le zone a rischio non si limiteranno al Sud Italia, ma potranno estendersi anche verso il Tirreno centrale e la Sardegna. Non si parla ancora di uragani veri e propri, ma gli impatti potenziali per l’ambiente, l’economia e la sicurezza delle popolazioni costiere sono concreti. Le
previsioni meteo stagionali dovranno sempre più tenere conto di questi
fenomeni estremi, ormai parte integrante del nuovo volto climatico del nostro mare.
I Medicanes: gli uragani mediterranei, la nuova incombente MINACCIA METEO