Il gladiatore II: un sequel che smarrisce l’epica dell’originale – Recensione completa e senza Spoiler

Se “ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità“, Sir Ridley Scott potrebbe avere qualche problema un giorno visto che il sequel di uno dei suoi film più famosi si è rivelato un vero e proprio flop, non tanto a livello di incassi – più che soddisfacenti – ma quanto al risultato. Chi ha amato la […]

May 11, 2025 - 15:09
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Il gladiatore II: un sequel che smarrisce l’epica dell’originale – Recensione completa e senza Spoiler
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Se “ciò che facciamo in vita, riecheggia nell’eternità“, Sir Ridley Scott potrebbe avere qualche problema un giorno visto che il sequel di uno dei suoi film più famosi si è rivelato un vero e proprio flop, non tanto a livello di incassi – più che soddisfacenti – ma quanto al risultato. Chi ha amato la tragica epica del primo film non può che rimanere deluso da Il gladiatore II, che strizza continuamente l’occhio al predecessore senza mai ritrovarne il feeling e anzi scadendo di sovente nel ridicolo involontario.

Da anni si parlava di come far continuare la storia, tra ipotesi che avrebbero riportato su schermo l’iconico Massimo Decimo Meridio di Russell Crowe – il cui fisico è da diverso tempo ben lontano da quello sfoggiante nel cult del 2000 – e sceneggiature che avrebbero tirato addirittura in mezzo l’aldilà. Si è infine propenso per la scelta sulla carta più semplice e ovvia, ovvero quella di rendere assoluto protagonista, in una sorta di continuità genetica, il figlio segreto del compianto gladiatore, frutto di una relazione illecita avuta con Lucilla, figlia di Marco Aurelio interpretata nuovamente dalla ritornante Connie Nielsen.

Il gladiatore II, recensione: un sogno chiamato Roma?

Una soluzione in ogni caso forzata che va di pari passo con una storia che soffre di diversi problemi. Passino le inesattezze storiche e alcuni particolari che si chiede come siano potuti sfuggire in fase di messa in scena, ma il modo in cui la premessa si insinua lentamente nel substrato narrativo, ripercorrendo quanto visto nel prototipo, avviene in maniera fin troppo meccanica e innaturale.

Mentre Roma è governata dagli imperatori, gemelli e imbelli, Geta e Caracalla, la Numidia viene attaccata dalle truppe del generale Giusto Acacio, che cattura molti prigionieri: tra questi vi è Annone, che in battaglia ha visto morire la sua amata moglie e viene ora venduto come schiavo. Il mercante Macrino nota le sue abilità nell’arena e decide di condurlo nella Città Eterna, dando inizio inconsapevolmente alla sua missione di vendetta. Lì Annone scopre infatti le sue vere origini e il destino dell’Impero finirà per dipendere dalle sue decisioni.

Epos a corto di idee

Le due ore e venti di visione scadono in più occasioni nel kitsch quando non nello scult assoluto, con i combattimenti contro i babbuini “mannari” e la sequenza nella quale il Colosseo viene riempito di acqua, con tanto di squali che nuotano, a superare ogni immaginazione. Certamente anche nel primo film la verosimiglianza non era il punto forte, ma qui le esagerazioni sembrano costruite ad hoc unicamente allo scopo di scioccare, alla ricerca di una grandezza a tutti i costi che finisce per depotenziare l’anima tensiva e la conseguente credibilità della storia.

Storia che si perde ancora in altri sussulti gratuiti, con una violenza quasi splatter nella parte finale e una caratterizzazione a dir poco grottesca dei due giovani e sadici imperatori, che diventano così dei villain di cartapesta. Con lo stesso Paul Mescal, altrove ottimo, qui poco credibile in questo ruolo che scimmiotta cotanto genitore di finzione, a spiccare nel cast è Denzel Washington, anche se pure lui è “complice” dell’anemica resa dei conti finale, che mette in mostra un gran numero di comparse e di contorni per poi risolversi in una fredda baruffa a due.

E la colonna sonora che cita quella di Hans Zimmer senza recuperarne la magia non fa che confermare l’impressione di aver assistito ad una scialba copia di quanto già fatto da Scott in passato; ciò nonostante il regista ha già confermato di essere al lavoro su un terzo episodio, anche se troviamo difficile capire come la saga potrebbe ulteriormente evolvere o regredire.

Il film è disponibile dall’11 maggio nel catalogo di Paramount+.

Conclusioni finali

Un sequel che si rivela una copia sbiadita del cult originale, un sequel forzato che punta al grande spettacolo ma perde per strada la potenza epica e l’emozione viscerale, scivolando spesso nel ridicolo e nel kitsch. Il gladiatore II parte da alte ambizioni ma finisce per annacquare tutto ciò che aveva reso il primo indimenticabile, tra sequenze assurde e inutilmente esagerate e personaggi inconsistenti, buoni o cattivi che siano.

Non si spreca solo il pur talentuoso cast, ma anche un comparto tecnico ed effettistico di prim’ordine. Se lo spettacolo certo non manca a farlo è invece la sostanza, con l’estetica di superficie non controbilanciata da una storia svuotata di pathos, dove la tensione e il cuore belligero non vengono nemmeno sfiorati in favore di un intrattenimento gratuito e fine a se stesso.