Estate estrema? Attenzione al “CUPOLONE”, il fenomeno meteo estivo peggiore

Un’estate sotto una cupola: il ritorno del Dome Il panorama meteo dell’Europa meridionale è sempre più influenzato da un fenomeno atmosferico potente e insidioso: il DOME, una cupola di calore che agisce come un coperchio sull’atmosfera, intrappolando l’aria calda e bloccando i normali scambi termici. L’Italia, insieme a Francia e Spagna, si trova tra le […] Estate estrema? Attenzione al “CUPOLONE”, il fenomeno meteo estivo peggiore

May 8, 2025 - 13:28
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Estate estrema? Attenzione al “CUPOLONE”, il fenomeno meteo estivo peggiore
Un’estate sotto una cupola: il ritorno del Dome Il panorama meteo dell’Europa meridionale è sempre più influenzato da un fenomeno atmosferico potente e insidioso: il DOME, una cupola di calore che agisce come un coperchio sull’atmosfera, intrappolando l’aria calda e bloccando i normali scambi termici. L’Italia, insieme a Francia e Spagna, si trova tra le aree più esposte a questo tipo di evento, che si manifesta con ondate di calore intense, durature e sempre più frequenti. Durante l’estate, soprattutto nei mesi di Giugno, Luglio e Agosto, l’espansione di queste aree anticicloniche ad alta pressione porta all’innalzamento delle temperature ben oltre i valori stagionali, provocando conseguenze dirette sulla salute umana, sull’agricoltura e sugli ecosistemi urbani. L’aria calda, compressa verso il suolo, si scalda ulteriormente e diventa secca, contribuendo all’essiccamento del terreno e all’aumento del rischio incendi. La dinamica del Dome: come funziona la cupola di calore Il termine DOME, sempre più usato nel lessico meteorologico internazionale, indica una struttura ad alta pressione estremamente stabile che agisce come una “campana” sull’atmosfera. Questo tipo di configurazione, visibile anche nelle ricostruzioni tridimensionali delle mappe meteo, blocca i normali flussi d’aria impedendo l’arrivo di masse più fresche. All’interno della cupola di alta pressione, il fenomeno della subsidenza – cioè il moto discendente delle masse d’aria – amplifica il riscaldamento attraverso un meccanismo semplice ma potentissimo: quando l’aria scende verso il suolo, viene compressa, e questa compressione la riscalda ulteriormente. In assenza di nuvole o piogge, il suolo si arroventa, generando una sorta di circolo vizioso termico che può durare anche settimane. Origine e diffusione del termine: dal Nord America all’Europa L’espressione “Heat Dome” è entrata nel vocabolario meteo internazionale dopo l’estate del 2021, quando un’anomala ondata di calore colpì il Canada occidentale facendo registrare valori termici record, come i 49,6°C raggiunti a Lytton, in Columbia Britannica. Da quel momento, il termine è stato ripreso da enti istituzionali come la NOAA e da pubblicazioni meteorologiche, ed è oggi ampiamente usato anche in Europa per descrivere fenomeni simili che stanno diventando più frequenti. Il concetto visivo della “cupola” aiuta a comprendere la gravità del fenomeno: l’alta pressione agisce come una barriera, e il calore resta intrappolato in superficie, senza possibilità di dispersione verso l’alto. Cause principali e legame con i cambiamenti climatici Secondo le analisi condotte da istituzioni come la World Meteorological Organization (WMO) e la stessa NOAA, esistono diverse cause che contribuiscono alla formazione dei DOME. Un ruolo centrale è svolto dai blocchi atmosferici, ossia situazioni stazionarie del flusso atmosferico che impediscono il movimento delle perturbazioni. Spesso, questi blocchi sono legati a ondulazioni del getto polare, che devia la normale circolazione. Inoltre, il riscaldamento anomalo delle acque oceaniche, soprattutto nel Pacifico nord-orientale, genera un effetto domino che può favorire l’espansione delle aree di alta pressione verso il continente. Anche il suolo stesso, quando secco e privo di vegetazione, riflette più calore e intensifica il riscaldamento locale. Italia e Mediterraneo: la vulnerabilità crescente Il bacino del Mediterraneo rappresenta una delle aree più vulnerabili all’effetto del DOME. Studi recenti condotti dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche (ECMWF) e dal programma Copernicus confermano che Italia, Francia e Spagna sono in prima linea per quanto riguarda l’intensificazione e la frequenza di queste cupole di calore. Ma non sono le uniche: anche Belgio, Paesi Bassi, Germania settentrionale e persino il sud della Scandinavia hanno registrato anomalie termiche preoccupanti negli ultimi anni. Il problema non è soltanto la temperatura, ma la persistenza dell’evento: più il DOME si mantiene stabile, più i danni diventano ingenti. La mancanza di precipitazioni, combinata con il calore estremo, mette sotto pressione sia il sistema agricolo sia le infrastrutture sanitarie, senza contare l’effetto diretto sull’aumento della mortalità estiva. Conferme scientifiche: il ruolo del riscaldamento globale Il Sesto Rapporto dell’IPCC, pubblicato nel 2021, è stato chiaro: il riscaldamento globale causato dalle attività umane sta modificando profondamente la dinamica atmosferica, rendendo più probabili e più gravi i fenomeni come il DOME. Anche la rivista scientifica Journal of Climate, in una pubblicazione del 2023, ha evidenziato che eventi come quello canadese del 2021 sono oggi 150 volte più frequenti rispetto all’era preindustriale. Il cambiamento climatico non solo intensifica i DOME, ma ne aumenta la durata e la difficoltà di dissipazione, spingendo le città e le regioni colpite verso una crisi ambientale e sociale sempre più difficile da gestire. L’aumento della domanda di energia per raffrescamento, i danni alla salute pubblica e le perdite agricole sono solo alcune delle conseguenze che l’Italia e l’intera Europa mediterranea devono prepararsi ad affrontare.

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