Zucchero: “Sono ancora quello che ha iniziato in parrocchia”

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Apr 24, 2025 - 22:53
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Zucchero: “Sono ancora quello che ha iniziato in parrocchia”

A pochi mesi dal suo settantesimo compleanno, Zucchero Fornaciari ripercorre la sua carriera in una lunga intervista a Panorama, tra memorie giovanili, successi globali e nuove sfide. “Il primo tour l’ho fatto nelle canoniche dell’Emilia la domenica pomeriggio. Eravamo i Lords Flowers: io, un mio amico cicciottello e una ragazzina con le treccine che avrei voluto fosse la mia morosa”.

Zucchero non dimentica le sue radici né l’umanità del contesto che l’ha formato: “Era un’Emilia alla Don Camillo e Peppone… A casa mia era vietato bestemmiare: volavano ceffoni!”. Con ironia e affetto rievoca i primi passi tra imitazioni di Stanlio e Ollio e canzoni folk: “Facevamo un po’ di tutto per racimolare qualche moneta”.

Ma la musica è diventata presto un mestiere: “Volevo solo vivere di musica… Per anni mi sentivo dire che l’inciso era buono ma la strofa no, o viceversa. Mi sono salvato grazie a due pezzi: uno dato a Fred Bongusto, l’altro a Michele Pecora. Entrambi sono entrati in classifica e mi hanno dato il coraggio per continuare”.

Oggi Zucchero ha venduto 60 milioni di dischi e ha calcato i palchi di tutto il mondo, con oltre 50 concerti all’Arena di Verona e nuovi appuntamenti in arrivo, tra cui uno spettacolo speciale al Circo Massimo. “Il 25 settembre festeggio i settanta con il settimo show a Verona. È diventata una tappa mitica: arrivano da tutta Europa, dall’Australia, dagli Stati Uniti per ascoltarmi lì”. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.

Tra gli aneddoti più iconici, le avventure con Pavarotti (“Andare in scooter con lui era un’impresa!”), i giri per New York, la chitarra suonata in Norvegia per Robert Plant, i pantaloni ceduti a Eric Clapton. “Sono ancora quel ragazzo di campagna che suonava davanti alla chiesa”, conclude Zucchero, “ma con più chilometri, più storie e la stessa fame di musica”.

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