Tra i Camini delle Fate: alla scoperta del paesaggio onirico della Cappadocia
Nel cuore della Cappadocia, i Camini delle Fate raccontano storie millenarie: un paesaggio unico, tra leggende e formazioni rocciose che tolgono il fiato

La natura, lo sappiamo bene, nel corso dei secoli è stata in grado di creare dei veri e propri capolavori che, molto probabilmente, l’uomo non riuscirà mai a replicare. Il nostro pianeta è pieno di paesaggi surreali, ma c’è un luogo in particolare dove il panorama è onirico e in cui la terra ha imparato a raccontare storie. Non con parole, ma con forme scolpite dal vento, torri di pietra che sembrano uscite da una fiaba dimenticata. Parliamo della Cappadocia, regione della Turchia, dove svettano nei cieli i Camini delle Fate, formazioni rocciose che incantano il mondo e custodi di antichi misteri.
Dove si trovano i Camini delle Fate?
Chi desidera ammirare questo paesaggio fuori dal comune deve recarsi in Turchia, più precisamente nella regione della Cappadocia, tra le province di Nevşehir, Ürgüp, Göreme, Avanos e Uçhisar. Da queste parti le formazioni rocciose sono praticamente ovunque, ma senza ombra di dubbio la zona più famosa è quella del Parco Nazionale di Göreme, patrimonio Unesco.
Il motivo per cui è la più nota è molto semplice: qui si concentrano molte delle formazioni più spettacolari. Ed è proprio da questo affascinante angolo di mondo, infatti, che partono i tanto ambiti voli in mongolfiera tra le valli più scenografiche del territorio, come la Love Valley, la Rose Valley e la Pasabag (Valle dei Monaci).
Il modo più comodo per arrivare è atterrando a Istanbul, per poi prendere un volo interno per:
- Nevşehir Kapadokya Airport (NAV): il più vicino, circa 30-40 minuti da Göreme;
- Kayseri Erkilet Airport (ASR): un po’ più lontano, circa 1 ora e 15 minuti, ma con più voli disponibili.
Cosa sono i Camini delle Fate?
I Camini delle Fate sono certamente delle strane formazioni rocciose, ma anche il simbolo più magico della Cappadocia. A guardarle, magari senza sapere niente, sembrano torri scolpite da qualcuno che non aveva voglia di fare il suo lavoro, o da scultori che avevano intenzione di creare uno dei parchi più bizzarri del globo.

Nei fatti, sono un’opera monumentale di Madre Natura che ha deciso di modellarsi “a suo piacimento”, fino a dar vita a delle colonne slanciate con “cappelli” di pietra che sembrano essere stati messi lì di proposito. Poi sono arrivati gli esseri umani, che hanno visto in queste formazioni delle risorse, al punto da averci scavato chiese rupestri, stanze e persino interi villaggi. Tutto questo fa quindi subito capire che i Camini delle Fate sono un luogo che non assomiglia a nessun altro, quasi da essere frutto di un’invenzione. Eppure, è tutto vero.
Come sono nati i Camini delle Fate
Ci sono voluti milioni di anni per avere i Camini delle Fate di oggi: sono il risultato spettacolare di una storia geologica iniziata con antichi vulcani, come l’Erciyes e l’Hasan Dağı, che hanno eruttato coprendo l’intera regione con cenere vulcanica. Come è possibile immaginare, questa si è poi solidificata in una roccia tenera chiamata tufo, su cui si sono depositate rocce più dure, come il basalto.
Poi sono arrivati il vento, la pioggia e il gelo che con la loro potenza hanno scavato e modellato il paesaggio. In questo modo la roccia tenera veniva erosa, mentre quella più dura resisteva creando una specie di “tetto” che proteggeva la colonna di tufo sottostante. Come fosse un incantesimo durato secoli, quindi, si sono formate queste colonne di roccia più o meno sottili, in alcune circostanze con un cappello roccioso in cima.
Non c’è il lavoro dell’essere umano nella nascita dei Camini delle Fate, è stata solo la natura che ha impiegato al meglio alcune delle sue risorse. L’uomo è arrivato in seguito, decidendo di scavarle per trasformarle in abitazioni, chiese, magazzini, rifugi. Vi basti sapere che alcuni di questi sono abitati persino oggi (anche se molto raramente) e altri riconvertiti per un uso turistico.
Perché si chiamano Camini delle Fate
Va subito fatta una premessa: il loro vero nome in turco è Peri Bacaları, che tradotto vuol dire Camini delle Fate. Ma come si è arrivati a questo nome così evocativo? La risposta va ricercata certamente nelle loro curiose forme, ma anche (e soprattutto) in una fiabesca leggenda. Secondo il folklore locale, infatti, si riteneva che queste particolari formazioni rocciose fossero dimore segrete di fate, spiriti o creature invisibili che vivevano proprio in queste zone per sfuggire agli occhi degli umani.
Stando ad altre storie, invece, pare che di notte le fate uscissero dai camini per danzare sotto la luna, o che apparissero solo a chi era “scelto” da loro stesse. Non vi sorprenderà quindi sapere che c’è chi è pronto a giurare di averle addirittura sentite sussurrare tra le valli, o di aver visto luci strane uscire dalle rocce.
Le altre leggende
La Cappadocia non è solo pietra e paesaggio lunare: è piena di leggende che sembrano essere venute fuori direttamente da un libro antico. Tra le più curiose e suggestive c’è quella che narra proprio delle fate che vivevano nei camini, che vede una di queste innamorarsi di un pastore che vagava tra le valli. Peccato che, purtroppo, si trattava di un amore proibito, al punto che quando le altre creature magiche lo scoprirono si ribellarono. Gli dei, furiosi, trasformarono tutte le fate in pietra, ed è per questo che oggi i Camini delle Fate sarebbero delle torri pietrificate custodi di un amore non consentito.

C’è poi il racconto popolare secondo cui i camini non sono altro che giganti trasformati in roccia a causa di un’antica guerra che questi ultimi combatterono contro gli umani. Anche in questo caso sarebbero intervenuti gli dei che, per fermare la distruzione, decisero di mutare tutti i giganti in pietra in un colpo solo.
Molto interessante è anche un’altra leggenda che narra che le fate non vivessero nei camini, ma nei venti della Cappadocia. Di notte, scendevano a danzare tra le rocce, lasciando scie di polvere e luce. Le forme strane dei camini sarebbero nate proprio così, ovvero modellate dal tocco delle fate mentre ballavano sotto la luna.
Un fatto storico è invece che, durante le persecuzioni cristiane, molti abitanti scavarono rifugi e chiese proprio nei Camini delle Fate. Ma come spesso accade, alla realtà si mescola anche un po’ di leggenda: pare che ci fossero delle fate a proteggere questi rifugi, nascondendoli agli occhi dei nemici e confondendo gli invasori tra le valli. Si narra, infatti, che chi vi entrava senza rispetto era destinato a perdersi per sempre.