In Toscana lungo i sentieri intorno alla Badia a Passignano
Tra i tanti sentieri collinari segnati dalla Sezione di Firenze del CAI, meritano una visita quelli sui luoghi di San Giovanni Gualberto, fondatore dell’abbazia di Vallombrosa e patrono dei Forestali L'articolo In Toscana lungo i sentieri intorno alla Badia a Passignano proviene da Montagna.TV.

Ai piedi delle colline del Chianti, dai borghi di Barberino Val d’Elsa, San Donato in Poggio e Sambuca, a portata di mano dalla superstrada Firenze-Siena, iniziano dei percorsi segnati di grande interesse. Il merito è della Sezione di Firenze del CAI, che da anni si dedica a individuare, segnare e tenere agibili i sentieri del suo territorio. Una rete che ha superato i 1.200 chilometri di sviluppo.
Alcuni degli itinerari più belli iniziano dalla Badia a Passignano, che deve la sua notorietà a San Giovanni Gualberto, il fondatore dell’abbazia di Vallombrosa, che era nato in questo territorio e vi morì nell’estate del 1073. La sua tomba, sormontata da una bella statua in marmo scolpita nel Seicento da Giovanni Battista Caccini, è all’interno della chiesa della Badia, dedicata a San Michele Arcangelo.
L’itinerario che descriviamo si svolge nell’Area Protetta d’Interesse Locale (ANPIL) della Badia a Passignano, estesa su 364 ettari, che affianca alle zone coltivate boschi di roverella, leccio, carpino e orniello, filari di cipressi e rimboschimenti di pini. Vigne, uliveti e campi coltivati testimoniano del lavoro dell’uomo.
In primavera fiorisce il maggiociondolo, una pianta dai fiori gialli penduli e profumati che s’incontra di solito sull’Appennino e delle Alpi, e qui è un “relitto” di epoche più fredde. La fauna comprende mammiferi come il cinghiale, il tasso, il capriolo, e uccelli come il picchio, il gheppio, l’averla piccola e il biancone.
I sentieri sono indicati da cartelli indicatori e tabelle, in qualche tratto occorre fare attenzione alle moto da cross e ai quad. Uno dei percorsi a piedi più interessanti, il Sentiero 458 o Anello del Maggiociondolo, inizia proprio dalla Badia, che merita una visita prima o dopo la camminata. Il Sentiero della Pesa, altrettanto piacevole, costeggia per un tratto l’omonimo fiume toccando Sambuca e il suo ponte medievale. Informazioni sul sito del CAI Firenze.
L’itinerario: Anello del Maggiociondolo
Partenza: Barberino Tavarnelle (FI) , loc. Badia a Passignano
Dislivello: + 210 m
Tempo: 2.15 ore
Difficoltà: T/E
Periodo consigliato: la primavera e l’autunno
Dal posteggio della Badia (341 m) si segue a piedi e in discesa Via Poggio al Vento, prima asfaltata e poi sterrata, indicata dai segnavia 458 e dai cartelli dell’Anello del Maggiociondolo. Si scende in una valle che offre un bel colpo d’occhio sulla Badia, si supera il Fosso di Rimaggio e si raggiunge l’area di sosta del Maggiociondolo (280 m).
Qui si piega a destra per un sentiero, e poi si sale per una vecchia strada in abbandono, superando dei tratti resi scomodi dall’erosione. Un tratto più comodo conduce agli edifici disabitati di Casa Pietto, dove si volta a sinistra tra estesi vigneti. Per un’ampia strada sterrata, in vista delle colline di Tavarnelle, Barberino e San Casciano Val di Pesa, si raggiunge il borgo fortificato di Poggio al Vento (450 m, 1 ora). Al suo interno è la chiesetta medievale di Sant’Andrea, attualmente chiusa alle visite.
Prima delle case si piega a destra, si scende per una stradella affiancata da muretti a secco e poi per un sentiero segnato, si esce su una strada bianca e la si segue verso sinistra. Si aggira un bel casale restaurato, si raggiunge una sella, e si piega a sinistra in discesa per Via di Rignana, tornando all’area del Maggiociondolo. In breve si risale al punto di partenza (1.15 ore).
Da vedere: i luoghi di San Giovanni Gualberto
La Badia a Passignano deve la sua notorietà al fondatore dell’abbazia di Vallombrosa, che era nato in questo territorio e vi tornò alla fine della sua vita. Il futuro San Giovanni Gualberto nacque nel 995 a Petroio, presso Tavarnelle Val di Pesa, da una famiglia nobile. Quando il fratello fu ucciso rinunciò alla vendetta e scelse la via della fede, diventando monaco benedettino. Poi si spostò sull’Appennino, dove fondò il monastero di Vallombrosa e la congregazione omonima. Giovanni Gualberto morì nel 1073, fu canonizzato nel 1193, e nel 1951 è stato proclamato patrono del Corpo Forestale dello Stato, gli odierni Carabinieri Forestali. Oggi la sua tomba, sormontata da una statua in marmo del Seicento, accoglie visitatori e fedeli nella chiesa di San Michele Arcangelo della Badia di Passignano.
Gli escursionisti che percorrono queste colline scoprono la memoria del Santo anche nel Borro della Ialtuzza, dove secondo la tradizione il Santo avrebbe incontrato il diavolo. Il cavallo del religioso si imbizzarrì, cadde a terra, e lasciò nelle rocce le impronte ancora visibili dei suoi zoccoli.
Chi percorre l’Anello del Guardingo (segnavia 460) tocca la Cappella dei Pesci, anch’essa legata alla memoria di Giovanni Gualberto. Secondo la tradizione nel 1050, in occasione della visita di Papa Leone IX alla Badia, il Santo chiese a due conversi di andare a pescare alla Fonte di Camugnana, di solito priva di pesci. I due andarono, e riportarono due gustosissimi lucci.
Come arrivare
L’imponente Badia a Passignano si raggiunge in breve dalle uscite di Tavernelle Val di Pesa o San Donato della superstrada Firenze-Siena.
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