Toranaga non premedita. Toranaga impara sbagliando 

Il seguente articolo contiene SPOILER sulla prima stagione di Shōgun. Yoshii Toranaga è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti di Shōgun. Il più misterioso, a tratti indecifrabile. Il suo modo di fare pacato e paziente strega tutti: dai personaggi che lo circondano allo spettatore. Ma presto questa sua indole comincia a far dubitare tutti… Leggi di più »Toranaga non premedita. Toranaga impara sbagliando  The post Toranaga non premedita. Toranaga impara sbagliando  appeared first on Hall of Series.

Apr 24, 2025 - 08:51
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Toranaga non premedita. Toranaga impara sbagliando 

Il seguente articolo contiene SPOILER sulla prima stagione di Shōgun.

Yoshii Toranaga è senza dubbio uno dei personaggi più affascinanti di Shōgun. Il più misterioso, a tratti indecifrabile. Il suo modo di fare pacato e paziente strega tutti: dai personaggi che lo circondano allo spettatore. Ma presto questa sua indole comincia a far dubitare tutti di lui: sia chi gli sta vicino che chi ammira le sue gesta. Eppure Toranaga ci insegna che l’unico modo per capire di chi ci si può fidare davvero è proprio spingere tutti a dubitare di lui. Una tattica che, visti i risvolti dell’ultima puntata di Shōgun (che potete recuperare qui), è risultata quella vincente. Morale della favola? Di Toranaga non bisogna mai dubitare, nel bene e nel male.

Yoshii Toranaga è un predatore astuto con una qualità fondamentale che lo distingue dagli altri signori feudali: la pazienza

John Blackthorne e Yoshii Toranaga in Shōgun
credits: FX

Quella del personaggio di Yoshii Toranaga, interpretato dallo straordinario Hiroyuki Sanada, è un’evoluzione completa, ma anche silenziosa, quasi impercettibile. Il cambiamento, in lui, è interno, velato da un’ambiguità morale che per tutta la prima stagione di Shōgun lascia lo spettatore all’erta. Dall’arrivo di John Blackthorne in poi Toranaga comincia a dare segnali discordanti. Fin da subito pare incuriosito dallo straniero, lo studia attentamente, ma a differenza di tutti gli altri non ha pregiudizi verso di lui. Più che capire se Blackthorne possa o meno essere una minaccia, il signore del Kantō è interessato a lui come strumento di potere. Senza la saggezza di Toranaga, Blackthorne e la sua ciurma sarebbero durati poco in terra nipponica. Il daimyo ha avuto la prontezza di fiutare un’opportunità, cosa non semplice da fare soprattutto in un momento di enorme pressione come quello che stava vivendo. Gli altri reggenti stavano tramando contro di lui, e Toranaga ne era ben consapevole.

Dalla consapevolezza di una imminente sconfitta, Toranaga è riuscito a prendere tempo, a pazientare. I reggenti capeggiati da Ishido erano certi di una vittoria. Se ne stavano lì, isolati tra le mura del castello di Osaka, in attesa che l’avversario si consegnasse o che si eliminasse da solo. Il suo stesso popolo avrebbe potuto rovesciare il suo regno, ma lui ha saputo aspettare e utilizzare la tensione a proprio vantaggio. Ma niente di tutto ciò era premeditato, o almeno fino a un certo punto. Toranaga ha avuto il merito di sfruttare le opportunità e di rimediare ai suoi errori, come la rovinosa fuga da Osaka. Errori umani, tentativi volti a preservare il proprio status, innanzitutto, e la sua gente. Dalla sua, il daimyo sapeva di poter contare su uomini eccellenti. Ma non ha comunque abbassato la guardia su nessuno di loro.

Il daimyo più temuto e rispettato di Shōgun (qui trovate la nostra recensione), il cui potere è pari solo alla sua capacità di mascherare le emozioni

Yoshii Toranaga, interpretato da Hiroyuki Sanada
credits: FX

Eppure, dietro l’immagine del leader imperturbabile e onnisciente, si cela una figura ben più sfumata, imperfetta e sorprendentemente umana. Come abbiamo detto, Toranaga, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non premedita tutto. Osserva, si adatta, sbaglia e, da ogni errore, impara. Questa interpretazione, per quanto controintuitiva possa sembrare, rende il personaggio ancora più affascinante. Perché se è facile ammirare chi non sbaglia mai, è molto più coinvolgente seguire chi, pur dotato di una mente brillante, inciampa. E dopo essere inciampato si rimette in piedi e sfrutta ogni scivolone per affinare la propria visione del mondo. In questo senso, Toranaga non è il tipico burattinaio onnipotente. E’ un uomo immerso in un sistema instabile, costretto a correggere il tiro a ogni nuovo movimento sulla scacchiera politica. Fin dai primi episodi, Shōgun ci mostra un Toranaga all’apparenza in pieno controllo della situazione

La sua compostezza, il modo in cui ascolta più che parlare, la capacità di penetrare l’animo altrui con una sola occhiata: tutto suggerisce un uomo che ha già previsto ogni esito possibile. Ma col tempo, lo spettatore si accorge che dietro a ogni sua mossa non c’è sempre un piano dettagliato, quanto piuttosto una reazione intelligente a eventi imprevisti. Toranaga non è il Dio della guerra che non sbaglia mai: è uno stratega che commette errori, li accetta e li usa come leva per rafforzarsi. E’ questa la sua natura, è questa la sua arma in più. Ma a tutti gli altri non si mostra mai indeciso, mai in difetto: tutti devono temerlo e seguirlo ciecamente. La stessa scelta di preservare Blackthorne non nasce da una premeditazione iniziale. E’ il frutto di una serie di aggiustamenti nel suo approccio politico, nati da un’intuizione che, in quanto tale, poteva anche essere errata.

Shōgun racconta la guerra secondo la cultura giapponese. Cultura di cui Toranaga è il principale simbolo all’interno della serie (la serie è una delle migliori degli ultimi anni, la migliore dello scorso anno secondo noi)

Yoshii Toranaga in Shogun
credits: FX

Ciò che lo rende diverso dagli altri reggenti è il suo modo di porsi. L’interazione con i suoi consiglieri e con il Consiglio dei Regnanti lo mette più volte in situazioni scomode, dove è costretto a improvvisare. In certi momenti sembra persino indeciso, esitante. Ma questa esitazione, lungi dall’essere un difetto, è il segno di una mente che riflette prima di agire, consapevole della posta in gioco. Al contempo, la sua titubanza lo rende debole agli occhi nemici, non facendo altro che rafforzare la sua posizione. Toranaga è un maestro nel nascondere le sue incertezze, ma le vive profondamente. Questo è ciò che lo rende un personaggio di grande spessore: non un monolite, ma un uomo che cresce nel corso della storia. In un mondo, quello del Giappone feudale di Shōgun, governato dall’onore, dalla disciplina e dal fatalismo, Toranaga rappresenta una forma di pensiero più fluida, quasi moderna

Non si affida ciecamente al destino né si crogiola nella rigidità del codice. Impara dal caos, dalle reazioni inattese, persino dai tradimenti. Ogni errore commesso da lui o dai suoi sottoposti viene interiorizzato e trasformato in un insegnamento. Toranaga è un daimyo che apprende camminando sul filo del rasoio, costantemente esposto al rischio, ma mai davvero sopraffatto. Questa dimensione “sperimentale” del personaggio si riflette anche nel suo modo di trattare gli altri. Non impone mai con la forza ciò che può ottenere con la persuasione o con l’astuzia. Non urla, non minaccia: lascia che siano gli eventi a parlare per lui. E quando qualcosa va storto — come accade spesso — Toranaga non cerca colpevoli: cerca soluzioni. È questa mentalità, più che la freddezza, a renderlo formidabile. Perché, pur vivendo in un sistema di regole ferree, lui si muove tra le pieghe, nei vuoti, nei margini.

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