The Stolen Girl – La Recensione della nuova serie thriller sul viscerale destino di due madri

Anche questa volta, Eva Husson non si è smentita con la narrazione per immagini di un adattamento di Playdate, il romanzo di Alex Dahl. Accolto su Disney+ a metà Aprile, The Stolen Girl ci accompagna per cinque episodi tanto concitati e climatici, da farci recuperare il normale respiro soltanto nell’approdo conclusivo. Si tratta, indubbiamente, di… Leggi di più »The Stolen Girl – La Recensione della nuova serie thriller sul viscerale destino di due madri The post The Stolen Girl – La Recensione della nuova serie thriller sul viscerale destino di due madri appeared first on Hall of Series.

Apr 24, 2025 - 22:55
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The Stolen Girl – La Recensione della nuova serie thriller sul viscerale destino di due madri

Anche questa volta, Eva Husson non si è smentita con la narrazione per immagini di un adattamento di Playdate, il romanzo di Alex Dahl. Accolto su Disney+ a metà Aprile, The Stolen Girl ci accompagna per cinque episodi tanto concitati e climatici, da farci recuperare il normale respiro soltanto nell’approdo conclusivo. Si tratta, indubbiamente, di un thriller che non può non vestirsi di drama, presentandosi come una storia apparentemente costruita su cliché, ma pronta a sorprenderci ogni volta. La trama tuttavia è, di per sé, abbastanza semplice.

Anzitutto, abbiamo due coprotagoniste, tali da dimostrare quanto siano le donne a tenere le ardue redini di questo show. Una è Elisa Blix, attraente hostess di jet privati, moglie di Fred, valente avvocato, e madre di due bambini, Lucia di nove anni e George, più piccolo. L’altra è Rebecca Walsh, anche lei bionda, affabile e madre di Josephine, una nuova compagna di scuola di Lucia, entusiasta di invitarla a casa loro per coronare la loro neonata amicizia.

Seppur titubante, Elisa permetterà a Lucia di andare dall’amichetta

Ma non è tutto. In seconda battuta, acconsentirà a lasciarla rimanere anche per un improvvisato pigiama party quella stessa notte. Il giorno successivo Rebecca l’avrebbe riportata a casa a mezzogiorno, ma, nel primo pomeriggio, in casa Blix non c’era ancora alcuna traccia della piccola. E dopo pochi minuti di totalizzante ansia genitoriale, polizia e prime indagini del caso, arriva la conferma che Lucia è ora ufficialmente “the stolen girl”.

Da questo momento in poi, è scontato che un’onda anomala si sia riversata su Elisa e Fred. I quali cercano di mantenere la calma davanti all’altro figlio, facendo appelli pubblici e sfruttando i social (qui le serie che trattano i social media) come cassa di risonanza. Ma un’altra giovane donna farà capolino, a questo punto. Si chiama Selma Desai ed è un’irriverente e acuta giornalista che non riesce a fermarsi sulla superficie dei fatti. Cosicché, non passa giornata a non infrangere regole redazionali e litigare continuamente con il suo capo.

In primo piano Rebecca Walsh e Elisa Blix, sullo sfondo le loro figlie in The Stolen Girl (MYmovies)

Nel frattempo, la Blix proverà a ricostruire l’identikit dell’impostora

Fred, allo stesso tempo, verrà messo in allarme sui malavitosi che difende per professione. Selma, invece, si concentrerà molto di più sulla madre in questione. Tanto che, inizierà a sviscerare così tanto la sua pagina Instagram, da renderla esplicitamente per lei un’arma a doppio taglio per il suo status attuale. Scoprirà, infatti, che la donna, non era sempre stata la mamma influencer perfetta e con uno splendido lavoro.

Di fatto, era nata e cresciuta in una Comune religiosa e bigotta, dalla quale era andata via già all’età di sedici anni. E, intervistando sua madre, rinvenirà che il padre di Elisa era morto abbastanza di recente e che lei non vedeva la figlia e la nipotina da circa cinque anni. Ciò detto, è assodato che la miniserie si differenzia dalle solite storie di rapimento, in quanto si sviluppa con fluidità e profondità sulle storyline parallele di Elisa, Rebecca e Selma.

A questo punto The Stolen Girl ci svela la vera identità della Walsh

La donna si chiamava in realtà Nina Thibault e, pochi giorni dopo il rapimento, accoglierà Lucia in una bucolica villa di campagna nel nord della Francia. E riuscirà in parte a persuaderla, con sottili strategie, di essere lei la sua vera madre. La vedremo dunque sotto altre vesti e scorgeremo, attraverso il suo vero volto, una sofferenza ancora più lacerante di quella che stava provando in quei giorni la stessa Elisa. Ma ecco che entra nuovamente in gioco Selma.

La giornalista pertanto, scavando sempre più a fondo, verrà a sapere che quell’ultima volta in cui Elisa era andata alla Comune, era in compagnia di un certo Marcus Turner. Lui era il proprietario di una catena di hotel che aveva conosciuto in volo, diventando poi il suo amante nonché vero padre di George. Da anni però questi era in prigione, ma come mai? Tutto parte dal padre di Elisa che, per scrupolo, lei era andata a trovare prima che morisse in quanto gravemente malato. Costui, tra le altre cose, aveva iniziato a violentarla quando lei aveva circa l’età di Lucia e la madre lo aveva sempre coperto.

In primo piano Nina Thibault, sullo sfondo Lucia e Josephine in The Stolen Girl (FilmTV)

A Elisa basterà vederlo osservare in sordina la nipote dormiente

Questo, infatti, le farà riaffiorare tutto il disprezzo e il rancore repressi da tutto quel tempo. Così, dopo una breve colluttazione, lo spingerà accidentalmente giù dalle scale, accelerando la sua morte. Dopo ciò, se ne andrà di corsa con Marcus da quella casa dalla quale era già fuggita una volta. E, guidando a grandissima velocità in preda al panico, non vedrà un’auto ferma sul ciglio della strada. Dunque non si fermerà, la distruggerà e, fino a quel momento, non saprà ancora di aver ucciso un padre e una figlia innocenti (ecco gli incidenti peggiori delle serie). La colpa di tutto quanto però se la assumerà Marcus e anni dopo, il karma l’avrebbe punita. Non a caso, quelli erano Nicolas Thibault e Rose, marito e figlia di Nina aka Rebecca Walsh. E si può ben capire, compreso ciò, quanto il dolore di una madre e di una moglie alle volte possa diventare delirante e a letale.

Il fulcro di The Stolen Girl diventa diventa, dunque, la maternità analizzata dalla prospettiva più ambivalente. In quanto ruota attorno alla figura di due madri alle volte sovrapponibili, altre specularmente opposte. Parliamo di giustizia e relativismo, di vittime e carnefici, di vendetta ancestrale e sensi di colpa impuniti. Tanto che, quando all’inizio seguiamo da vicino il rapimento di Lucia, crediamo davvero che Nina possa dire la verità, mentre Elisa nascondere qualcosa. Ma questo è un sagace e inaspettato depistaggio per chi guarda, un importante espediente per farci dubitare di ogni personaggio. Da Fred a Selma, da Nina a Elisa e viceversa.

Tutti sono colpevoli in fondo

Partiamo da Fred che, tempo prima, si fece adescare online da una certa Sarah Banks, rivelatasi poi Nina, intenzionata a carpire informazioni sulla sua famiglia. Passiamo ovviamente a Elisa, che aveva ucciso il padre e altri due innocenti a distanza di poche ore. E, infine, la stessa Nina che, per punirla e colmare l’enorme vuoto della sua amata Rose, si era convinta che sostituirla con la legge del taglione, l’avrebbe riportata in vita. Ma, con tutto ciò, lei non si è mai troppo avvicinata al profilo della donna disturbata e pericolosa, era soltanto dilaniata e inquieta da troppo tempo per poter essere lucida.

Tanto che è la Blix, nei momenti di forte disperazione, a perdere il controllo più della sua aguzzina. E, dopo aver scoperto i suoi scheletri nell’armadio, in parte la giustifichiamo per l’infanzia rubata, ma allo stesso tempo consideriamo riprovevole ciò che aveva deciso di diventare. Entrambe, tuttavia, vantavano di un buon margine di redenzione e guarigione. Nina, per l’appunto, rinsavirà dopo il catartico scontro con la sua nemesi assoluta, permettendo così a una madre di riabbracciare sua figlia.

Elisa, invece, deciderà di espiare le sue colpe dietro quelle sbarre che l’avrebbero tenuta lontana sua famiglia. Ma consapevole che, dopo sei anni, sarebbe tornata più leggera e illuminata dal perdono. È innegabile, quindi, che The Stolen Girl non perde mai di vista quello stile puramente britannico (qui le migliori serie crime britanniche) che fa invidia a molti altri crime in circolazione. I suoi toni freddi, i dialoghi concisi e sostituiti da sguardi e riprese oculati e mai superflui, sono gli ingredienti ottimali per un prodotto che ci offre grandi spunti di riflessione in poco tempo.

La giornalista Selma Desai (The Mirror US)

Notevoli sono le performance delle donne sulla copertina di The Stolen Girl

In particolare, notifichiamo quella di Holliday Grainger e il fatto che, tutte e tre, appaiano così magistralmente sincronizzate da rendersi antagoniste l’una dell’altra… Ma indispensabili per ottenere il proprio riscatto personale. Inutile dire, poi, quanto qui emerga l’idea che l’amore, in questo caso quello tra madri e figlie (ecco le serie sui rapporti madri-figlie), fosse foriero di luce e buio, di sorrisi e lacrime e, in definitiva, di vita e di morte. Risultando terribilmente dannoso quando è poco razionalizzato, primordiale e inevitabilmente abnegante.

Tuttavia, siamo costretti a esimerci dal giudicare, in quanto ci troviamo a un livello così tanto delicato, da superare a qualsiasi tipologia di critica. Altro non possiamo aggiungere, dunque, se non godere attraverso le lacrime di gioia della dolce Lucia che si ricongiunge alla sua mamma. Ma, allo stesso tempo, siamo in dovere di aiutarne un’altra a fare pace con ste stessa, a elaborare il più terribile dei lutti e andare avanti per l’unica figlia che gli rimane. Quando ne perdi uno, contare sull’altro è la fonte di salvezza più sicura. E, in questo caso, soltanto Josephine possiede la chiave della sua cura.

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