Salmo: “Negli altri dischi ho guardato fuori dalla finestra, con questo ho guardato dentro me”
Il 9 maggio 2025 esce "Ranch", l’ottavo album in studio di Salmo. L'artista ha presentato il progetto in una conferenza stampa L'articolo Salmo: “Negli altri dischi ho guardato fuori dalla finestra, con questo ho guardato dentro me” proviene da imusicfun.

Il 9 maggio 2025 esce Ranch, l’ottavo album in studio di Salmo. Un disco che il rapper sardo ha definito “il più personale” della sua carriera, nato da un periodo di profonda riflessione e isolamento. Un progetto intenso, denso, che si riconnette all’essenza della sua musica. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.
Ranch è composto da sedici tracce che compongono un concept album fortemente narrativo. Salmo torna a scrivere guardando dentro di sé, a 40 anni, con consapevolezze odierne di chi avverte il bisogno di fare i conti con sé stesso. “In passato scrivevo guardando fuori dalla finestra. Stavolta ho guardato dentro”.
In occasione della conferenza stampa di presentazione dell’album, Salmo ha raccontato la genesi del disco, la visione che lo ha accompagnato e i suoi significati più profondi.
“Ranch è un posto sicuro, un’isola mentale che ho costruito per ritrovare la mia creatività”, ha spiegato, “era un periodo un po’ particolare della mia vita, quindi ho avuto bisogno di isolarmi. So che il termine ‘isolamento’ non è bello ma in quel momento della mia vita ne avevo bisogno. Cercavo un posto tranquillo dove poter ritrovare la creatività”.
Il prezzo per ritrovarla è stato l’abbandono momentaneo dai social perché hanno la capacità di azzerare la scrittura: “purtroppo sono un freno per la creatività, quindi ho dovuto mettere i remi sulla barca e fare un…‘viaggetto nell’oceano’”.
E proprio da questo estraniarsi dal mondo dei social che riesplode la creatività e nasce ‘Ranch’, sedici tracce intense e personali: “il disco è venuto fuori da solo, perché nel periodo in cui ho fatto Ranch avevo altri progetti: ho recitato in ‘Blocco 181’, ne ho curato la colonna sonora e ho scritto il libro. Il concetto di Ranch lo devo al personaggio che ho interpretato nella serie tv, Snake. E’ una figura che si isola completamente, va a vivere in un posto sconosciuto che non si sa dove sia e rimane da solo ad affrontare i suoi demoni, mi sono messo d’accordo con questo personaggio per arrivare a un punto di incontro. Mi sono ispirato alla sua vita”.
Osservando la tracklist, al primo colpo d’occhio si nota una scelta forte, l’assenza di featuring ad eccezione di ‘Bye-bye’ in collaborazione con il rapper Kaos che per Salmo è stato una vera e propria fonte d’ispirazione per la vita: “quando ero ragazzino ero mega timido, avevo i denti storti e non riuscivo a parlare con le persone e questo mi faceva sentire a disagio. Un giorno in una vhs ho visto un live di Neffa, a un certo punto entra Kaos e ha iniziato a rappare con una tale foga e rabbia che dissi: ‘ok, è quello che voglio fare, voglio fare rap, voglio cantare così dal vivo’. Chiamare Kaos è stata una restituzione di tutto ciò che lui inconsapevolmente mi ha insegnato”.
Oltre a ricordare le influenze che hanno segnato il suo percorso artistico, Salmo si sofferma su ciò che rende questo disco diverso da tutti gli altri: l’introspezione. Per la prima volta, infatti, ha deciso di spostare lo sguardo dall’esterno verso l’interno. “Negli altri dischi ho guardato fuori dalla finestra, invece con questo ho guardato dentro di me”, confessa. Un cambiamento che arriva in un momento preciso della sua vita, segnato da una nuova consapevolezza. “Ho 40 anni, non sono più un ragazzino. A quest’età, credo sia inevitabile fermarsi, tirare una linea, fare un bilancio. Capire dove sei e chi sei diventato. È il momento giusto per un’autoanalisi, e Ranch nasce proprio da questo bisogno”.
Immergendoci nelle tracce di questo disco troviamo un tratto distintivo nella la vena cantautoriale che emerge in tracce come Crudele, Il figlio del prete, incapace, il rapper si mette a nudo in modo diretto “non mi sono detto: voglio fare una canzone da cantautore, se c’è la sensazione siano venute fuori in questa chiave è accaduto tutto molto spontaneamente. Credo potrebbe essere l’inizio di qualcosa, una mia personale evoluzione che contagia anche la musica. Ma non solo perché nella traccia N€urologia Salmo rilascia uno retroscena della sua carriera che risale al 2019, anno in cui X-Factor gli offrì un milione di euro per ricoprire il ruolo di giudice. Ne abbiamo parlato Qui.
Il singolo di lancio è On-Fire, nella tracklist è il primo pezzo che proietta l’ascoltatore a sonorità contemplative avvolgenti di un disco dal nome ‘Ave Maria catalana’ suggerito a Salmo da un suo amico: “ho schiacciato play e sono rimasto fulminato! All’inizio dice ‘Ave Maria’ che è la stessa cosa che canto nel ritornello, inoltre la costruzione delle note, le pause erano perfettamente a tempo con il background”. Un classico colpo di fortuna? “No, il mondo è pieno di segni, è pieno di informazioni, non solo nella musica ma ovunque. Si tratta solo di drizzare le antenne e avere il coraggio di riconoscerle”.
Nel suo raccontarsi e raccontare il rapper è debitore della sua terra, la Sardegna: “la maggior parte dei dischi e delle canzoni sono scritte lì. Sono dovuto tornare a casa per risentire il calore del fuoco. Ed è stato così. Adesso vivo in una collina, credo di aver instaurato un bel rapporto con l’ambiente in cui abito. Mi sono lasciato ispirare da tutto quello che avevo intorno. La Sardegna è un posto magico! Se vuoi andare a cercare qualcosa di creativo, è il posto giusto, e l’idea di Ranch è proprio quella; anche se ognuno potrebbe avere il suo Ranch nel cervello, ognuno può costruirselo come vuole, essere un Ranch siciliano, uno Sardo”.
La Sardegna non è solo un’isola: è un mondo a parte, sospeso nel tempo. Le sue tradizioni, antiche e radicate, non sono semplici ricordi del passato, ma voci vive che continuano a parlare tutt’oggi. Riti, suoni e saperi rendono l’isola unica nel suo genere. Il vissuto religioso è uno di quegli elementi ancora forti e ben radicati nella terra. Salmo non ha mai nascosto nei suoi album riferimenti, citazioni e immagini all’universo religioso. Anche nei visual di Ranch non mancano i riferimenti: “non credo in Dio, ma sento un richiamo alla spiritualità dentro me che non so da dove venga, forse dagli esseri umani, probabilmente, perché è realmente così. La spiritualità viene da noi, non credo in Dio ma credono negli esseri umani. Penso che siamo capaci di fare cose incredibili e non lo sappiamo. E’ tutto qui, è questa la spiritualità per me”.
Nei tempi recenti di molto si è discusso dei testi dei rapper, se in questo genere musicale in voga in Italia sia tutto lecito oppure anche il rap deve avere dei contenimenti per sfuggire alle accuse di incitare odio o violenza. Un tema molto delicato e serio di cui Salmo ha un’opinione ben precisa a riguardo: “forse oggi ci sono problemi con la libertà di espressione. Credo occorra dare meno peso alle parole, perché se diamo responsabilità al rap allora dobbiamo riservare lo stesso trattamento anche al cinema e tutto il resto. Non credo che i rapper siano colpevoli di qualcosa, se io da ragazzino avessi dovuto dare retta a tutto quello che ascoltavo e vedevo ora sarei non sarei qui”.
Salmo ha raccontato di aver vissuto un bilancio della sua vita a quarant’anni, ma cosa c’è dentro questo bilancio? “è la presa di coscienza che il rap mi ha dato la possibilità di poter uscire da un guscio dove mi sentivo al sicuro. Il rap fa questo, rap ti dà una scarica di ego, senti qualcosa, inizi a sentirti qualcuno. Spesso si collega il rap alla durezza, io ho pensato tutta la vita di essere un duro e farlo pensare agli altri, invece arrivo a quarant’anni e mi sono reso conto di essere una brava, non un duro. So che può sembrare spavaldo per alcuni e coraggiosa per altri da ammettere però sai, tirando una riga alla mia vita ho capito che in fondo sono una brava persona. Alla fine sono un bravo ragazzo e sono veramente fiero di esserlo. Adesso farete i clickbait: ‘Salmo è un bravo ragazzo!’ Come clickbait funziona! Non voglio fingere. Secondo me, ad una certa età, tutti dovrebbero esaminarsi, fare un autoesame e capire realmente chi sei, senza vergogna. Questa cosa poi, se riesci a trascriverla, a metterla nel rap, nella musica, arriva perché diventa sincero. Tutto quello che è sincero è veramente autentico. In Ranch la traccia manifesto del mio bilancio è ‘Conta su di me’. Forse tutti penseranno sia una canzone d’amore, in realtà è una canzone d’amore ma dedicata alla musica, perché lei è sempre stata l’unica che è rimasta qui, mi ha portato fino a questo punto, non mi ha mai tradito. Quindi è una canzone d’amore si, ma per la musica”.
Nell’album c’è anche spazio per ricordi legati alla famiglia, seppur siano ricordi di dolore. Crudele è il pezzo in cui si manifesta tutto, un testo in cui Salmo racconta una storia di sangue legata al suo bisnonno e a suo cugino. Un delitto e la famiglia non fu più la stessa. “Non c’è niente di finto, Crudele è una canzone molto privata ed era nella mia testa da tanti anni. L’ho ricostruita grazie a mio padre che ci ha messo di fronte ai fatti. Per lui fu molto difficile, quindi ce l’ha raccontata a pezzi durante tutta la nostra vita. Ogni volta che raccontava qualcosa io registravo nel mio cervello finché alla fine quando ho avuto il quadro generale di tutta la storia l’ho scritta in pochissimo tempo”. E non manca una citazione ad un gigante della musica “un po’ come Redemption Song per Bob Marley. Sapete era una canzone di quando lui era ragazzino, l’ha provata per tutta la vita, e alla fine è uscita, e praticamente è stata forse l’ultima sua canzone di successo. Ed è immortale. Tra l’altro, ‘Incapace’ si ispira a Redemption Song”.
Lungo la conferenza Salmo ha anche parlato della scena rap odierna, di ciò che gli piace e di quello che rende il rap meno palpitante, “ora c’è un giro, un sottobosco di rapper fortissimi. Nel resto del mondo sta un po’ scemando, però in Italia è veramente vivo e c’è un sottobosco di artisti incredibili. La differenza tra quelli meno capaci e quelli bravi è la scrittura. Alcuni parlano sempre di terze persone, mentre il testo è lo spazio in cui dovrebbero aprirsi, avere il coraggio di dire chi sono realmente. Per esempio se nella vita sei un disagiato, cazzo scrivilo! Essere sinceri e dire la verità su di sé se lo fai bene, per me è da paura. Molti non sono poi così sinceri e questo si sente subito purtroppo”.
Oggi, in un panorama musicale in continua evoluzione, anche le immagini hanno assunto un ruolo sempre più centrale. Salmo lo sa bene: è proprio questo cambiamento che lo ha spinto a realizzare un visual album: sedici video girati in soli tre giorni, che insieme costruiscono una narrazione unica.
“Il mondo dei videoclip è cambiato: ora esistono i visual. C’è sicuramente una motivazione economica dietro, ma non è solo quella. A me piacciono le immagini in movimento che raccontano qualcosa, e ho cercato di adattarmi ai tempi”, spiega. Con la sua troupe, ha scelto la Bulgaria come set per questo progetto visivo: un’unica sessione di riprese che si sviluppa lungo le sedici tracce dell’album, creando un percorso con un inizio e una fine, proprio come un film.
Il concept immaginato da Salmo è ambientato nel 2070 e ruota attorno a un personaggio solitario che vive in un ranch isolato. Intorno a lui, robot spenti e ritagli di giornale lasciano intravedere le tracce di una guerra tra umani e intelligenze artificiali. Una visione distopica, ma profondamente legata alle inquietudini del presente, dove il confine tra uomo e macchina è sempre più sottile.
C’è anche spazio per raccontarci come è stato girare in Bulgiaria i visual di Ranch, in cui non manca un retroscena che quasi sfiora il gossip: “abbiamo girato dove Stallone ha girato Rambo last blood. La Bulgaria è incredibile, hanno dei luoghi che a livello di cinema è altissimo. Ubya è una specia di cinecittà enorme, gigante, c’è anche il Colosseo dentro, New York. Stallone per Rambo ha fatto costruire case da western come le trovi in Louisiana. Noi stavamo cercando delle location per fare il video e alla fine è grazie ad Antonio di Maestro Production e tutto il team abbiamo trovare questa location e poi è iniziato il concept, quindi un po’ è grazie a Stallone”.
Titoli di coda, l’ultima traccia del disco è la più creativa e sorprendente. Si mescolano stili, generi e sonorità. Un vero e proprio viaggio musicale in un unico pezzo dove Salmo scherza sulle hit. Ma le hit personali di Salmo quali sono? E in questo disco ci sono delle hit che ritiene tali? Chi segue l’artista originario di Nuoro, sicuramente non può dimenticare il freestyle eseguito a Radio 105 nel programma ‘Mi casa’ condotto da Max Brigante. Sono passati diversi anni ma quel freestyle eseguito con il testo di ‘Ho paura di uscire’ sulla base di ‘Losing it’ del dj e producer Fisher resta una hit improvvisata che ha fatto il giro del web e non smette di essere virale tra gli amanti e gli addetti ai lavori. “E’ stato bello perché da lì lui ha creato un format, è stato lo start per qualcosa”, confida il rapper, “però per me il vero goal è stato 90 minuti perché è un pezzo combo, bello pesante, era molto originale il fatto che fosse un blues in chiave elettronica, in più il testo era un telegiornale, era un puzzle dell’Italia”. Anche gli screzi avuti con Matteo Salvini in quel periodo furono un boost al brano, “la canzone ha avuto molto successo perché litigai sui social con Salvini, poi uscì la canzone sembrava fatto apposta ed è stato proprio una botta. Per quanto riguarda Ranch non penso ci siano hit perché nessun pezzo è stato fatto per diventare una hit. Poi non sai mai quale possa diventare una hit. Scrivere una hit è un po’ come i soldi, se tu ti svegli e pensi ai soldi non arrivano, se ti dai da fare forse si”.
Del panorama musicale attuale si può dire molto, specialmente per quanto riguarda la saturazione di artisti e proposte, e al tempo stesso però anche un indebolimento della creatività. Ranch è controcorrente perché è un album estremamente creativo, qualcosa che difficilmente si trova nel grande mercato musicale E sulla musica di oggi, in un mercato saturo di artisti e di proposte qual è l’opinione di Salmo? “Quando ero ragazzino, negli anni ’90 tutti scrivevano cose interessanti, era una prassi, c’era un modo di comunicare e di scrivere diverso da oggi. Io vengo dalla scuola di Primo Brown, ma anche Fibra o Marra, loro sono degli artisti che hanno comunicato parecchio, hanno raccontato la loro storia oppure semplicemente ti facevano volare. Uno come Primo Brown aveva la magia di scrivere e fare ‘cine-rap’, scrivevano delle parole e tu vedevi il film in testa. Questo è il potere delle parole e del rap, scrivere e raccontare una storia, la propria magari perché può aiutare le altre persone ed è lì la magia”.
Alla fine di questa conferenza gli ultimi spunti sono tutti dedicati al tour. Salmo è un rapper che ama e si trasforma ai live. L’appuntamento per i fan è fissato il 6 Settembre, dove andrà in scena il Lebonski Park a Milano al Fiera Milano Live, un evento fuori scala prodotto da Vivo Concerti e Lebonski 360. “Non volevo far cuocere i fan sotto il sole, quindi abbiamo creato questa sorta di parco a tema per intrattenere, come se fosse una grande festa di paese dove i giovani possono venire dalla mattina alla sera. Potranno mangiare, bere, ci saranno giostre, il toro meccanico, il pungeball, tutto a tema Ranch e a un certo punto si apriranno i cancelli e partirà l’inferno”.
L’assoluta novità è il tuor mondiale, in forma ridotta ma toccherà tutto il mondo: Barcellona, Madrid, Londra, Parigi, Berlino, Stoccolma, Los Angeles, Toronto, New York e Miami e anche il Giappone. Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei biglietti.
Salmo non vede l’ora, anche noi.
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