Meteo: il pericolo crescente del DOME e le sue conseguenze su Italia

  Il panorama meteo europeo continua a mostrare una vulnerabilità preoccupante nei confronti del cosiddetto DOME, un fenomeno atmosferico che agisce come una vera e propria trappola termica, generando ondate di calore estreme in diverse aree, comprese Italia, Francia e Spagna.   Che cos’è il Dome e perché preoccupa l’Europa Il termine DOME, nel linguaggio […] Meteo: il pericolo crescente del DOME e le sue conseguenze su Italia

May 7, 2025 - 19:57
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Meteo: il pericolo crescente del DOME e le sue conseguenze su Italia
Il panorama meteo europeo continua a mostrare una vulnerabilità preoccupante nei confronti del cosiddetto DOME, un fenomeno atmosferico che agisce come una vera e propria trappola termica, generando ondate di calore estreme in diverse aree, comprese Italia, Francia e Spagna. Che cos’è il Dome e perché preoccupa l’Europa Il termine DOME, nel linguaggio meteo contemporaneo, indica un potente anticiclone caratterizzato da una struttura ad alta pressione molto stabile che si comporta come una cupola (“dome” in inglese) intrappolando l’aria calda nei bassi strati atmosferici. Questo sistema impedisce il normale ricambio d’aria e favorisce un accumulo continuo di calore, spesso accompagnato da condizioni di subsidenza che comprimono l’aria rendendola ancora più calda e secca. Il DOME non è un semplice anticiclone tradizionale: si distingue per la sua persistenza temporale, potendo durare anche settimane, e per la sua intensità, con anomalie termiche che possono raggiungere o superare i 10°C rispetto ai valori medi, come accaduto nell’estate del 2021 nel Canada occidentale, dove le temperature hanno frantumato ogni record storico. Perché si chiama Dome: l’origine del termine Il termine DOME nasce dall’immagine visiva evocata dalla struttura meteorologica: una cupola di alta pressione che si comporta come un coperchio sull’atmosfera, intrappolando il calore senza possibilità di dispersione. In particolare, la forma a cupola dell’area di alta pressione vista nelle mappe tridimensionali ha spinto i meteorologi anglofoni a descrivere il fenomeno come una “Heat Dome“, ovvero “Cupola di Calore“. Con il tempo, soprattutto nei report climatologici redatti da enti internazionali come la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), si è iniziato a utilizzare semplicemente il termine DOME, diventato ormai di uso comune anche nella letteratura meteo europea. Le cause principali del Dome secondo la scienza meteorologica Secondo gli studi pubblicati dalla NOAA e analisi diffuse dal WMO, le principali cause della formazione di un DOME sono:
  • Un blocco atmosferico persistente, spesso collegato a un’anomalia del getto polare, che rallenta o devia le correnti aeree.
  • La presenza di acque oceaniche insolitamente calde, che possono amplificare la creazione di zone di alta pressione.
  • L’effetto di feedback da parte della superficie terrestre, dove terreni secchi e deforestazione accentuano il riscaldamento superficiale.
  • I cambiamenti climatici, che alterano il bilancio energetico della troposfera, rendendo più frequenti e intensi questi blocchi di alta pressione.
Questi fattori, combinati tra loro, generano una situazione ideale affinché il DOME si sviluppi, si espanda e permanga per lunghi periodi. Italia, Francia e Spagna: vulnerabilità crescente agli effetti del Dome Secondo i più recenti rapporti elaborati dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (ECMWF) e dal Servizio Copernicus sul Cambiamento Climatico, l’area mediterranea, inclusi Italia, Francia e Spagna, risulta essere particolarmente vulnerabile agli effetti del DOME. Tuttavia, l’effetto di subsidenza – il movimento discendente delle masse d’aria che incrementa il riscaldamento per compressione – tende ad essere ancora più marcato man mano che si sale di latitudine, investendo anche regioni come il Benelux, la Germania settentrionale e il sud della Scandinavia, dove sono state registrate anomalie termiche tra le più elevate degli ultimi decenni. Cosa dicono gli studi scientifici: cambiamenti climatici e aumento dei Dome Gli studi più autorevoli, compresi quelli contenuti nel Sesto Rapporto IPCC (2021), confermano che il riscaldamento globale antropogenico sta aumentando sia la frequenza che la durata dei fenomeni tipo DOME. Secondo il WMO, l’alterazione della circolazione atmosferica su scala planetaria favorisce il verificarsi di blocchi atmosferici stabili, elementi chiave nella formazione delle “heat domes”. Il riscaldamento delle acque superficiali oceaniche, specie nel Pacifico Nord-Orientale, è stato individuato come uno dei principali fattori scatenanti. Una pubblicazione del Journal of Climate (American Meteorological Society, 2023) ha evidenziato come eventi estremi simili a quello verificatosi in Canada nel 2021, con temperature che superarono i 49,6°C nella città di Lytton, siano oggi almeno 150 volte più probabili rispetto all’era preindustriale a causa dell’influenza antropica. In sintesi, il cambiamento climatico non solo favorisce l’emergere di DOME più intensi e prolungati, ma potrebbe anche rendere sempre più difficile il loro scioglimento, aumentando il rischio di crisi umanitarie, stress idrico, danni alle coltivazioni e mortalità.

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