Giovanni Allevi, inno alla vita: “La mia missione ora è dare dignità al dolore”
Giovanni Allevi è pronto a riabbracciare il suo pubblico con un nuovo tour, Musica dell’Anima, che partirà dalle Terme di Caracalla a Roma L'articolo Giovanni Allevi, inno alla vita: “La mia missione ora è dare dignità al dolore” proviene da imusicfun.

Giovanni Allevi è pronto a riabbracciare il suo pubblico con un nuovo tour, Musica dell’Anima, che partirà il 20 giugno dalle suggestive Terme di Caracalla a Roma e farà tappa in alcuni dei luoghi più incantevoli d’Italia, da Taormina a Venezia fino a Firenze. Un viaggio sonoro e spirituale che segna la rinascita dell’artista, dopo la durissima battaglia contro il mieloma multiplo, diagnosticato nel 2022. Qui il link per l’acquisto dei biglietti.
«La mia missione ora è dare dignità al dolore, che è la cosa che ci unisce», racconta Allevi in una toccante intervista a Vanity Fair. Con la sensibilità che da sempre lo contraddistingue, il compositore si fa portavoce di una verità spesso scomoda nella nostra società: «Viviamo in un mondo antalgico che rifiuta la sofferenza, mentre è proprio nel dolore che si nasconde il nocciolo più profondo dell’essere umano».
Il percorso di Allevi, fatto di cure, terapia e fatica, non ha spezzato la sua luce interiore. Anzi, l’ha trasformata in musica, pensiero e testimonianza. «La speranza che un giorno arrivi un referto che ti dice che non hai più niente, resta sempre nel cuore. Ma io sono guarito adesso, in questo momento, perché sono felice», confida. La guarigione per lui non è un evento clinico, ma una condizione dell’anima. Un tema che esplora anche attraverso l’opera del professor Franco Voltaggio, suo mentore universitario, autore de L’arte della guarigione.
Il racconto di Allevi è crudo, sincero. Parla senza filtri della sofferenza fisica, del mal di schiena, del tremore alle mani, dell’impossibilità di restare a riposo senza disagio. «Nel van abbiamo trasformato il sedile in un lettino, prima e dopo il concerto facevo esercizi su un lettino da fisioterapia. Suonare in quelle condizioni non è facile, ma la mia voglia andava oltre l’impedimento fisico. Lì ho avuto davvero la sensazione del dualismo di Cartesio: il corpo non ce la fa, ma l’anima è talmente più potente che alla fine il corpo la segue».
Durante la lunga degenza ospedaliera, Allevi ha composto il Concerto MM22 per violoncello e orchestra, trasformando in musica la parola “mieloma” secondo un metodo matematico già usato da Bach. «La prima volta che l’ho diretto avevo la flebo attaccata e come pubblico due infermieri. Ora lo porterò sul palco con grandi musicisti e ospiti d’eccezione, come il professore Alessandro Barbero, che con me parlerà di eresia, uno dei temi portanti del tour».
Il Musica dell’Anima Tour sarà infatti anche un’esperienza immersiva, grazie all’uso di luci e video, per restituire al pubblico non solo il suono, ma anche l’intensità emotiva e visiva della performance. Ogni data sarà dedicata a un tema diverso: il sacro, la follia, la bellezza e, appunto, l’eresia. Un invito alla riflessione, oltre che all’ascolto.
A Vienna, lo scorso febbraio, Giovanni Allevi ha chiuso il suo tour di piano solo nel luogo in cui nel 2022 aveva dato il suo ultimo concerto prima della diagnosi. «Appena finito l’applauso, non riuscivo ad alzarmi dallo sgabello. Mi sono sforzato, con un dolore lancinante, per salutare. Poi ho detto: “Non ce la faccio più” e lì si è bloccato tutto». Tornarci è stato, per lui, come tornare “sul luogo del delitto”. Ma anche una celebrazione della vita. «Quel concerto era un inno alla vita. Non al superamento del dolore, perché il dolore c’è ancora. Ma la musica, ora, ha ancora più forza».
Oggi chi lo ferma per strada non gli chiede più selfie, ma condivide con lui fragilità, malesseri, sofferenze. E lui ascolta, accoglie, risponde. «Cerco di infondere speranza. Cerco di far capire che nonostante tutto io sono qui, e vedo milioni di cose belle».
Il percorso di Giovanni Allevi è quello di un artista e filosofo che, dopo aver attraversato l’ombra, si fa luce per gli altri. Un uomo che ha trasformato il dolore in arte, la sofferenza in empatia, la fragilità in forza. E che ora, con il suo pianoforte, torna a parlare al cuore di tutti.
«Tolta ogni maschera, non siamo vuoti: siamo un’esplosione di bellezza, di luce, di umanità».
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