David Cronenberg: le cinque fasi della sua mutazione

Un viaggio nel cinema di David Cronenberg Seguiteci sempre anche su LaScimmiaPensa e iscrivetevi al nostro canale WhatsApp! È uscito in sala The Shrouds, il nuovo, incredibile capolavoro di David Cronenberg. Un film così denso da rendere quasi impossibile ogni lettura critica, perché è possibile solo decrittarlo a frammenti, a pezzi, come tasselli di un mosaico che (come […] L'articolo David Cronenberg: le cinque fasi della sua mutazione proviene da LaScimmiaPensa.com.

Apr 7, 2025 - 09:41
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David Cronenberg: le cinque fasi della sua mutazione

Un viaggio nel cinema di David Cronenberg

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È uscito in sala The Shrouds, il nuovo, incredibile capolavoro di David Cronenberg.

Un film così denso da rendere quasi impossibile ogni lettura critica, perché è possibile solo decrittarlo a frammenti, a pezzi, come tasselli di un mosaico che (come la trama del film) alla fine è impossibile risolvere.

Cronenberg non è -solo- uno degli ultimi giganti del cinema rimasti ad avere ancora una voce autoriale influente e potente: ma è forse uno dei pochissimi autori ad avere una filmografia incredibilmente coerente con sé stessa, in un percorso che si è evoluto ma sempre in linea con il suo pensiero.

Facciamo allora un gioco, un esercizio di stile, per capire meglio lo sguardo di questo cineasta enorme: dividiamo i suoi film in cinque macro-gruppi, per meglio capire la sua visione.

1969/1970, all’inizio:

Stereo (1969), Crimes of the Future (1970)

Ci voleva una strega per poter far brillare la stella di David Cronenberg.

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dalla pagina Facebook David Cronenberg the founder of body horror (da Crimes of the Future)

È il 1975: questo strano regista, laureato in letteratura inglese e con uno strano e morboso gusto per il macabro, ha diretto alcuni corti e due lungometraggi, Stereo e Crimes Of The Future, senza dialoghi ma solo con sequenze sottolineate da una voce off. È la regina delle tenebre dello schermo, Barbara Steele, musa di Mario Bava e diva a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, che prestò il suo viso asimmetrico e il suo sguardo inquietante ad alcuni degli horror più caldi dell’epoca, dopo essersi rivelata con La Maschera Del Demonio (di Bava, nel 1960).

Stereo racconta le diverse fasi di un esperimento scientifico che consiste nello studiare l’evoluzione del comportamento sociale tra otto soggetti. Ognuno di loro ha subito un intervento chirurgico al cervello per fornire loro capacità telepatiche. Attraverso il legame telepatico, i soggetti sono in totale interdipendenza l’uno dall’altro. È questo l’inizio della creazione di una comunità umana tutta nuova, unita, omogenea e indivisibile? L’anno successivo, nel 1970, il colore illumina Crimes Of The Future.

1975/1981, i film della sporcizia:

Il demone sotto la pelle (1975), Rabid – sete di sangue (1977), Brood – la covata malefica (1979), Scanners (1981)

Secondo Cronenberg, l’essere umano è ossessionato dai cambiamenti, dalla mutazione, dal transito da una condizione ad un’altra – che sia somatica, sessuale o artistica. Quale modo migliore di dimostrarlo con un saggio postmoderno scientifico-filosofale con voce fuori campo, che mostra le brutalità e la violenza che una disciplina scientifica può attuare sulla natura?

E’ questo Crimes Of The Future, il primo corto di Cronenberg: la storia di Tripod che dirige una clinica dermatologica e si occupa di malattie veneree. Quando ogni donna del centro viene uccisa da una strana piaga, decide di creare una nuova razza.

Come è perfettamente visibile, il secondo lungo di Cronenberg porta in sé tutte le ossessioni che verranno, tutta la sua poetica della “nuova carne” e ogni perversione teoretica che le sue opere hanno affrontato e sondato da lì in avanti.

Crimes a ben vedere è una copia a colori del precedente Stereo, una sorta di prova principale per il debutto nel mainstream che affina quanto di buono (ottimo) c’era già prima e che si prepara al grande salto.

Un cinema che nasce eruttato da suono cacofonici e allucinazioni stridule, che ruba a mani basse dal patrimonio di Kenneth Anger e che predispone la nascita di questa nuova carne nell’unione/analogia tra approccio scientifico e lotta per il potere. Cronenberg ha le idee ben chiare, e mostra i muscoli fin dall’inizio: orecchie che secernono schiume, manifestazioni sessuali-orrorifiche, pulsioni insostenibili, psicopatologia, solitudine, sconfitta (e un po’ di Ballard che non guasta mai) sono gli ingredienti aberranti, distopici e (ovviamente) volutamente respingenti di una storia che racconta la mutazione, la distopia, la morte, insomma i brandelli di un mondo post-apocalittico che infarciscono un universo underground ma pronto ad esplodere in tutta la sua furia pop.

Un universo che utilizza come colonna una modernissima sonorizzazione noise tra suoni naturali, effetti audio, cigolii e rumori, un infuso caldissimo e ribollente che diventa un sapore fisico, meccanico, contagioso.

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dalla pagina Facebook David Cronenberg the founder of body horror (da Rabid, Sete di Sangue)

Parte probabilmente da qui l’infezione del cinema di David Cronenberg da parte di quel virus patogeno mutaforma che identificherà le sue opere, un virus che fa coincidere il tavolo mortuario con il campo di ricerca del regista, diventando forma e sostanza, origine e punto d’arrivo. E restando in tema, Crimes è il passo successivo rispetto a Stereo, l’ultimo stadio di incubazione del virus che sta per diffondersi e diventare epidemia.

Dopo il Crimes Of The Future del 2022, il suo omonimo precedente appare illuminante per come anticipava -inconsapevolmente- i temi del cinema che verrà, cinema di per sé sempre anticipatore: gerarchie sociali e feticismi, ossessioni proibite e desideri frustrati, attrazioni e deviazioni. Ma soprattutto, identità sessuali che hanno necessità di adattarsi tra incroci e illusioni morali: tutto porta ad una estetizzazione del dolore e all’attrazione verso la morte.

Un cinema che trova la sua prima forma compiuta, quindi, dopo le sperimentazioni, con Il Demone Sotto La Pelle (Shivers) del 1975.

La sporcizia. Una delle cose che colpiscono di più chi guarda un film di Cronenberg è la sensazione che quegli spazi, quei luoghi siano stati usati, abitati, consumati ancor prima che Cronenberg girasse.

Questi luoghi sono l’esatto contrario di quelli che siamo abituati a vedere nei serial televisivi o in tanto cinema attuale. Non è una questione di realismo, perché lui non imita il reale, non riproduce il mondo così com’è, piuttosto disegna spazi e mondi che ancora non sono, ma saranno o potrebbero essere.

E negli strazianti procedimenti filmici che lo portano a contaminare gli opposti (l’uomo e la macchina, il reale e il virtuale, il sano e il malato, il maschile e il femminile, il simulacro e la copia) attua la prima e più sconvolgente reazione cine-alchemica: corporeizza i luoghi, rende gli spazi dei set corpi organici.

La fantascienza del presente sonda l’influenza che la tecnologia (o la medicina, in ogni caso il progresso) ha nel risvegliare la radice non sessuale della sessualità, ponendo in questo modo nuove sfide adattive all’uomo; e gli effetti che hanno sulla psiche i sistemi normativi eccessivamente algidi e repressivi, quando la repressione razionale si ribalta e salta fuori come epidemia erotica. Attraverso la falsa credenza che l’evoluzione umana (attraverso la tecnologia o la scienza) superi la propria natura biologica, ne viene alla fine travolta.

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dalla pagina Facebook David Cronenberg the founder of body horror (da Scanners)

È un vero e proprio manifesto programmatico il teorema dietro Il Demone Sotto La Pelle, il primo film non autoprodotto (grazie alla “sponsorizzazione” della Steele) che inaugura la prima stagione cronenberghiana, che andrà avanti fino al punto di non ritorno che è Videodrome, stagione identificabile con un periodo dai contorni sanguinolenti in cui l’autore elabora la sua concezione filosofica dell’esistenza travestendola da film dell’orrore.

Shivers echeggia il romanzo quasi contemporaneo proprio di Ballard Il Condominio: anche il film è ambientato in un condominio alle porte di una metropoli. Intriso di una macabra ironia, con Shivers Cronenberg entra trionfalmente sul mercato in un’orgia di tutti contro tutti, un incubo psicosessuale che diventa un antesignano del body horror e che assume le sembianze di un B movie sudicio ed essenziale, dando al giovane regista l’opportunità di dare sfogo alla sua visionarietà anarchica e affascinata dalle mutazioni fisiche. Che dimostra in questo modo di saper perfettamente piegare il genere e la storia alle sue ossessioni e al suo universo concettuale che è già uno specchio scuro della contemporaneità.

Un percorso che prosegue due anni dopo con Rabid-Sete di Sangue (Rabid), piccolo gioiello screziato low-budget dove ancora una volta Cronenberg usa il genere, in questo caso lo zombie movie per riaccostarsi al body horror e tornare nei soliti territori con nuove declinazioni, il declino dell’uomo indotto dagli abusi della scienza.

Stesso discorso per Brood- Sete di Sangue (Brood, 1979), materiale e immateriale, che unisce psiche e corpo, immancabili mutazioni di stati d’animo che si riversano in fenomeni di consistenza fisica. Il racconto è sempre filosofico con fattezze orrorifiche, proiettando la messa in crisi delle prerogative umane e l’integrità mente-corpo, mentre all’orizzonte si staglia il declino dell’uomo in ambito pre-digitale.

Il passo successivo è del 1981 ed è Scanners, film che farà conquistare al regista definitivamente la sua fetta di pubblico ammaliato e affascinato dal suo linguaggio criptico ma riconoscibilissimo, in quella dimensione ricca di realtà parallele ma soprattutto delle sue intuizioni visive che in questo settimo film esplodono -letteralmente- all’interno della pellicola che rappresenta l’approdo della prima parte di carriera.

Con Scanners il cinema di Cronenberg trionfa in un tripudio di effetti prostetici che sottintendono una quasi paurosa anticipazione del futuro. Il titolo stesso riporta ad un certo immaginario moderno, sottolineato in maniera agghiacciante dalle parole del dott. Ruth: “La telepatia non è la lettura della mente, ma un diretto legame tra due sistemi nervosi separati solo dallo spazio”. Il web, senza l’esistenza del web.

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