Come faceva Beethoven a comporre musica se era sordo? Con… un’asta di legno! [VIDEO]
Ebbene sì: Beethoven aveva un trucchetto per aggirare la propria sordità e comporre comunque musica incredibile. Ecco come faceva! Lo sanno tutti: Ludwig Van Beethoven, uno dei più grandi compositori e geni della musica di sempre, era non udente – sordo, si diceva un tempo. Un ostacolo non da poco per un musicista, che deve […] L'articolo Come faceva Beethoven a comporre musica se era sordo? Con… un’asta di legno! [VIDEO] proviene da LaScimmiaPensa.com.
Ebbene sì: Beethoven aveva un trucchetto per aggirare la propria sordità e comporre comunque musica incredibile. Ecco come faceva!
Lo sanno tutti: Ludwig Van Beethoven, uno dei più grandi compositori e geni della musica di sempre, era non udente – sordo, si diceva un tempo. Un ostacolo non da poco per un musicista, che deve fare affidamento specialmente sul suo senso dell’udito per comporre le sue opere e nell’eseguirle.
Ma lui, purtroppo, iniziò a perdere l’udito già dall’età di 28 anni. Era già molto famoso a Vienna e considerato il degno rivale di Wolfgang Amadeus Mozart, a quei tempi sulla “cresta dell’onda”, diciamo così. Ma quello di Ludwig era un astro crescente e le sue composizioni romantiche – in particolare le più famose sinfonie, la quinta e la nona – sono ancora oggi universalmente note.
Ma come poté Beethoven lavorare subendo una perdita dell’udito? Ebbene, si avvaleva dell’ausilio di una semplice asta o stecca di legno, una estremità della quale era collegata al pianoforte mentre lui mordeva l’altra estremità. In questo modo le vibrazioni musicali si trasmettevano tramite le ossa, direttamente al suo orecchio!
Infatti, il suono non è che una vibrazione acustica che attraversa l’aria. Ed è il timpano che, vibrando a certe sequenze, le conduce poi alla coclea che le “interpreta” trasmettendo l’informazione al cervello, dove questa viene processata come “sentire”. Trattandosi quindi solo di vibrazioni, queste possono anche bypassare il timpano, e trasmettersi direttamente alla coclea attraverso la struttura ossea.
Questo è il motivo per cui, per esempio, riusciamo a sentire comunque la nostra voce anche se ci tappiamo le orecchie. E le ossa come “mezzo conduttore” vengono sfruttate, per esempio con gli elmetti dei militari per permettere loro di comunicare e ricevere ordini anche con il rumore del fuoco nemico.
Qui potete vedere la breve simulazione di Zack D. Films che illustra bene come Beethoven componeva: nel corso della sua carriera si aiutò con questo metodo per continuare a fare musica, spingendo anche la scienza dell’acustica più in là di dove fosse arrivata a quel punto; e per fortuna per noi, bisogna dire.
Beethoven divenne però completamente sordo a 45 anni e, isolandosi sempre di più, finì col cedere alle numerose altre malattie che lo affliggevano, tra cui un disordine intestinale infiammatorio e problemi respiratori; la cirrosi epatica causata dal suo abuso di alcol segnò la sua fine, nel 1827, all’età di 56 anni.
Un’ultima curiosità: come mai perse l’udito? L’analisi del suo DNA e un test tossicologico effettuato tramite una ciocca di capelli conservata negli anni e tramandata da generazioni ha rilevato una grande quantità di piombo. Ai tempi non si sapeva cosa fosse l’avvelenamento da piombo, e piatti e bicchieri erano comunemente fatti di quel metallo. E si pensa che potrebbe essere stato proprio quello a causare la sua condizione!
Fonte: ZME Science
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