I luoghi più belli dell’Armenia si trovano a due passi da Yerevan
Facendo base nella Capitale armena, si possono visitare alcuni dei luoghi più famosi del Paese, dai monasteri ai siti archeologici ai paesaggi naturali.

Dista poche ore di volo dall’Italia uno dei Paesi più belli e interessanti che si possano visitare, l’Armenia. A cavallo tra Oriente e Occidente, questo crocevia caucasico di culture e tradizioni merita di essere visitato per le esperienze che può regalare qualunque tipo di turismo decidiate di fare. L’Armenia è perfetta per chi cerca un tipo di turismo culturale come piace tanto agli italiani, ma anche per chi ama l’enogastronomia perché si mangia benissimo e si beve un ottimo vino, è l’ideale per chi ama le attività outdoor perché qui il territorio è ancora poco sfruttato o semplicemente è appassionato di paesaggi naturali.
Se volete farvi un’idea dell’Armenia, non serve una lunga vacanza. Potete fare base a Yerevan (o Erevan, che dir si voglia), la Capitale, e in meno di due ore di auto – o treno, per quelle zone raggiunte dalla ferrovia – visitare alcuni dei luoghi più famosi del Paese. Tra primati, scoperte sensazionali, paesaggi da togliere il fiato ed esperienze autentiche, ecco quali visitare.
La Cattedrale di Echmiadzin e l’Arca di Noè
Si trova a una ventina di chilometri dalla Yerevan e, per capire l’Armenia, la sua storia e le vicende che l’hanno influenzata, a partire dal genocidio degli armeni avvenuto nel corso della Prima guerra mondiale, è decisamente la prima tappa da fare. Rappresenta il cuore spirituale dell’Armenia ed è la sede della Chiesa apostolica armena tanto da essere considerata “il Vaticano armeno”. La Cattedrale di Echmiadzin, aperta di recente dopo oltre cinque anni di lavori di rinnovamento, è una delle eredità Cristiane più importanti del Paese ed è Patrimonio dell’Unesco. La sua struttura architettonica con un modello a croce e la cupola centrale armena ha esercitato una profonda influenza sullo sviluppo artistico dell’architettura cristiana. Echmiadzin è una delle chiese più antiche del mondo e al suo interno ospita una delle reliquie più incredibili che ci siano: un frammento dell’Arca di Noè, conservata in una teca all’interno di una stanza dietro l’altare principale. Ma non è tutto: tra le reliquie sacre c’è anche la lancia di Longino, quella che trafisse Gesù sulla croce. E poi, la mano destra di San Gregorio Armeno detto l’Illuminatore, che fu patriarca dell’Armenia dal 257 al 331.

La Cattedrale di Zvartnots scoperta mille anni dopo
Le rovine di questo edificio dalla particolare forma circolare che risale al VII secolo e che si trova proprio vicino a Echmiadzin, e quindi appena fuori città, fa parte dello stesso sito Unesco. Distrutto da un terribile terremoto nel 930, fu scoperto per puro caso solamente dopo mille anni. Fu infatti all’inizio del 1900 che iniziarono gli scavi e che venne portata alla luce la Cattedrale di Zvartnots che, in origine, secondo gli esperti, doveva svilupparsi su tre piani. L’interno della chiesa era completamente affrescato. Nei presso dell’edificio è stato rinvenuto anche il palazzo del patriarca e una cantina dove veniva conservato il vino all’interno di botti di terracotta. La coltivazione della vigna e la produzione del vino è una pratica antichissima in Armenia testimoniata da altri importantissimi ritrovamenti.

La Grotta Areni -1, la cantina più antica al mondo
A due ore d’auto a Sud di Yerevan si può visitare il complesso di grotte Areni-1, una cantina naturale ricavata nel cuore della montagna risalente a circa il 4100-4000 a.C. e scoperta da un team composto da archeologi armeni, americani e irlandesi nel 2007. In quella che gli esperti hanno definito la cantina più antica del mondo sono stati rinvenuti un torchio per il vino, alcune giare di ceramica, a dimostrazione del fatto che proprio in questo luogo già più di seimila anni fa veniva prodotto il vino, e delle coppe, che testimoniano il fatto che il sito venisse usato anche per riti religiosi o funebri (nei dintorni sono state trovate anche delle sepolture). Ma la scoperta ancora più sensazionale che è stata fatta in questo sito preistorico è quella della scarpa di pelle più antica del mondo – che oggi è conservata nel Museo nazionale di storia di Yerevan – realizzata ben 5.500 anni fa. Areni-1 è sito archeologico più importante dell’Armenia.

Tra i vigneti e le cantine dell’Armenia
Il vicino villaggio di Areni, che si trova nella regione meridionale di Vayots Dzor, al confine con l’Azerbaigian, ha una tradizione vitivinicola molto antica ed è da qui che arriva la maggior produzione di vino armeno. Questo territorio fatto di montagne alte fino ai tremila metri è la meno densamente popolata dell’Armenia e tra valli e colline attraversate da corsi d’acqua come il fiume Arpa e da laghetti crea l’ambiente ideale per la coltivazione della vigna. Sono diversi i produttori di Areni wine nella zona. Tra questi c’è la piccola cantina a gestione familiare Momik, ubicata sulla cima di una collina. I proprietari organizzano pranzi a base di piatti locali a base di tante verdure, che sono gli ingredienti base della cucina armena, accompagnati dal tipico lavash, il pane armeno, e dalla degustazione dei loro vini naturali autoctoni bianchi, rossi e rosé. Come una volta, il vino viene fatto maturare in botti di argilla. Un’esperienza enogastronomica, storica, culturale e sensoriale da non perdere durante un viaggio in Armenia. Per chi viaggia in camper, è anche possibile soggiornare nella proprietà.

Per chi volesse visitare una delle cantine più famose dell’Armenia, invece, c’è la Tushpa Winery, nel villaggio di Taperakan, a una quarantina di minuti d’auto dalla Capitale nella fertilissima Valle dell’Ararat. Qui a 800 metri di altitudine, il terroir da 6000 anni contribuisce a produrre un ottimo vino che si può degustare tutti i giorni da mattina a sera nella splendida cantina. Queste non sono le due uniche regioni vitivinicole armene, si produce vino anche ad Armavir, Aragatsotn, Tavush e Dzor, ma sono le più vicine alla Capitale e si possono raggiugere anche in giornata, in autonomia o con un tour organizzato da un operatore specializzato come Armenia Wines and Tours.
Il monastero di Noravank, dove il silenzio regna sovrano
Questo territorio è anche ricco di monasteri per cui l’Armenia è famosa. Su un altipiano tra le rocce rosse della valle di Amaghu si staglia il complesso monastico del XIII secolo di Noravank, a circa 120 km da Yerevan. La chiesa di pietra di S. Astvatsatsin domina la vallata spettacolare sopra il fiume Amaghu. Dagli scalini sulla facciata ricca di bassorilievi un tempo si poteva salire al secondo piano, ma essedo molto stretti oggi è vietato. Costruito nel Medioevo e ampliato nel corso dei secoli, è stato uno dei principali centri di culto armeni. Quassù, lontano da strade principali a dai grossi abitati, regna il silenzio più totale e non ci si stupisce che proprio in questo luogo ameno sia stato costruito uno dei monasteri più importanti del Paese. Se siete fortunati potete anche assistere alla celebrazione di un matrimonio. Il monastero è nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Il monastero di Khor Virap, la più bella cartolina dell’Armenia
Un luogo leggendario, anche per la sua posizione geografica, proprio davanti al Monte Ararat che si trova già in territorio turco – che dista davvero poche centinaia di metri – e che domina lo skyline di buona parte dell’Armenia, spesso catalizzatore dello sguardo fin da Yerevan, il monastero di Khor Virap, vicino a Noravank e a meno di un’ora di strada da Yerevan, è uno dei più importanti, tanto che fu visitato anche da Papa Francesco nel suo viaggio in Armenia nel 2016. Secondo la leggenda, nel 288 il re Tiridate III imprigionò Gregorio l’Illuminatore in una grotta per dissuaderlo dalla fede cristiana e vi rimase per 13 anni. Poiché la tortura non riuscì a piegare Gregorio e quest’ultimo guarì il re da una malattia della pelle considerata incurabile, Tiridate III, la sua famiglia e la corte furono battezzati nel 301 e decretarono che gli armeni – primo popolo della storia – adottassero il cristianesimo come religione di Stato. La collina di Khor Virap è anche il luogo in cui, nel 180 a.C., Artaxias I, fondatore della dinastia degli Artasidi spostò la Capitale del regno d’Armenia fondando la città di Artaxata. Il monastero, costruito nel XVII secolo, comprende la Chiesa di Nostra Signora e la Cappella di San Giorgio, sotto la quale c’è la grotta con la cella della dove è stato imprigionato Gregorio e che si può visitare.

Il Tempio di Garni, un angolo di antica Grecia
A un’ora di strada da Yerevan c’è un altro luogo meraviglioso che merita di essere visto: il Tempio di Garni, l’unico tempio Greco-Romano colonnato rimasto in Armenia, un piccolo Partenone, insomma. Pare che sia stato fatto costruire da re Tiridate I nel I secolo d.C. in onore al dio del sole. Dopo la conversione dell’Armenia al cristianesimo all’inizio del IV secolo divenne una residenza estiva per la sorella di Tiridate III. Secondo alcuni studiosi non era un tempio, ma una tomba e per questo motivo sopravvisse alla distruzione delle strutture pagane. È la più significativa struttura armena dell’epoca precristiana. Spesso nel piazzale davanti al tempio vengono organizzati suggestivi concerti di musica classica. Il tempio è situato sull’orlo di un burrone che s’affaccia sulla meravigliosa gola del fiume Azat. Il tempio è uno dei siti più instagrammati dell’Armenia.

La gola dell’Azat e le Symphony of Stones
Questo spettacolare canyon nella Gola di Garni, attraversato dal fiume Azat, dove si possono praticare sport d’acqua come il SUP o il kayak, regala uno dei siti naturali più famosi dell’Armenia: Symphony of Stones, un organo fatto di colonne di basalto alte 50 metri modellate nel corso dei secoli dalle forze della natura. Formatesi circa 40 milioni di anni fa, quando la lava colata dalle vicine montagne nel canyon di Garni si è raffreddata e rapidamente solidificata, è uno spettacolo della natura. Per visitare questo luogo è necessario lasciare l’auto all’inizio della passeggiata e camminare per circa un chilometro, ma c’è anche un trenino turistico che porta i visitatori avanti e indietro. È uno dei siti naturalistici più famosi dell’Armenia nonché è uno dei punti più instagrammati.

Il monastero di Geghard scavato nella roccia
Nella gola del fiume Azat si trova anche uno dei monasteri più noti dell’Armenia: Geghard. Fondato nel IV secolo da San Gregorio all’interno di una grotta sopra una sorgente ritenuta sacra, questo monastero è diverso dagli altri in quanto è parzialmente scavato nella roccia. Il complesso, il cui nome significa “il monastero della lancia”, perché è qui che fu trovata la lancia che ferì il costato di Cristo e ora conservata a Echmiadzin, comprende cappelle, tombe e grotte. Purtroppo, il monastero originale fu distrutto dagli arabi nel IX secolo. Quello che vediamo oggi è una ricostruzione, sempre antica perché risale al 1200. In queste sale dove l’acustica è perfetta spesso vengono organizzati concerti davvero suggestivi.

Il Lago Sevan, il più grande dell’Armenia
A un’ora di strada da Yerevan si arriva in uno degli angoli più belli dell’Armenia, il Lago Sevan, il più grande dell’Armenia nonché uno dei più grandi laghi alpini dell’Eurasia. Le sue acque turchesi attirano turisti tutto l’anno. Sulla riva si può ammirare anche la residenza estiva del presidente armeno., Qui, con la bella stagione si può andare in barca a vela oppure rilassarsi su una delle spiagge circondati da montagne che superano i 2000 metri. Questo enorme bacino che sembra un mare è anche la casa di alcune specie endemiche, come la trota di Sevan, il gabbiano armeno, il leopardo persiano e tantissimi altri animali. È un luogo bellissimo dove ammirare la natura armena incontaminata, dove il clima è temperato e dove godere di bellissime giornate di sole. Da non perdere è del buon succo di melograno che viene venduto in tutte le bancarelle sul lungolago.
Il monastero di Sevanavank con vista mozzafiato
Un tempo nel lago c’era anche un’isola che, durante l’era stalinista, a causa del prosciugamento che ne fece abbassare il livello di 20 metri, è divenuta una penisola, sulla quale sorgeva un monastero che troviamo ancora lì: il monastero di Sevanavank. Per il contesto paesaggistico è forse il più panoramico dei monasteri armeni. Fu fatto costruire nell’874 dalla principessa Mariam, figlia del re Ashot I, per i monaci peccatori che dovevano isolarsi del resto del mondo. Fino alle fine del 1800, gli amanuensi copiavano ancora i manoscritti a mano. Il complesso comprende due chiese con pianta a croce. Tutt’intorno ci sono ancora i resti degli altri edifici. Il monastero affacciato sul lago azzurro è una delle immagini più popolari dell’Armenia nel mondo.

Gyumri, la città nera rinata con gli artisti
A due ore da Yerevan, puntando verso Nord-Ovest, si raggiunge una delle città più importanti dell’Armenia dal punto di vista culturale, dopo la Capitale Yerevan: Gyumri. La sua tradizione architettonica e artigianale è nota in tutto il Paese. Il centro storico è famoso per i suoi edifici di tufo nero che ospitano musei, gallerie d’arte, atelier ma anche ristoranti e negozi di artigianato locale. Nel 1988, la città è stata colpita da un violento terremoto che ha provocato gravissimi danni, arrivando a radere al suolo molti edifici e a comprometterne definitivamente tanti altri. Quello che era un importante polo economico e industriale dell’Armenia ha così vissuto anni molto difficili. Nonostante ciò, ci sono ancora molte attrazioni che attendono solamente di essere (ri)scoperte dai turisti. Si può raggiungere in auto ma anche in treno e un viaggio slow è fortemente consigliato perché si attraversa un paesaggio davvero magico.
