Nasce il Parco Nazionale del Matese, tra Campania e Molise

Due Regioni, quattro Province, 52 Comuni. Il nuovo Parco che culmina nei 2050 metri del Monte Miletto è uno scrigno di biodiversità, di paesaggi carsici e di storia che merita di essere tutelato e valorizzato L'articolo Nasce il Parco Nazionale del Matese, tra Campania e Molise proviene da Montagna.TV.

Apr 23, 2025 - 16:41
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Nasce il Parco Nazionale del Matese, tra Campania e Molise

C’è un’ottima notizia per la natura italiana. Martedì 22 aprile Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha firmato il decreto che istituisce il Parco Nazionale del Matese. La nuova area protetta si estende su 87.898 ettari tra la Campania e il Molise, e comprende quattro Province (Benevento, Campobasso, Caserta e Isernia) e ben 52 Comuni.
Vengono inclusi il Parco Regionale del Matese (33.326 ettari), sul versante campano, e l’Oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro (3.135 ettari) su quello molisano. Ha accelerato l’iter una decisione presa nell’ottobre del 2024 dal TAR del Lazio. L’ultimo Parco nazionale istituito in Italia era stato quello di Pantelleria, nel 2016.

“La firma di oggi, nella Giornata della Terra” ha dichiarato Gilberto Pichetto Fratin “afferma il valore della biodiversità del nostro Paese. Il Matese è uno scrigno di natura e cultura, che entra nella lista dei Parchi nazionali, aprendosi a una visione di sviluppo nuova che vogliamo costruire con la forte condivisione di istituzioni e comunità locali”.
“Si aggiunge l’ultimo tassello alla tutela della biodiversità in Appennino, finalmente è istituito il Parco Nazionale del Matese” commentano Andrea De Marco e Mariateresa Imparato, rispettivamente presidenti di Legambiente Molise e Campania, e Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente nazionale. 

“Il Parco è il giusto riconoscimento all’impegno profuso da almeno tre generazioni di ambientalisti e amanti del territorio. Dedichiamo la nuova area protetta alla memoria di Papa Francesco, messaggero di Pace e ostinato difensore della natura” proseguono i tre ambientalisti. Tra i promotori del nuovo Parco sono stati anche il WWF, Italia Nostra, il CAI e Alfonso Pecoraro Scanio, per due volte Ministro dell’Ambiente.

Alla scoperta di un territorio straordinario

La giogaia calcarea del Matese, orientata da ovest a est, segna l’incontro tra l’Appennino centrale e quello meridionale. Roccioso e selvaggio sul crinale e sul versante campano, il massiccio è più dolce e ricco di foreste nel versante molisano. Caratteristica è anche la grande terrazza carsica che ospita il Lago del Matese, oltre i mille metri di quota, sul versante che guarda Caserta.
La catena culmina nelle vette del Colle Tamburo (1980 metri), del Monte Miletto (2050 metri) e della Gallinola (1927m), nel settore centrale del gruppo. Più a oriente la cresta del Monte Mutria (1823 metri) si affaccia verso il Sannio. Caratterizzano il Matese grotte come il difficile Pozzo della Neve (1050 metri) e le forre calcaree di Caccaviola, di Lavelle, della Valle dell’Inferno e del Quirino.
Pesantemente deturpato dall’uomo in qualche zona (tra tutti spiccano gli impianti sciistici e la zona residenziale di Campitello Matese), il nuovo Parco conserva ampi settori selvaggi, dove nidificano l’aquila e molti altri rapaci, e s’incontrano le tracce del gatto selvatico e del lupo.
Tra le meraviglie naturalistiche è il sito geo-paleontologico di Pietraroja, dove sono stati ritrovati resti di pesci, anfibi e rettili vissuti 110 milioni di anni fa e il fossile di “Ciro” (Scipionyx samniticus), un giovane dinosauro carnivoro. I boschi sono formati in prevalenza da faggio sul versante esposto a settentrione, e da querce e castagni su quello meridionale. Nei pressi di Fontegreca è un raro bosco spontaneo di cipresso.
Tra le opere dell’uomo, spicca la città romana di Saepinum, attraversata dal tratturo Pescasseroli-Candela e che conserva quattro imponenti porte, le colonne ioniche della Basilica di età augustea, e i resti di altri edifici antichi. Dall’altra parte del massiccio, Alife contende ad Aosta il titolo di città romana meglio conservata d’Italia. A Gioia Sannitica e Sant’Angelo di Alife sono delle grotte sacre a San Michele Arcangelo. Lungo l’elenco dei borghi d’impronta medievale.


Un’occasione di crescita

E’ stata Legambiente, con la campagna #bastafakenews, a informare i cittadini che il Parco nazionale non ingesserà il territorio in un sistema di regole troppo rigide, e anzi aiuterà lo sviluppo economico. In particolare, spiega un documento, “l’Ente parco può sostenere le produzioni zootecniche e le attività pastorali tradizionali del Matese autorizzando le aziende e gli allevatori all’uso del marchio di qualità”.
“Nei Parchi nazionali italiani vivono quasi 3 milioni di persone in 498 comuni per la gran parte piccoli o piccolissimi, e nessun Comune ha mai formalizzato la richiesta di uscire da un Parco nazionale, anzi sono aumentate le richieste di allargare i confini di alcuni Parchi nazionali come in Val Grande e Maiella” continua il documento di Legambiente. 

Luciano Di Tizio, presidente del WWF Italia, ricorda che “le aree protette sono una delle strade da percorrere per raggiungere l’armonia tra noi umani e la natura”, e che i prossimi Parchi nazionali in lista d’attesa sono quelli della Costa Teatina (Abruzzo) e delle Isole Egadi (Sicilia). 

Ci permettiamo di ricordare agli ambientalisti e al Ministro anche il Parco del Gennargentu e del Golfo di Orosei (Sardegna), che dovrebbe tutelare alcuni degli ambienti più spettacolari del Mediterraneo. Istituito sulla carta nel 1998, non è mai stato attivato sul terreno, nonostante la reintroduzione del cervo sardo realizzata dal Corpo forestale regionale e il grande afflusso di visitatori italiani e stranieri. 

Sul Matese, un’altra questione da sollevare riguarda le attività sportive che si praticano nella natura. Vette boschi del massiccio sono frequentati da sempre dagli escursionisti del Molise, della Campania e di altre regioni, grazie a un’ottima rete di sentieri segnati dalle Sezioni locali del CAI. Anche il Sentiero Italia attraversa la zona. Il Pozzo della Neve e le altre grotte attirano speleologi dall’Italia e dal resto d’Europa, negli ultimi anni si sono moltiplicate le falesie per l’arrampicata sportiva. Quando l’innevamento lo consente si possono effettuare escursioni con le ciaspole sugli altopiani e nei boschi, e belle gite di scialpinismo verso le cime. Quando la neve lascia il posto al ghiaccio, gli itinerari tracciati sulla Gallinola e sul Miletto da Cristiano Iurisci e dalla guida alpina Riccardo Quaranta offrono belle sfide agli appassionati del ghiaccio e del misto. 

Ci auguriamo che queste attività, che possono e devono essere limitate dove c’è veramente il rischio di disturbare nidi e rapaci, non vengano demonizzate dal nuovo Ente parco com’è già accaduto in alcune aree protette del Centro-Sud. L’ecoturismo dei Parchi è fatto anche di appigli, di pozzi e di sifoni, di curve in neve fresca e di goulotte da risalire con piccozza e ramponi.

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