L’intelligenza artificiale entra nelle email e cambia le regole Negli ultimi tempi, l’
intelligenza artificiale sta diventando una protagonista silenziosa e pericolosa nella gestione delle
email. Aziende che si occupano di
sicurezza informatica come
Symantec,
Cofense e
Hoxhunt, per anni hanno creato squadre esperte che imitavano i truffatori per addestrare le aziende a riconoscere i falsi messaggi. Ma oggi, a lanciare questi attacchi ci pensa l’
AI, con risultati ancora più efficaci e precisi di quelli ottenuti da un essere umano (Security Boulevard, SecurityWeek).
L’AI è più brava degli esperti nel truffare Tra il 2023 e il 2025,
Hoxhunt ha testato un sistema automatizzato per inviare
email ingannevoli. Il risultato? L’
AI ha superato di gran lunga gli esperti umani nel far cadere le persone nel tranello. È riuscita a creare messaggi così credibili che moltissimi utenti hanno cliccato, finendo nei siti dei truffatori. Tutto questo a
costo ridotto, in modo velocissimo e su larga scala (Hoxhunt).
Truffe automatiche, in pochi clic Symantec ha fatto un esperimento con un software chiamato
Operator, sviluppato da OpenAI. Bastano pochi comandi, e l’AI è capace di
scrivere messaggi falsi,
creare siti web truffaldini e
inviare tutto automaticamente, senza che ci sia bisogno di un esperto in carne e ossa. L’intero attacco può partire in pochi minuti, come se fosse gestito da un bot (Security Boulevard, SC Magazine Insight).
La truffa che riconosce chi sei Un altro trucco più avanzato viene segnalato da
Cofense. I truffatori prima raccolgono milioni di indirizzi email, poi inviano messaggi generici. Ma il sito mostrato cambia in base a chi lo visita: se il tuo indirizzo è nella lista “giusta”, compare il
contenuto dannoso. Se invece non sei un bersaglio, vedi una pagina innocua. Così,
gli investigatori della sicurezza non riescono a capire dove sia il pericolo, perché i loro account non attivano l’inganno (cofense.com).
I filtri non bastano più Google e
Microsoft dicono che i loro sistemi bloccano oltre il
99 % delle email pericolose. Ma il volume totale è talmente grande che
circa 100 milioni di messaggi pericolosi riescono comunque a passare ogni giorno. Nel 2025 si stima che
3,4 miliardi di email di phishing vengano inviate ogni 24 ore: anche un piccolo errore diventa
un rischio enorme per utenti e aziende (blog.google, aag-it.com).
I limiti nascosti di Gmail Nel marzo 2025,
Google ha annunciato una nuova
protezione per le email aziendali, ma secondo
Ars Technica c’è un problema: le
chiavi di protezione sono controllate dai tecnici dell’azienda, quindi
non è vera protezione totale per il singolo utente (Ars Technica, The Verge). In più,
Gmail ha lanciato una nuova funzione di ricerca “intelligente”, che mostra prima i messaggi recenti o da contatti frequenti. Ma se i messaggi sono
criptati sul dispositivo, Google
non riesce a leggerli e quindi
non li mostra nei risultati. In pratica, se si vuole più privacy, si perde anche un po’ di comodità (The Verge).
Il problema è nella struttura stessa dell’e-mail L’
email è nata aperta e semplice, pensata per funzionare su tanti server sparsi nel mondo. Questo l’ha resa molto utile e flessibile, ma anche difficile da proteggere del tutto. Per garantire una
vera sicurezza, bisognerebbe riuscire a dare
chiavi digitali affidabili a miliardi di utenti, cosa che da trent’anni nessuno è ancora riuscito a fare. Intanto, i truffatori continuano a trovare
punti deboli ovunque: da impostazioni mal fatte a strumenti esterni poco sicuri (SecurityWeek).
Le app di messaggistica mostrano un’altra via Al contrario dell’email, molte app moderne come
WhatsApp e
Signal offrono protezioni forti per
ogni singolo messaggio, comprese le
chat salvate nel cloud. Nel 2025, anche la
GSMA, che si occupa degli SMS, ha introdotto nuove regole che permettono agli operatori di offrire
messaggi cifrati anche tra iPhone e Android, una svolta attesa da anni (My Privacy Blog, gsma.com, The Verge). Anche
governi e autorità pubbliche, sia in
Europa che negli
Stati Uniti, consigliano di usare
app con protezione avanzata quando si scambiano dati sensibili (AP News).
Ripensare da capo la sicurezza delle e-mail Con truffe sempre più intelligenti e invisibili,
non basta aggiustare quello che già esiste. Secondo gli esperti, serve una
nuova architettura per l’email, basata su:
- Identità digitali sicure, collegate a ogni indirizzo email.
- Separazione tra dati e applicazioni, per evitare che i server leggano i contenuti.
- Sistemi di difesa basati su AI, ma che leggono solo informazioni generiche.
- Compatibilità con app di messaggistica sicura, per facilitare il passaggio verso strumenti più affidabili.
Oggi ci sono
oltre tre miliardi di utenti Gmail. Tutti si trovano davanti a una scelta:
accettare strumenti “intelligenti” che leggono i contenuti o
scegliere più privacy, rinunciando però ad alcune comodità. Chi gestisce
informazioni riservate dovrebbe già iniziare a usare
canali davvero protetti, perché la posta elettronica, per come è costruita, è diventata
un bersaglio perfetto per le truffe digitali.
GMAIL si rinnova per 3 miliardi di utenti nel Mondo