Fatal Fury City of The Wolves Recensione: zanne affilate e pronte a colpire

Il lupo famelico torna a ululare… e a tirar fuori le zanne. Ed era anche ora. Fatal Fury City of The Wolves è una tappa importante del viaggio della “nuova” SNK, che poco alla volta sta tentando di tornare ai fasti di un tempo, quando era un punto di riferimento assoluto nel campo dei picchiaduro. […] L'articolo Fatal Fury City of The Wolves Recensione: zanne affilate e pronte a colpire proviene da Vgmag.it.

Apr 21, 2025 - 10:27
 0
Fatal Fury City of The Wolves Recensione: zanne affilate e pronte a colpire
Fatal Fury City of The Wolves

Il lupo famelico torna a ululare… e a tirar fuori le zanne. Ed era anche ora. Fatal Fury City of The Wolves è una tappa importante del viaggio della “nuova” SNK, che poco alla volta sta tentando di tornare ai fasti di un tempo, quando era un punto di riferimento assoluto nel campo dei picchiaduro. E se oggi possiamo festeggiare i fasti di questo nuovo gioco è grazie all’impegno di Yasuyuki Oda, grande veterano dell’epoca che grazie alla sua esperienza e visione ha contribuito alla rinascita di SNK sotto la nuova reggenza ma anche a rendere Street Fighter IV un capolavoro. Ora, a distanza di 26 anni dal mitico Garou: Mark of the Wolves, torniamo tra le strade di South Town con piacere e voglia di sfida.

Fatal Fury City of The Wolves
Il costume “classico” di Terry in tutto lo splendore della skin disponibile col pre-order del gioco.

Geese is no more, but his shadow’s in South Town

La storia di Fatal Fury City of The Wolves riprende “qualche tempo dopo” Mark of the Wolves: le indicazioni temporali sono scarse ma è una mossa furba per poter rimanere sul vago ed evitare di incartarsi fra le varie timeline (spesso contraddittorie tra di loro) che caratterizzano le saghe incrociate di SNK. Ad ogni modo, Rock è ora un giovane uomo (e anche Hokutomaru è visibilmente cresciuto) che cerca di capire se e come raccogliere l’eredità familiare, il difficile “lascito” di sangue di un genitore “scomodo” come Geese Howard. Si tratta, naturalmente, di una questione identitaria, non di potere o soldi: l’eredità “professionale” è ora in mano a Billy Kane. Ma il “fantasma” di Geese si aggira per la città e tutti i partecipanti al nuovo The King of Fighters tournament dovranno fare i conto con esso, Terry Bogard in primis…

Fatal Fury City of The Wolves
Billy Kane è forse il personaggio che ha subito il restyling più radicale.

Fatal Fury City of The Wolves: “Are you ok?”

Nonostante sia un picchiaduro moderno con grafica poligonale, possiamo tranquillamente affermare che il sistema di gioco è squisitamente 2.5D, con delle visual in cell shading che lo pongono – visivamente, ma non solo – a metà tra un moderno titolo Arc System e un Marvel vs Capcom. Tuttavia, MotW si gioca come un’evoluzione diretta del vecchio Garou, da cui mutua tanto aggiungendo però integrazioni interessanti. È un gioco squisitamente tecnico, con tutte le meccaniche di cancel, finta, parry e altre tecniche avanzate che i fan del genere possono aspettarsi. Tutte le nuove soluzioni si integrano alla perfezione con quelle classiche, con bilanciamenti funzionali e una eccellente varietà di situazioni, dato che non ci sono solo approcci biunivoci ma rapporti di forza multipli. Inoltre, non vengono incentivate le giocate random quanto lo studio delle situazioni e le scelte estemporanee. Un’ottima cosa è che, certo, le combo più difficili sono devastanti, ma non creano un gap insormontabile con chi non sa compierle: conta anche (e spesso soprattutto) chi riesce a combinare velocità e destrezza di esecuzione a lucidità operativa, essendo in grado di “leggere” le situazioni.
In un periodo storico in cui tutti i picchiaduro fanno grossi sconti e concessioni ai giocatori occasionali (vedasi l’opinabile patch di Tekken 8 che tanto ha fatto parlare negli ultimi tempi, semplificando le dinamiche e proponderando le meccaniche strettamente offensive) l’unica facilitazione offerta è la possibilità di avere gli ormai usuali “Comandi moderni” alla Smash Bros., cosa che da sola non garantisce risultati, ma solo accessibilità d’uso. Un approccio virtuoso alla questione “difficoltà” nel genere dei picchiaduro, che speriamo venga adeguatamente apprezzata da tutte le fasce di pubblico.

Fatal Fury City of The Wolves

“…Buster Wolf!”

SNK si è premurata di presentare un titolo piuttosto ricco e completo fin dal day one. C’è un discreto numero di possibilità di gioco, tra modalità di allenamento (con i classici tutorial, training liberi e sfide combo), modalità single player e multigiocatore. Basilarmente, in Single Player avremo a che fare con uno Arcade Mode vecchio stampo (con tanto di classiche scenette tra i personaggi, finali e finalini) e uno Story Mode denominato “Episodes of South Town” in cui, selezionato di volta in volta il proprio beniamino, ci si aggira per la città svelandone i misteri e sfidandone tutti i campioni; l’elemento RPG è presente nella presenza di livelli di potenza dei personaggi e modificatori vari presenti negli scontri. Trama e dialoghi del gioco sono a volte pretestuosi, ma perfettamente in contesto, e l’atmosfera è quella giusta.

Tuttavia, manca l’opzione di potersi creare un lottatore avatar e “allenarlo” in qualche modo con le tecniche degli altri combattenti: sarebbe stata un’aggiunta interessante e plausibile quella del “lupetto” personale, ma magari sarà implementata in futuro (del resto, la modalità EOST presenta personaggi di questo tipo). È però possibile far plasmare dal sistema il proprio clone online, nuova frontiera del genere inaugurata con successo da Street Fighter 6. Altra graditissima opzione è l’editor dei colori delle skin: non sarà possibile (almeno per ora) guadagnare accessori da far loro indossare, ma al di là di skin complete (per ora c’è solo quella classica di Terry) si può cambiare il colore di ogni singolo elemento di vestiario e look, in modo semplice ed efficace.
Tra le altre aggiunte da segnalare, il ritorno dei minigiochi in EOST e il gustosissimo Jukebox, vera cornucopia di musiche tratte dalla lore estesa dei picchiaduro SNK, customizzabile sopra personaggi e scenari.

Come già accennato, CotW abbraccia con tecnica moderna uno stile classico e molto nineties, che però in alcuni casi osa nel design. Lo stile fumettoso è molto godibile regala carattere: il risultato finale non è una scialba riproposizione di vecchie glorie ma una reinterpretazione efficace (si veda la splendida Mai, il buffo ma non goffo Hokutomaru e il nuovo look metropolitano di Billy). Lo stile e la ricerca si nota anche in certe soluzioni grafiche e sonore, per quanto l’usabilità di certi menù e le trovate di alcuni stage non convincono appieno.

La nostra prova dell’online – come spesso capita per i picchiaduro in fase di review pre-lancio – è stata purtroppo ristretta, visto il basso numero di colleghi/avversari presenti online, ma vale la pena riportare le nostre impressioni generali sull’esperienza, comprensiva delle due recenti Beta pubbliche. Chi ha avuto modo di parteciparvi ricorderà come la prima fosse stata poco convincente sotto il profilo tecnico, mentre la seconda a distanza meramente di pochi giorni, ha goduto di un miglioramento notevole. Sia come sia, il Rollback Netcode viaggia molto bene, di pari passo con la possibilità di crossplay; due cose che non potevamo dare per scontate ma che fanno davvero la differenza nel genere. Come si evolverà la scena è qualcosa che potremo valutare solo col tempo, ma le prospettive sono molto buone.

Fatal Fury City of The Wolves
B. Janet rimane un personaggio singolare e amatissimo dai fan.

Fatal Fury City of The Wolves: lupi famelici, dj e calciatori

Parlando del roster di personaggi, ripropone in gran parte quello del titolo precedente, con qualche singolare ma significativa modifica. Mancano all’appello, difatti, Freeman e Kim Jae Hoon, che però possiamo con ragionevole certezza aspettarci per il secondo season pass (gli slot del primo sono già tutti occupati, ma ne riparleremo tra poco). Kain, boss finale del precedente titolo, è giocabile fin da subito e nella compagine arriva ora Mai Shiranui, grande esclusa di Mark of the Wolves. Due i lottatori inediti: la scattante Preecha (geniale ricercatrice allieva di Joe Higashi e dedita al Muay Thai) e il letale Vox Reaper. Ognuno è dotato di grande personalità e di un moveset unico ed è un vero piacere provarli tutti per scoprire chi si adatta meglio al proprio stile di gioco. C’è inoltre grandissima attesa per i personaggi del primo Season Pass, che ricordiamo sarà gratuito, a differenza della concorrenza: un segnale importante verso gli utenti da parte di SNK, insieme al prezzo ridotto del gioco, al lancio. Nel pass arriveranno, difatti, Andy e Joe, per completare il trio di protagonisti della saga, oltre a Mr. Big (storico boss di Art of Fighting e “collega” di Geese qui implicato nella lore) e Ken Masters e Chun-Li da Street Fighter.

Tuttavia, c’è anche una nota stonata, ovvero i guest character al lancio. Cristiano Ronaldo è una trovata commerciale davvero insolita: sarebbe stato meglio inserirlo come sponsor del torneo, commentatore o chissà che altro, piuttosto che calarlo di peso in una realtà che non è la sua rendendolo un brutto clone di Roberto di Rival Schools. Quantomeno, Salvatore Ganacci è inserito effettivamente nella lore, con una propria storia e un proprio finale. Anche in questo caso, ci si poteva limitare alla proficua collaborazione musicale, o alla creazione di una skin da applicare sopra a Duck King. È vero che i guest chara sono ormai sdoganati da lustri e si possono evitare, però qui siam proprio al limite, non solo per bizzarria ma anche perché… son davvero bruttini e potevamo comunque avere altri due personaggi al livello degli altri. Ma ce ne faremo una ragione.


Speravo molto in Fatal Fury City of The Wolves, ma al contempo temevo tanto una possibile (probabile?) delusione da un sequel tardivo di un capolavoro. E invece, il nuovo Garou è ancor meglio di quel che ci aspettavamo. Nonostante il glorioso passato, SNK da tanto, troppo tempo si accontentava di “restare a galla” e invece, ora, la rinascita arriva con il sequel ufficiale di uno dei più bei picchiaduro di sempre, alfiere di un tempo che non c’è più. CotW è un gioco tecnico, che premia chi si impegna ma non è punitivo, che diverte nella sua essenza e varietà, che è tecnicamente meritevole e da cui traspaiono amore per la tradizione e attenzione alla modernità. Un titolo che tende la mano ai neofiti ma non gli promette gioco facile, mentre i fan di un tempo non possono che farlo proprio e scoprirne le qualità, al netto degli scivoloni pubblicitari, oramai già storia del picchiaduro.


 

L'articolo Fatal Fury City of The Wolves Recensione: zanne affilate e pronte a colpire proviene da Vgmag.it.