Eurovision 2025, RTÉ chiede un confronto sull’ammissione di Israele: “C’è un obbligo morale”

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May 8, 2025 - 17:00
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Eurovision 2025, RTÉ chiede un confronto sull’ammissione di Israele: “C’è un obbligo morale”

L’emittente pubblica irlandese RTÉ ha ufficialmente chiesto all’Unione Europea di Radiodiffusione (EBU) l’apertura di una discussione sulla partecipazione di Israele all’Eurovision Song Contest 2025. La richiesta arriva in un contesto sempre più teso, segnato dalle violenze in Medio Oriente e dalle forti pressioni dell’opinione pubblica e dei giornalisti irlandesi.

Il direttore generale di RTÉ, Kevin Bakhurst, ha dichiarato di essere “inorridito dagli eventi in corso in Medio Oriente, dall’impatto devastante sui civili a Gaza e dalla sorte degli ostaggi israeliani”. Pur riconoscendo che il criterio per la partecipazione all’Eurovision è l’appartenenza alla EBU, Bakhurst ha sottolineato la necessità di un confronto interno: “RTÉ ha chiesto all’EBU di aprire una discussione sull’ammissione di Israele al contest. Lo facciamo consapevoli del nostro obbligo di obiettività nel coprire il conflitto in corso e della forte pressione politica a cui è sottoposta l’emittente pubblica israeliana Kan”.

La posizione di RTÉ segue quella di altre tre emittenti europee – in Islanda, Slovenia e Spagna – che nelle scorse settimane avevano già chiesto un dibattito interno. A rafforzare la spinta irlandese è stata anche la lettera firmata da oltre 70 ex partecipanti all’Eurovision, che invocano l’esclusione di Israele dal concorso.

Anche i membri del Sindacato Nazionale dei Giornalisti (NUJ) presso RTÉ hanno espresso pubblicamente la loro contrarietà alla partecipazione di Israele, denunciando la repressione della libertà di stampa in Palestina. Emma O’Kelly, presidente della sezione broadcasting del NUJ di Dublino, ha dichiarato: “Non crediamo che Israele debba avere accesso a una piattaforma culturale di tale portata, come l’Eurovision. L’EBU ha già stabilito un precedente sospendendo la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022: ora tocca a Israele”.

Le richieste non hanno però, finora, scalfito la posizione ufficiale dell’EBU. Martin Green ha ribadito che nessun membro partecipante si è “pubblicamente opposto” alla partecipazione dell’emittente israeliana Kan. Ha anche aggiunto: “Comprendiamo le preoccupazioni legate al conflitto, ma il nostro ruolo è quello di mantenere il concorso un evento universale che promuove connessione, diversità e inclusione attraverso la musica”.

Israele sarà rappresentato quest’anno da Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco di Hamas al festival musicale Nova il 7 ottobre 2023, in cui furono uccisi 360 giovani e 40 presi in ostaggio. Secondo le autorità sanitarie di Gaza, da allora oltre 52.000 persone sono state uccise nella Striscia.

Lo scorso anno, la partecipazione israeliana generò forti polemiche: la cantante Eden Golan fu confinata in hotel per motivi di sicurezza e venne fischiata durante una prova generale a Malmö. Nonostante tutto, si classificò quinta con il brano Hurricane.

Il dibattito su Israele all’Eurovision 2025 resta dunque aperto, con pressioni crescenti da parte di giornalisti, artisti e società civile per un’esclusione motivata dai principi etici e umanitari. La decisione finale spetta ora all’EBU, chiamata a bilanciare autonomia artistica, libertà d’espressione e responsabilità morale.

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