
Una leggenda degli abissi prende vita dopo un secolo di mistero Per
decenni relegato al mito, il
calamaro colossale (
Mesonychoteuthis hamiltoni) ha rappresentato una delle più affascinanti e oscure creature dell’oceano profondo. La sua esistenza, per lungo tempo
supportata solo da resti frammentari trovati negli stomaci dei
capodogli o recuperati da
pescherecci di acque profonde, non era mai stata confermata da un’osservazione diretta di un esemplare
vivo. Oggi, a
cento anni dalla sua classificazione scientifica, questo leggendario invertebrato è stato finalmente
filmato nel suo habitat naturale, segnando un evento storico nella biologia marina. L’osservazione rivoluzionaria: un incontro ravvicinato Durante una spedizione nelle acque dell’
Atlantico meridionale, nei pressi delle
Isole Sandwich del Sud, il team a bordo della nave da ricerca
Falkor (too), gestita dallo
Schmidt Ocean Institute, ha utilizzato un
ROV (veicolo operato a distanza) chiamato
SuBastian per esplorare i fondali marini a
600 metri di profondità. È lì che è avvenuto l’incredibile: un
giovane calamaro colossale trasparente, lungo circa
30 centimetri, è stato immortalato mentre nuotava con grazia nell’oscurità. Caratteristiche sorprendenti di un predatore enigmatico Il
calamaro colossale detiene numerosi record biologici. Oltre a essere il
più grande invertebrato conosciuto, con esemplari adulti che possono raggiungere i
7 metri di lunghezza e pesare quasi
500 chilogrammi, questa specie possiede
gli occhi più grandi del regno animale, con un diametro simile a quello di un
pallone da basket. Questa caratteristica gli consente di percepire anche le più lievi variazioni luminose nell’oscurità abissale. I suoi
tentacoli ad uncino, lunghi e ricurvi, lo rendono un formidabile predatore, capace di immobilizzare prede e difendersi dagli attacchi, principalmente da parte del suo unico nemico naturale: il
capodoglio. L’importanza del riconoscimento scientifico Il filmato ottenuto è stato sottoposto a
due esperti indipendenti,
Kat Bolstad e
Aaron Evans, che hanno confermato l’identificazione della specie osservando la
morfologia dei tentacoli e la
struttura delle pinne. “È
emozionante vedere il primo filmato in situ di un calamaro colossale giovanile”, ha dichiarato Bolstad, sottolineando l’importanza di questa
scoperta senza precedenti. Un altro enigma dell’oceano profondo: il calamaro di vetro glaciale Questa scoperta segue di pochi mesi un altro evento straordinario avvenuto sempre a bordo del
Falkor (too): la
prima registrazione in habitat naturale di un calamaro di vetro glaciale (
Galiteuthis glacialis), ripreso durante l’esplorazione di un nuovo ecosistema marino emerso dopo la frattura di un
iceberg grande quanto Chicago. Il messaggio degli abissi “Il primo avvistamento di due calamari differenti in spedizioni consecutive è davvero significativo”, ha affermato la dottoressa
Jyotika Virmani, esprimendo il sentimento condiviso della comunità scientifica. Queste osservazioni non solo
ampliano la nostra comprensione della vita abissale, ma alimentano l’entusiasmo verso nuove rivelazioni sulle
profondità inesplorate dell’Oceano Meridionale, ancora ricco di
segreti inimmaginabili. Fonti autorevoli:
Nature,
National Geographic,
Schmidt Ocean Institute.
Calamaro colossale vivo avvistato per la prima volta nelle acque antartiche