Briga, da “Never Again” a “Nun Piagne”: “Io? Un Campione di Sogni” – L’INTERVISTA

Nell’anno in cui festeggia il decennale dell’album multiplatino Never Again e a poche settimane dall’uscita di Nun Piagne feat Gemitaiz, abbiamo incontrato Briga (clicca in basso su “continua” per leggere la nostra intervista), che ci ha parlato di questi 10 anni di musica e parole, ma anche del tema dell’amore, quello di coppia nello specifico, […] L'articolo Briga, da “Never Again” a “Nun Piagne”: “Io? Un Campione di Sogni” – L’INTERVISTA proviene da All Music Italia.

May 11, 2025 - 08:05
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Briga, da “Never Again” a “Nun Piagne”: “Io? Un Campione di Sogni” – L’INTERVISTA

Nell’anno in cui festeggia il decennale dell’album multiplatino Never Again e a poche settimane dall’uscita di Nun Piagne feat Gemitaiz, abbiamo incontrato Briga (clicca in basso su “continua” per leggere la nostra intervista), che ci ha parlato di questi 10 anni di musica e parole, ma anche del tema dell’amore, quello di coppia nello specifico, che porta con sé tutta una serie di emozioni talvolta contrastanti.

Ma non è tutto! Briga ci ha infatti parlato anche della scelta di scrivere l’inciso di Nun Piagne nel dialetto della sua città, Roma, seguendo una linea melodica che ricorda la tradizione degli stornelli romaneschi.

BRIGA: “NEVER AGAIN” 10 YEARS ANNIVERSARY

In occasione del decennale di Never Again, album pubblicato nel 2015 e certificato disco di platino, Briga ha annunciato tre imperdibili live, che si terranno a Milano (15 maggio), Napoli (22 maggio) e Roma (23 maggio), rispettivamente ai Magazzini Generali, alla Casa della Musica e all’Atlantico.

Ma le sorprese non finiscono qui! Di fatto, sul palco dei Magazzini Generali di Milano Briga non sarà da solo, ma potrà contare sulla presenza di Shade, Axosos, Nashley, Lowlow e Random.

BRIGA: DA “NEVER AGAIN” A “NUN PIAGNE” FEAT GEMITAIZ – L’INTERVISTA

Il 18 aprile è uscito il tuo nuovo singolo Nun Piagne feat Gemitaiz. Ci racconti il vostro primo incontro? È nato prima il brano o il desiderio di fare qualcosa insieme a Gemitaiz?

Così come è accaduto nella maggior parte dei miei featuring, è nato prima il desiderio di fare qualcosa con Gemitaiz. Questo perché io sono molto legato all’aspetto umano, alle persone con le quali collaboro. Ogni tanto mi è capitato di fare queste cose a distanza, ma di base io prediligo il contatto diretto.

Quindi, tornando a Nun Piagne, volevo fare una roba con Gemitaiz e insieme abbiamo trovato questo brano, che è figlio di un paio di chiacchere che ci siamo fatti insieme a casa sua e in studio.

10 anni dopo l’uscita di Never Again hai scritto per la prima volta il ritornello di un tuo brano in romanesco. Cosa ti ha spinto a farlo proprio adesso? È un qualcosa che hai fortemente voluto o ti è venuto del tutto naturale?

Non c’è un perché… Roma è la mia città e rappresenta gran parte della mia felicità. E poi, non mi ero ancora lanciato in un esperimento simile e ne avevo voglia.

Quando parlo si sente che vengo da Roma, mentre quando canto è un po’ più difficile geolocalizzarmi. Ho dunque pensato che fosse una cosa carina cantare in romanesco, anche perché con il passare degli anni questa cosa dei dialetti è stata sdoganata.

In questi dieci anni ti è mai capitato, abbozzando un pezzo, che uscisse fuori una parte in dialetto, che poi magari hai tolto?

Sì, ti faccio anche un esempio. Nell’ultimo disco di Chicoria – una leggenda del rap romano, che fa parte del collettivo In The Panchine, che ha fatto la storia del rap underground romano – c’è un brano che abbiamo registrato insieme a Gemello nel 2021 e che è uscito soltanto adesso, quattro anni dopo (Pezzo di Panenda).

Questo, però, non è un caso isolato. Sempre nell’ambiente rap, ho infatti lavorato anche a un altro brano in romanesco, ma quest’ultimo non è mai uscito. Insomma, è stato un po’ sfigato questo dialetto, ma nel giro di un mese sono già usciti due brani ed io sono molto contento.

La linea melodica dell’inciso di Nun Piagne ricorda la tradizione degli stornelli romaneschi. Pensando un po’ alla tua evoluzione artistica, quali artisti hanno rappresentato e rappresentano tuttora per te un punto di riferimento? 

Io sono molto legato ai miei punti di riferimento musicali e credo di non averli mai abbandonati. Poi, ovviamente, la musica è tanta e io sono una persona molto curiosa. Quindi, finisco sempre per scoprire nuovi artisti.

Chiusa questa parentesi, sin da piccolo ascolto artisti del calibro di Antonello Venditti, Francesco De Gregori, Gianluca Grignani, Raf e Marco Masini. E non mi stanco mai di ascoltare i loro dischi.

Durante l’adolescenza ho poi scoperto i Subsonica e i Verdena, mentre negli ultimi anni ho iniziato a seguire alcuni artisti internazionali che mi fanno letteralmente volare.

Infine, ci sono delle band internazionali che mi porto dietro sin da bambino, come per esempio i Cranberries, che ascoltavo in macchina con mia madre, o i Nirvana, che ho scoperto a 11 anni in un mercatino francese.

Ecco, tutti questi artisti io continuo ad ascoltarli e i loro album mi emozionano ancora.

Questo brano parla d’amore e racconta le fragilità di un rapporto di coppia. Cosa ti ha spinto ad affrontare questo tema, tanto delicato quanto “scomodo”?

Come lavoro io scrivo canzoni e quest’ultime non sono sempre autobiografiche. Ecco, Nun Piagne è una di queste.

Gemitaiz canta: “Che mi ami tu me lo confessi, ma se non te lo chiedessi, mi sa che non me lo diresti”. Questa è una frase terribile, che riporta alla manipolazione che, talvolta, viene messa in atto all’interno di una relazione, pur senza volerlo.

Ma se te non te lo chiedessi, so che non me lo diresti” è una metafora per far comprendere che la manipolazione, così come i doppi legami, sono cose profondamente scorrette.

Se dovessi dare un consiglio a un amico, piuttosto che a un fratello, che si approccia per la prima volta ad un rapporto di coppia, cosa gli consiglieresti di fare? Quali sono secondo te i tre capisaldi per far sì che un rapporto di coppia possa funzionare?

Basandomi sulla mia esperienza, i tre capisaldi per far sì che una relazione funzioni sono: una comunicazione limpida, onesta ed efficace. Insomma, io credo che tutto ruoti intorno alla nostra capacità di dialogare con la persona che si ha accanto.

Questo non implica che si debba sempre parlare. La fase di ascolto è infatti importantissima. Bisogna saper stare in silenzio e immedesimarsi nell’altro. Solo così sarà possibile comprendere fino in fondo le parole che ascoltiamo, senza prenderle troppo sul personale.

Nun Piagne segue la pubblicazione di Vieni Con Me e Buonanotte Roma e anticipa l’uscita del tuo nuovo album di inediti. Rispetto a questi tre singoli, cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi brani?

In un momento come questo, io credo che sia inutile mantenere una coerenza musicale forzata all’interno di un album. La mantengo piuttosto a livello testuale.

Questo è il motivo per cui ho deciso di pubblicare un pezzo pop-moderno (Vieni Con Me), un pezzo cantautorale (Buonanotte Roma) e un pezzo rap molto dolce – con un ritornello in romanesco, in stile neomelodico – come Nun Piagne.

Diciamo che un filone unico non c’è, per lo meno a livello musicale. Il vero filo conduttore, come accennavo prima, sono infatti i testi.

Nel mentre, ti stai preparando per le tre date del Never Again 10 Years Anniversary, a proposito del quale hai scritto: “siamo cresciuti insieme…”. Oggi, che rapporto hai con la tua gente?  

È proprio questo il senso, siamo scresciuti insieme. Ci siamo evoluti, siamo cambiati. Io ho un pubblico prettamente femminile. Agli esordi, sotto il palco vedevo bambine accompagnate dai genitori. Adesso, alcune di loro hanno dei figli, convivono, hanno realizzato i propri sogni, si sono laureate, ecc.. Insomma, sarà bellissimo ritrovarci tutti in un abbraccio collettivo.

Ci racconti questi 10 anni di Never Again con una frase composta da 10 parole? 

Dammi il tuo amore per riempire le mie notti insonni“. È una frase di Campione di Sogni, il brano con cui aprirò i prossimi live. Si tratta di una canzone, a mio parere, ancora molto attuale, perché io non ho mai smesso di sognare.

Questo Campione di Sogni, oggi, cosa direbbe al Briga di Never Again?

Gli direbbe di godersi un po’ di più il momento. Io ho sempre avuto una tendenza a guardare il futuro in maniera compulsiva e questo, a volte, non mi ha permesso di godermi il presente.

Quindi, al Briga degli esordi il Campione di Sogni direbbe che la vita va vissuta giorno per giorno e che bisogna imparare a stare di più nell’hic et nunc, nel qui e ora.

 

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