Un fenomeno globale che guida i venti del mondo Tra i
grandi protagonisti invisibili del meteo globale,
El Niño occupa un posto di rilievo. Si tratta di un
evento climatico periodico, legato al
riscaldamento anomalo delle acque dell’Oceano Pacifico centrale e orientale, che modifica in profondità
la circolazione atmosferica su scala planetaria. Ogni volta che El Niño si attiva, innesca una
catena di effetti a cascata che si propagano dagli
oceani tropicali fino alle
regioni più remote dell’emisfero nord, Italia compresa. Ma in che modo un fenomeno che nasce a migliaia di chilometri di distanza può
influenzare il meteo europeo, e in particolare le
estati italiane? La risposta sta nel
potere di riorganizzazione dei flussi atmosferici che El Niño esercita, alterando
il comportamento delle correnti a getto,
la posizione degli anticicloni e la
frequenza dei sistemi perturbati.
Estate più calda o più instabile? Dipende dall’intensità di El Niño L’effetto che
El Niño può avere sull’
Europa meridionale non è sempre lo stesso: molto dipende dalla
forza e dalla durata dell’anomalia oceanica. In generale,
gli anni caratterizzati da un El Niño forte e persistente tendono a
favorire estati più calde e stabili, perché l’anticiclone subtropicale africano trova
condizioni ideali per espandersi verso nord, portando con sé
caldo secco e duraturo. Tuttavia, in presenza di
un El Niño moderato o decrescente, la situazione può diventare molto più
sfumata e dinamica. In questo caso,
l’anticiclone africano fatica a stabilirsi, lasciando spazio a
continue infiltrazioni atlantiche, responsabili di
temporali frequenti, sbalzi termici e
ondate di caldo effimere. È proprio il caso dell’estate 2025: i modelli climatici suggeriscono la presenza di
un El Niño attivo, ma non eccezionalmente intenso, con effetti ancora incerti sull’atmosfera europea.
Le dinamiche sul Mediterraneo: cosa può succedere in Italia Nel contesto del
Bacino del Mediterraneo, la posizione e la potenza dell’
anticiclone delle Azzorre svolgono un ruolo chiave. Quando
El Niño modifica la struttura del
getto polare, l’alta pressione atlantica può deviare la traiettoria delle
perturbazioni, spingendole più a nord oppure intrappolandole tra la Penisola Iberica e il Nord Africa. Questo schema è tipico di quelle situazioni in cui si sviluppano
cicloni mediterranei, capaci di rovinare l’equilibrio stagionale con
maltempo improvviso, anche durante i mesi centrali dell’estate. L’Italia, trovandosi proprio nel
crocevia tra Africa, Atlantico ed Europa continentale, è uno dei paesi più
esposti agli effetti indiretti di El Niño. Gli impatti più comuni sono:
- Giugno più fresco e instabile, specialmente al Nord e sulle regioni adriatiche.
- Temporali violenti a carattere sparso, spesso associati a grandinate.
- Ondate di calore improvvise, ma intervallate da bruschi cali termici.
- Umidità elevata, che amplifica la percezione del caldo senza stabilità barica.
I precedenti storici: cosa ci dice il passato Analizzando gli archivi climatici, si scopre che molte
estati segnate da El Niño non hanno portato il caldo torrido che spesso si teme. L’estate del
1997, ad esempio, fu insolitamente fresca e piovosa in Italia, proprio a causa dell’influenza di un
El Niño molto attivo. Al contrario, l’estate del
2003, tra le più calde di sempre, fu accompagnata da un
El Niño quasi assente. Questo ci insegna che
non esiste una regola assoluta, ma che ogni estate va
contestualizzata nei suoi equilibri barici globali.
Estate 2025: cosa aspettarsi con El Niño attivo Per l’estate in arrivo, le
proiezioni stagionali indicano una
tendenza a una maggiore dinamicità, specialmente nei mesi di
Giugno e Luglio, con
periodi alternati di caldo e instabilità. La possibilità che l’estate inizi
in sordina e si intensifichi solo verso la fine, tra
fine Luglio e Agosto, è sempre più concreta. Il vero
caldo africano stabile potrebbe, quindi,
ritardare e manifestarsi in modo
meno continuo rispetto agli anni recenti.
Arriva El Niño, meteo europeo sconvolto, Estate italiana a rischio?