Meteo 22 anni dopo: che estate ci aspetta

Quel maggio del 2003 non fu solo un mese anomalo, ma il punto di svolta che ha ridefinito per sempre il rapporto tra l’Europa e il caldo. Quell’anno, l’anticiclone africano non si limitò a fare una comparsa stagionale – si installò sul continente con una persistenza senza precedenti, trasformando un’estate torrida in un assedio climatico che si protrasse fino ad autunno inoltrato. Quella che sembrava un’eccezione si è rivelata, col tempo, l’anticipo […] Meteo 22 anni dopo: che estate ci aspetta

May 3, 2025 - 07:18
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Meteo 22 anni dopo: che estate ci aspetta
Quel maggio del 2003 non fu solo un mese anomalo, ma il punto di svolta che ha ridefinito per sempre il rapporto tra l’Europa e il caldo. Quell’anno, l’anticiclone africano non si limitò a fare una comparsa stagionale – si installò sul continente con una persistenza senza precedenti, trasformando un’estate torrida in un assedio climatico che si protrasse fino ad autunno inoltrato. Quella che sembrava un’eccezione si è rivelata, col tempo, l’anticipo di una nuova normalità: oggi, le ondate di calore non ci stupiscono più, le notti tropicali sono diventate routine, e le primavere precoci fanno ormai parte del nostro immaginario collettivo. Il 2003 ha segnato un prima e un dopo. Se allora 40°C erano uno choc, oggi fanno quasi parte del vocabolario estivoQuella stagione non fu memorabile solo per i picchi termici, ma per la durata implacabile del caldo, un fenomeno che ha insegnato all’Europa cosa significa vivere in un clima che non conosce più pause. E mentre il sollievo dell’autunno fu accolto come una liberazione, nessuno immaginava che quell’estate fosse solo l’inizio. Negli anni successivi, il termine “ondata di calore” è entrato nel linguaggio comune, accompagnato da allerta meteoemergenze sanitarie e record infrantiQuel che un tempo era raro oggi è atteso, quasi banaleinverni mitimarzo che sembra giugnoottobre che ricalca l’estateAbbiamo smesso di stupirci, ma non di soffrire – perché il corpo umano non si adatta così in fretta, e le città, progettate per un clima diverso, faticano a respirare. La domanda oggi non è più “quando tornerà la normalità?”, ma “questa è ormai la normalità?”Il clima che conoscevamo – con stagioni definiteestati calde ma sopportabiliautunni freschi – appartiene al passato? O c’è ancora spazio per un riequilibrio, per temperature che smettano di salire e ritrovino un ritmo più mite? La risposta, per ora, è nelle mani della scienza – e nell’azione dell’uomo. Ma una cosa è certaquel maggio di 22 anni fa non fu un incidente di percorso. Fu il primo capitolo di una storia che stiamo ancora scrivendo – e di cui non conosciamo ancora il finale.

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