La collisione cosmica che genera la catastrofe Nel cuore di una galassia distante,
due stelle di neutroni si sono scontrate. L’evento, di per sé raro e violentissimo, ha prodotto un effetto che pochi scienziati avrebbero potuto prevedere: una
nube sferica di antimateria ad altissima energia, espulsa a velocità prossime a quelle della luce. Dopo millenni di viaggio attraverso il vuoto intergalattico, questa nube ha raggiunto il
Sistema Solare, e, nel volgere di poche ore, ha avvolto l’intero pianeta Terra. A differenza di un impatto fisico come quello di un asteroide, questa catastrofe
non è visibile a occhio nudo fino all’ultimo istante. Nessuna massa solida, nessun oggetto si schianta sul suolo terrestre. Ciò che si abbatte sul pianeta è
energia pura sotto forma di antiparticelle.
Antimateria: la materia speculare che annichila L’
antimateria è l’esatto opposto della materia ordinaria. Per ogni
protone esiste un
antiprotone, per ogni
elettrone un
positrone. Quando una particella e la sua anti-particella si incontrano, si verifica un evento noto come
annichilazione, in cui entrambe si trasformano istantaneamente in energia sotto forma di
raggi gamma. Nel nostro universo, la materia prevale, ma l’antimateria viene regolarmente prodotta in
collisioni ad alta energia, come quelle che avvengono nei
collisori di particelle o nei raggi cosmici. Tuttavia, una nube di antimateria naturale abbastanza vasta da inglobare un intero pianeta è, per quanto ne sappiamo,
un fenomeno senza precedenti.
L’annichilazione globale: che cosa succede alla Terra Quando la nube di antimateria incontra l’atmosfera terrestre, il processo è immediato. Gli
atomi dell’aria iniziano a collidere con le antiparticelle. Si genera una
reazione a catena: ogni atomo che si annichila rilascia energia sufficiente per distruggere altri atomi vicini. Il risultato è un’
esplosione termonucleare continua, su scala planetaria. La superficie terrestre viene disintegrata
strato dopo strato, senza possibilità di sopravvivenza. Le molecole biologiche vengono convertite in fotoni. Non resta nulla:
nessuna forma di vita, nessuna struttura, nessuna informazione genetica. L’annichilazione è
totale e irreversibile.
Le scale temporali: dal primo contatto alla scomparsa La nube si muove a una frazione significativa della velocità della luce. Una volta giunta ai confini dell’atmosfera, ha bisogno di
pochi minuti per raggiungere il suolo e
meno di un’ora per distruggere completamente ogni struttura molecolare. Il processo è incredibilmente rapido: la Terra, da corpo celeste abitabile, si trasforma in
una nuvola di plasma ad alta energia in meno di 3600 secondi. I
satelliti orbitali, anche quelli in orbita geostazionaria, sono i primi a rilevare l’anomalia. Ma il tempo tra la rilevazione e l’impatto è troppo breve per attuare qualunque piano di evacuazione o difesa.
Come si è potuto evitare fino ad oggi? L’universo è un luogo pericoloso, ma fortunatamente
l’antimateria è rarissima. Gli eventi che la generano — come le
fusioni di buchi neri o le
supernove iperenergetiche — sono distanti decine di milioni di anni luce. Inoltre, l’antimateria prodotta tende a essere
subito riassorbita o a disperdersi nel vuoto. Tuttavia, l’ipotesi teorica di una
nube stabile di antimateria, che attraversa la galassia mantenendo la coesione grazie a forze gravitazionali o campi magnetici, non è impossibile secondo alcuni fisici teorici.
Lawrence Krauss, ad esempio, ha discusso scenari cosmologici simili legati al destino finale dell’universo.
Rilevamento e previsione: limiti della nostra tecnologia L’attuale tecnologia di rilevamento non è in grado di
prevedere una nube di antimateria con sufficiente anticipo. Gli
osservatori a raggi gamma e i
telescopi a neutrini, come quelli installati in Antartide o in orbita, possono identificare eventi cosmici di alta energia, ma la nube potrebbe muoversi in
zone cieche del cielo, non monitorate costantemente. Il sistema di allerta precoce planetario, come quello dell’
ESA o della
NASA, è progettato per impatti di asteroidi e flare solari, non per fronti invisibili di antiparticelle. Il margine d’intervento sarebbe, nel migliore dei casi, di
qualche ora. Insufficiente per un’evacuazione planetaria.
Possibili contromisure: fantascienza o scienza in divenire? Negli scenari ipotetici esplorati dalla
fisica avanzata e dalla fantascienza, esistono poche soluzioni plausibili. Una nube di antimateria potrebbe forse essere
deviata con un campo magnetico di intensità colossale, paragonabile a quello generato da una
stella di neutroni. Tuttavia, una simile infrastruttura non è realizzabile con la nostra tecnologia attuale. Alcuni romanzi di
Gregory Benford e
Alastair Reynolds hanno immaginato civiltà avanzate capaci di costruire veri e propri
scudi spaziali o
anelli magnetici planetari, ma anche in questo caso la barriera tra scienza e fiction resta molto sottile.
Un evento terminale senza memoria A differenza di un impatto asteroidale o di una pandemia, l’annichilazione totale comporta
l’eliminazione dell’informazione stessa. Nessuna traccia biologica, geologica o digitale sopravvive. I segnali radio, le opere dell’ingegno umano, i fossili: tutto viene convertito in energia sotto forma di radiazione gamma e neutrini. Per un osservatore distante, il pianeta Terra
scompare, senza lasciare altro che un
bagliore improvviso e poi il nulla.
Antimateria e annichilazione nella cultura popolare La cultura fantascientifica ha da tempo esplorato il concetto di
distruzione totale per annichilazione. Nella serie
Star Trek, l’antimateria è utilizzata come fonte di propulsione, gestita però in ambienti di contenimento avanzati. Nel film
Angeli e Demoni, un piccolo quantitativo di antimateria è sufficiente a distruggere una città, se liberato. In
Doctor Who, l’universo intero è minacciato da
instabilità di antimateria provenienti da dimensioni alternative. Anche alcuni episodi della serie
The Expanse hanno suggerito tecnologie aliene basate su
reazioni antimateriche, e in letteratura,
Arthur C. Clarke ha trattato l’annichilazione come fine inevitabile della materia.
Conclusioni scomparse con il mondo Nel caso dell’arrivo di una nube di antimateria,
non ci sarebbe alcun testimone per raccontare l’evento. Nessun superstite, nessuna cronaca, nessuna memoria. Sarebbe
la cancellazione assoluta dell’esistenza, un evento che supera l’idea stessa di catastrofe. Un memento mori cosmico, che ci ricorda quanto fragile sia la nostra esistenza nell’universo. Se ti interessa, posso approfondire aspetti come il comportamento quantistico dell’antimateria, il suo utilizzo nei laboratori o gli sviluppi del CERN sull’anti-idrogeno. Vuoi proseguire su uno di questi temi?
Il giorno in cui la Terra scomparve: la nube di antimateria e l’annichilazione globale