Intervista: pronti a conoscere DIVUS il nuovo progetto di Luciano Lamanna e Luca T. Mai?
Un’intervista a tutto tondo per scoprire tutti i dettagli di DIVUS il progetto che vede protagonisti Luciano Lamanna e Luca T. Mai. Ci sono progetti italiani che vanno scoperti e raccontati non per farne notizia, ma per diffondere un po’ di consapevolezza su chi al giorno d’oggi non si arrende e continua a sperimentare nuovi […] L'articolo Intervista: pronti a conoscere DIVUS il nuovo progetto di Luciano Lamanna e Luca T. Mai? sembra essere il primo su Parkett.

Un’intervista a tutto tondo per scoprire tutti i dettagli di DIVUS il progetto che vede protagonisti Luciano Lamanna e Luca T. Mai.
Ci sono progetti italiani che vanno scoperti e raccontati non per farne notizia, ma per diffondere un po’ di consapevolezza su chi al giorno d’oggi non si arrende e continua a sperimentare nuovi orizzonti elettronici. Uno di questi progetti è DIVUS.
In un panorama musicale spesso dominato da logiche ripetitive, DIVUS è un progetto che sfugge alle definizioni comode. Formato da Luciano Lamanna e Luca T. Mai, DIVUS è il risultato di un incontro elettrico tra elettronica e sassofono, tra visione analogica e spirito improvvisativo.
Il loro lavoro si muove ai margini e proprio per questo spalanca nuove possibilità espressive, dando spazio a una sperimentazione sonora radicale che meriterebbe più attenzione e ascolto. Parlarne non è solo doveroso, è necessario.
Luciano Lamanna è un pioniere della musica hardtechno italiana e non solo. Seguiamo il suo impegno da anni (leggi questo articolo per saperne di più), apprezzando il duro lavoro svolto con Landi per proporre un genere che in Italia fino a qualche anno fa ancora non spopolava.
Attualmente quella tipologia di sonorità sta straripando nel mercato internazionale ma Lamanna come al solito decide di rompere tutti gli schemi proponendo assieme al musicista di spessore Luca T. Mai qualcosa di veramente innovativo: DIVUS 3.
DIVUS 3 è un nuovo album tutto da ascoltare e da scoprire, anche attraverso l’intervista, che i due artisti hanno ci gentilmente rilasciato.
INTERVISTA
1.Salve ragazzi, è un vero piacere avervi con noi per questa intervista. Partiamo subito di Divus: il progetto che segna un’evoluzione nel vostro sound, orientandovi verso territori più atmosferici e notturni. Cosa vi ha spinto a questa direzione? È stato un processo naturale o una scelta deliberata?
Luciano:
Ciao Carmela e grazie per averci invitato su Parkett!
Durante la mia carriera musicale, ho cercato di sperimentare il più possibile muovendomi tra diversi territori musicali i quali, nonostante le atmosfere o i generi apparentemente contrastanti, sono collegati tra di loro da un certo tipo di sound.
Divus è un progetto che nasce dall’unione di due musicisti che hanno deciso di avventurarsi in territori diversi rispetto ai loro progetti precedenti.
Io sono conosciuto principalmente come dj e produttore nel mondo della techno, mentre Luca ha una carriera decennale nella musica sperimentale e nel jazzcore con gli Zu.
Ci siamo trovati presso il mio studio durante delle session di registrazione ed abbiamo pensato che avremmo potuto arrangiare dei brani insieme dal sapore noir: immaginavo il sassofono di Luca come protagonista su tappeti di musica elettronica, droni, ritmi tribali e atmosfere distopiche.
Ammiro molto Luca e durante la stesura delle tracce che poi sono diventate il primo album di Divus mi è subito venuto in mente che avremmo potuto iniziare finalmente a comporre dei brani insieme.
Luca:
Con Luciano non c’è niente di prestabilito, ci vediamo in studio e come per magia esce musica che autonomamente prende direzioni inaspettate, e ogni volta ci sorprendiamo.
2.La vostra musica viene descritta come adatta a un film poliziesco fantascientifico ambientato in un sobborgo distopico. Quali immagini o atmosfere cinematografiche vi hanno ispirato durante la composizione dell’album?
Luciano:
Credo che la musica di Divus si presti bene alla colonna sonora di un film di fantascienza o di un film noir.
La soundtrack di Twin Peaks di Badalamenti o di Blade Runner di Vangelis sono sicuramente dei riferimenti, così come i film di Carpenter, Argento, Lang o Herzog.
Luca:
tuttavia è solo successivamente, durante l’ascolto delle incisioni, che affioravano atmosfere e immagini che poi accostavamo a film come Blade Runner o Il Pasto nudo di Cronenberg.
3.Nel vostro percorso avete esplorato generi molto diversi tra loro, dalla techno al jazzcore, dal metal all’ambient. C’è un filo conduttore che unisce tutto il vostro lavoro o ogni progetto è un viaggio a sé?
Luciano:
Credo che ogni progetto a cui ho partecipato sia legato da un filo conduttore: che si tratti di techno, metal, ambient o hip-hop, c’è sempre una costante propensione al lato oscuro, un’attitudine che puoi ritrovare in tutti i miei lavori nonostante si tratti di generi diversi e apparentemente non compatibili.
In particolare con Divus lasciamo parecchio spazio all’improvvisazione, senza darci limiti prestabiliti.
Luca:
Per me è un viaggio a se: con Luciano posso esplorare sonorità, atmosfere e soluzioni musicali che solitamente non fanno parte degli altri miei percorsi.
C’è da dire però che lo spirito che mi anima è lo stesso in tutte le mie esperienze musicali: la completa dedizione alla musica
4.Cosa significa per voi pubblicare questo album con Subsound Records? Quanto è importante oggi per un artista collaborare con etichette indipendenti?
Luciano:
Avevamo il disco pronto già da qualche anno ma aspettavamo l’occasione giusta per pubblicarlo ed è arrivata con Subsound!
Collaborare con etichette indipendenti è una prerogativa e Subsound Records è tra le label più importanti ed attive nel panorama della musica sperimentale in Italia: non potevamo che rivolgerci a loro.
Luca:
Subsound è una realtà unica in Italia e Davide Cantone, il boss della label, agisce con il giusto spirito e con dedizione alla musica, fornendo terreno fertile ad artisti italiani e stranieri.
5.Come si sviluppa il vostro processo creativo? Partite da improvvisazioni o c’è una costruzione più strutturata dietro ogni traccia di “Divus 3”?
Luciano:
Di solito partiamo da improvvisazioni con il synth modulare, aggiungendo successivamente ulteriori linee di sintetizzatore e cercando di lasciare il giusto spazio per il sassofono di Luca.
Una volta inciso il sax, arrangiamo ulteriormente i brani prima di finalizzarli.
Luca:
Luciano mi fa ascoltare dei provini che compone e una volta che li ha sistemati e ne è soddisfatto vado al suo studio e aggiungo il sax.
Poi arrangiamo insieme e quasi sempre il tutto è pronto dopo soli due o tre giorni di lavoro!
6.Entrambi avete carriere di respiro internazionale. Come il vostro background individuale ha influenzato il sound di questo disco?
Luciano:
Quando inizi a comporre un brano sei sempre influenzato dagli ascolti che hai fatto, dalla musica che hai amato di più, dalle emozioni che quel tale disco ti ha dato… anche a livello subconscio.
La musica è un linguaggio, non inventi le parole ma cerchi di utilizzarle nel modo giusto.
Anche nei casi più originali e strambi, il compositore è sempre influenzato dal suo background.
Riascoltando i brani di Divus mi vengono in mente influenze provenienti da molteplici generi musicali: puoi trovare un beat industrial breakcore in un brano ed un kick 909 house oriented in un altro, passando tra tappeti di rumore ed atmosfere sospese, con discese nei vortici del nero totale e risalite verso la luce.
Luca:
Devo dire che quando entro nello studio di Luciano e iniziamo a lavorare sulla nostra musica è sempre tutto nuovo. Quello che mi porto dietro è lo spirito, la dedizione ed aggiungo anche il dare il meglio di me per ottenere quel risultato che possa soddisfare entrambi.
7.Quale ruolo gioca il vinile nella vostra produzione? Pensate che il supporto fisico abbia ancora un valore speciale nell’epoca della musica digitale?
Luciano:
Per noi il supporto fisico viene prima del digitale. Pubblicare solo in digitale non avrebbe senso per il tipo di musica che proponiamo.
I nostri album necessitano di un ascolto nella loro interezza, tant’è che i titoli dei brani richiamano la loro posizione sui lati dei nostri vinili: per esempio A2 è il secondo brano del primo lato del primo LP di Divus, così come F1 è il primo brano del secondo lato del terzo LP, e cosi via.
Luca:
Il vinile gioca indubbiamente un ruolo importante tanto che per “Divus 3” abbiamo optato per un vinile molto particolare, fluorescente.
Come musicista avere in mano la copia fisica del proprio disco (ovvero il risultato finale di giorni di lavoro, di studio, di composizione, passati pensando ai brani e a come arrangiarli, dimenticandosi persino di dare da mangiare al gatto) è una soddisfazione.
Ti è piaciuta questa intervista? Ascolta anche il lavoro discografico e facci sapere cosa ne pensi. DIVUS 3 by DIVUS
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